Questo libro nasce per puro diletto.
Io e Dream abbiamo scoperto che ci piace intervistare e ora cerchiamo gente che vuol farsi conoscere e che sceglierà noi per farlo.
Il silenzio mi avvolge, nessun rumore mi deve disturbare, sto facendo un'impresa apocalittica, ovvero creare una piramide di bignè! Appoggio un altro bignè come collante il caramello, mi tiro indietro stiracchiandomi, gli scricchiolii della mia schiena si diffondono per la cucina. Dream entra di corsa, il volto una maschera di preoccupazione. <<Cos'è successo!? Sei caduta? >> La guardo come se fosse uscita di senno. <<Mi sono solo stiracchiata.>> <<Cara mia avere l'artrite alla tua età non è un buon segno.>> mi informa scuotendo la testa e aprendo il frigo per prendere da bere per l'appuntamento di oggi. Sbuffo alzando gli occhi al cielo. <<Non è artrite.... Semplice vecchiaia.>> le faccio notare incollando l'ultimo bignè. Sento l'anta del frigo sbattere, mi volto, Dream mi guarda con un'espressione che se potesse mi fulminerebbe. <<Ma va là! Statte zitta.>> riempie il mini frigo e lo porta verso l'ingresso. <<Ti voglio bene anche io.>> le grido dietro incartando tutta la roba che ho preparato, per poi raggiungerla all'ingresso. <<Dove andiamo?>> mi domanda indossando il giubbotto. <<Mettine uno più pesante.>> le consiglio. Mi guarda confusa, ma fa come ho detto e mi porge anche il mio. Si avvia verso il portachiavi in legno, il braccio si allunga, le dita sfiorano le chiavi della Lamborghini ed è in quel momento che le rispondo. <<Alta montagna.>> La vedo irrigidirsi, le spalle si abbassano come la mano, che si abbassa e prende le chiavi della Land Rover, si volta e me le lancia. Le prendo al volo ed esco, vado a prendere l'auto portandola davanti alla porta di ingresso, dove una Dream infagottata in giubbotto, cuffia, copri orecchie e sciarpa, esce con tre borsoni e il frigo. Scendo alla svelta e le apro il baule. Ritorno in auto e mi allaccio la cintura, Dream mi raggiunge poco dopo. Sto per girare la chiave quando noto uno strano oggetto che la mia collega si sta infilando in testa. Appoggio un braccio sul volante e giro il busto verso di lei. <<Che stai a fà?>> <<Nulla.. >> Alzo le soppracciglia mentre la guardo mettersi la benda per gli occhi, una coperta sulle gambe, abbassare il sedile e mettersi un cuscino sotto la testa. Faccio schioccare la lingua contro il palato. <<Cosa vorresti dire?>> <<Che vai così piano, che posso farmi un bel pisolino.>> <<Ah sì? Beh la strada è lunga...>> giro la chiave, ingrano la marcia e schiaccio il pedale del gas...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
<<Su Dream siamo arrivate!>> la informo scendendo dall'auto e andando verso il baule a scaricare il cibo. La neve mi raggiunge le caviglie e dei grossi fiocchi scendono ancora, alzo gli occhi al cielo. Presto ci sarà una bufera. Porto dentro la baita le borse e torno fuori in tempo per vedere Dream volare giù dall'auto e affondare di faccia nella neve. Resto ferma in cerca di un segnale di vita. <<Ancora pisolino?>> Alza la testa, cristalli di neve le sporcano la faccia, mi trafigge con lo sguardo. <<Io andrò forte... MA L'HO FATTO SU UNA STRADA DRITTA! TU INVECE SU UNA MINUSCOLA STRADINA DI MONTAGNA CON UN BURRONE DI FIANCO!>> Annuisco pensierosa. <<Se eviti di urlare forse evitiamo la valanga.>> le faccio notare aiutandola ad alzarsi ed ad entrare al calduccio.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
È una piccola baita composta da un salotto confortevole con morbidi tappeti a coprire il pavimento, due poltrone e un divano con cuscini e coperte, davanti un imponente camino dove un fuoco scoppiettante riscalda la stanza e tingendola di un caldo color arancio e giallo. Ci sono due porte, una conduce alla cucina e l'altra a una stanza da letto. Conduco una Dream tremante al divano e la faccio sedere. L'aiuto a liberarsi dal giubbotto, cuffia e sciarpa, per coprirla con una coperta di plaid e mettendole una borsa dell'acqua calda sotto i piedi. Mentre lei si scongela porto un tavolino pieghevole in salotto, lo apro e lo ricopro con le delizie che ho cucinato, appena in tempo, perché nemmeno un secondo dopo bussano alla porta.