Verso Nord

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Fischietto, mentre giro per la cucina controllando il forno e pulendo il tavolo da lavoro, Dream è ai fornelli sta preparando la carbonara!
Il sole penetra attraverso le finestre illuminando l'ambiente, gli alberi ormai sono quasi del tutto spogli.
Prelevo le pizze che ho preparato, dal forno a legna, oggi ho avuto occasione di usarlo!! Sistemo quelle sfere di bontà, preparandole per il viaggio.
Prendo il mini frigo, riempiendolo con acqua, Tassoni, hot cocktail (Sex on the beach) e bicchieri.
<<Vado a prendere l'auto e la metto qua davanti per caricare il tutto.>>
Dream annuisce facendomi capire di aver sentito, mentre canticchia una canzone di Caparezza.
Faccio tre viaggi dalla cucina all'esterno per caricare il tutto, prendo anche... Ma quanto ne ha cucinata? Tre kili? Fortuna che è bona.
Prendo anche la carbonara posandola in una borsa frigo.
Sbuffo, facendo roteare le spalle indolenzite, sono alla porta aspetto la mia collega che è corsa a cambiarsi, ma si sa quando non hai nulla da fare un minuto equivale a un'ora.
Dream scende di volata l'ampia scalinata di marmo e mi raggiunge.
<<Pronta.>> ha un poco di affanno, deve avere fatto tutto di fretta.
<<Bene guida tu.>> le dico facendole l'occhiolino e lanciandole le chiavi.
Le afferra al volo e riconoscendole lancia un grido di gioia, mi abbraccia e si catapulta fuori urlando.

Sorridendo la seguo, chiudendo la porta

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Sorridendo la seguo, chiudendo la porta.
Quando salgo in auto, trovo Dream abbracciata al volante, accarezza la sua piccola sussurrandole parole dolci.
Roteo gli occhi chiudendo la portiera e allacciando la cintura di sicurezza.
<<Si può sapere che stai facendo?>> mi domanda Dream guardandomi accigliata.
<<Solo un poco di attenzione per la sicurezza.>> la mia semplice risposta.
<<Ah si? A che serve il giubbotto anti proiettile?>>
<<Dovrebbe evitarmi schegge di vetro.>> rispondo sistemandolo meglio, stringe troppo sul petto.
<<Le catene?>> domanda sempre più incredula.
<<Una sola cintura con te non basta.>> dico facendo tre giri di catena intorno al sedile e me, per poi fermarlo con un lucchetto.
<<Oh ma dai!>> esclama alzando gli occhi al cielo, vedendo che indosso un casco e una maschera da saldatore.
<<Possiamo partire.>> le concedo, la mia voce risulta ovattata per via della maschera.
Dream scuotendo la testa, gira la chiave, ingrana la marcia e parte facendo volare da per tutto la ghiaia del vialetto.
I miei poveri vetri! Penso sentendo i vetri delle finestre frantumarsi sotto quella pioggia di sassi.
<<Dove dobbiamo andare?>> domanda la mia collega raggiungendo la strada provinciale.
<<In Piemonte.>>

<<Magnifico!>> esclama pigiando l'acceleratore per raggiungere l'autostrada dove da lì potrà andare ancora più forte! Mi aggrappo alla catene, sperando di arrivare viva e possibilmente ancora intera

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<<Magnifico!>> esclama pigiando l'acceleratore per raggiungere l'autostrada dove da lì potrà andare ancora più forte!
Mi aggrappo alla catene, sperando di arrivare viva e possibilmente ancora intera...
<<In Piemonte ma dove?>> mi chiede all'entrata dell'autostrada.
<<A Moncalieri, per l'esattezza al Castello reale di Moncalieri.>>

<<Bellissimo! Ma si può visitare?>><<Si, ma se non mi sbaglio, delle stanze sono ancora chiuse per un vecchio incendio

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<<Bellissimo! Ma si può visitare?>>
<<Si, ma se non mi sbaglio, delle stanze sono ancora chiuse per un vecchio incendio.>>
<<A quando risale?>>
Chiudo gli occhi per fare mente locale. <<Allora, il castello reale di Moncalieri sorge sulla sommità di una collina nel centro storico di Moncalieri, fu costruito su quella collina intorno all'anno 1100 da Tommaso I di Savoia, domina il passaggio sul Po in un punto dove la sua larghezza è relativamente modesta non avendo ancora ricevuto le acque del Sangone e della Dora Riparia, un massiccio fortilizio per controllare l'accesso da sud a Torino. Moncalieri costituisce infatti la porta di accesso a Torino sulla via di Asti, come Rivoli lo è dalla via di Francia; da Moncalieri in avanti inoltre il Po si avvicina definitivamente alle colline per tenersi continuamente a oriente della città.>>
<<Se non mi sbaglio è anche nel patrimonio dell'UNESCO.>>
<<Si lo è dal 1997 insieme ad altre residenze lì nelle vicinanze.>>
<<Non vedo l'ora di arrivare!>> e detto ciò premette ancora di più sull'accelleratore, schiacciandomi contro il sedile.
Finalmente a destinazione, ho le gambe che sono delle gelatine... Per tutto il viaggio, Dream ha guidato a manetta, il volume della radio quasi rompeva i timpani, una mano sul volante, il braccio sinistro fuori dal finestrino e lei che canta a squarciagola le canzoni di Caparezza.
<<Siamo arrivate, dai scendi.>> mi incita vedendomi ferma immobile.
Lei scende, un uomo con un caldo sorriso sulle labbra le si avvicina.
<<Claudio! Piacere io sono Dream!>> si presenta allegra la mia collega.
<<Piacere mio... Ma siete sola? Avevo capito che sareste state in due.>>
<<Sisi, la mia collega ha qualche difficoltà a scendere dall'auto.>>
Le mani tremano, mi tolgo la maschera e il casco, dopo vari tentativi riesco ad aprire il lucchetto e a liberarmi anche delle catene.
Apro la portiera e aggrappandomi a lei come unica mia ancora di salvezza scendo traballante. Alzo gli occhi, due persone, una mi guarda cercando di non scoppiare a ridere, l'altra non sa cosa fare, se chiamare un'ambulanza o semplicemente aiutarmi. Decido di far da sola, mi tiro in piedi e con gesti goffi mi tolgo anche il giubbotto antiproiettile.
<<Oltre a pesare, fa un caldo da matti!>> sentenzio sbuffando.
Dream non resiste e scoppia a ridere, ho i capelli schiacciati alla testa, le gote rosse e sbuffo come una locomotiva.
<<Ciao giovanotto, io sono Letizia.>> mi presento senza mollare la presa dallo sportello.
<<Stai bene?>> mi domanda preoccupato.
<<Ma si, ho sopportato di peggio.>> lo tranquillizzo e nel farlo lascio la presa e cado a terra, Dream ride ancora di più mentre Claudio si precipita ad aiutarmi e ad assicurarsi che non abbia tirato le cuoia.

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