Dottore? Mi ricoveri!

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Apro gli occhi e un dolore acuto alla testa mi travolge, porto una mano alla fronte e la scopro fasciata.
Che diamine è successo?

Lentamente sollevo il busto ma le coperte si impigliano tra le gambe, quando le libero cerco di mettermi seduta e il dolore aumenta. La schiena fa davvero male, sollevo la maglietta e una fasciatura copre metà schiena rendendo i movimenti più complicati.
Chiudo gli occhi sperando che la nebbia che avvolge il mio povero cervello svanisca, mi sforzo di ricordare con tutta me stessa, ma invano.

Confusa e senza risposte mi rendo conto di essere in una camera che non è la mia. Oddio. Scendo dal letto per perlustrarla, magari trovo il mio cellulare da qualche parte! Ovviamente non c'è nulla di mio qui dentro...e l'ansia cresce. Scosto la tenda della finestra per capire almeno in che parte di Torino mi trovo.

Resto completamente senza parole! Come cavolo è possibile? Sono affacciata su piazza San Carlo...ok, è evidente che ho preso una botta in testa, sicuramente questo è un sogno e tra poco Giò verrà a svegliarmi.

<<Oh, vedo che si è svegliata! Come va la testa?>> domanda pacato un uomo sulla quarantina, brizzolato e sorridente, che ha appena spalancato la porta. Un po' troppo sorridente per i miei gusti...

<<Lei chi è? Dove siamo?>> rispondo concitata e parecchio nervosa, potrei essere stata rapita oppure è tutto uno strano sogno. Notando il mio sguardo sospetto e forse un po' intimorito, si blocca dopo aver compiuto due passi nella mia direzione.

<<Cos'è l'ultima casa che ricorda, signorina?>> domanda interdetto il tipo, neanche si degna di rispondere alle mie di domande! Che maleducato.
Prima che possa aprire bocca, un'altra persona entra nella stanza, ma...

<<Perché siete al buio? Leonardi, potrebbe spaventarla!>>

Questa voce mi è famigliare, l'ho già sentita...ma dove? Appena la luce del lampadario si accende punto lo sguardo sul ragazzo appena entrato.

Oh. Certo. Come no. Sicuro.
Lo guardo attentamente dalla testa ai piedi nemmeno fosse una radiografia, impalata come uno stoccafisso. Le gambe toniche fasciate dal jeans, il torace ampio e tirato sotto la maglietta a maniche corte, il tatuaggio nero sul braccio sinistro, i capelli scuri corti con il tipico ciuffo ribelle sulla fronte, il naso dritto, le labbra di una certa consistenza e gli occhi...due smeraldi in un mare azzurro. Bellissimi e ipnotici, li potrei guardare tutto il giorno senza mai stancarmi.

<<È solo un sogno, ho sbattuto la testa e tra poco mi sveglierò.>> dico, distogliendo lo sguardo dal ragazzo. O sto impazzendo o sto sognando, in entrambi i casi sto letteralmente perdendo il senno. Anche se, con la fissazione di Giò e la partita di calcio, potrebbe starci come sogno.

<<Signorina, come si sente? Cosa ricorda?>> insiste il signore brizzolato più allarmato di prima.
Gli dò le spalle, godendo del panorama della piazza illuminata. Leggo l'insegna di un negozio e una terribile verità mi colpisce in pieno petto. Nei sogni non è possibile leggere.

<<Sono molto confusa, non riesco a ricordare niente delle ultime ore.>> mormoro più a me che a loro. Sto davvero impazzendo?

<<Sono un dottore, sono qui per assisterli signorina.>> risponde veloce il brizzolato, avvicinandosi di qualche passo. Mi volto e butto un occhio, prima al ragazzo dietro di lui, e poi al dottore.

<<Dottore? Mi ricoveri!>> affermo decisa.

<<Cosa sta dicendo scusi?>> esclama stupito il brizzolato mentre il ragazzo sbianca.

<<Sono pazza! Se questo non è un sogno perché riesco a leggere, devo essere per forza impazzita.>> dico, esponendo con timore la mia tesi.

<<Signorina, perché dice così?>> domanda stranito il dottore, poverino, è più confuso di me.

<<Vedo Dybala dietro di lei. Sono fuori di testa, che poi...se proprio dovevo perdere la testa e avere le allucinazioni poteva almeno capitarmi Leonardo Di Caprio!>> borbotto irritata, nel frattempo il giocatore spalanca la bocca sotto shock. Ma che vuole? Tanto neanche esiste! Sicuramente la luce l'ha accesa il dottore senza che me ne accorgessi. Si. È così.

<<Perché non si siede e parliamo un attimo? Le va? Vorrei anche controllare la fasciatura alla testa.>> dichiara il dottore, ma io scuoto la testa procurandomi una bella fitta. La smorfia di dolore che ho, intestardisce il brizzolato.

<<Leonardi, che sta succedendo?>> chiede la mia versione di Dybala, avvicinandosi.

<<Non avvicinarti...>> mormoro sbiancando, ma cosa sta succedendo? Voglio solo tornare a casa! Casa... Giovanni! Dov'è mio fratello?

<<Devo chiamare mio fratello, dov'è la mia borsa?>> domando in preda al panico. La borsa...la borsa! In un lampo ricordo tutto, le bomboniere, l'aggressione, la caduta e il salvataggio. La testa inizia a farmi male, sembra sul punto di scoppiare.

<<Paulo esci.>> ordina il dottore, venendo in mio soccorso. Senza esserne pienamente consapevole mi sono portata la testa tra le mani e sono in ginocchio.

<<Ma, sta male? Che le prende? Jessica...>> la voce del mio salvatore provoca un altra fitta, così forte da farmi mugolare di dolore.

<<Cazzo, esci subito!>> urla il dottore fulminandolo con lo sguardo. Dybala, sconfitto, si chiude la porta alle spalle.

<<Prendi questo antidolorifico, vedrai che il dolore passerà.>> prendo la pastiglia che mi passa il brizzolato e la butto giù con un sorso d'acqua.
Ci sediamo sul letto e ho così tante cose da chiedere, che devo sapere!

<<Dybala mi ha salvata vero? Il tizio incappucciato è riuscito a scappare?>> domando curiosa e con un peso sul cuore non indifferente.

<<Si, ma sarebbe meglio se ne parlassi con lui. Io sono solo il medico che ha profumatamente pagato per aiutarti. La botta che hai dato è stata forte, ma hai una testa bella dura. Hai perso sangue da una ferita superficiale sulla fronte, in più il colpo alla schiena ti ha provocato parecchi traumi, avrai dei lividi belli grossi. Le fasciature se vuoi, possiamo toglierle, la ferita sulla fronte si è cicatrizzata.>> appena il dottore smette di parlare, sono sollevata di non aver riportato ferite gravi, così sorrido. Resto ferma mentre con le forbici taglia la garza, sia sulla fronte che sulla schiena.

<<Cosa ne dice di scendere di sotto e porre fine alla preoccupazione di quel ragazzo?>> dice il dottore con un sorriso perverso, quasi si stia divertendo.

<<Penserà che sono una svitata dopo la scenata di poco fa.>> dico, tirando i capelli all'indietro. Che vergogna.

<<Stia serena, Paulo capirà la situazione, non si preoccupi.>> risponde sincero, cerca di assicurarmi, senza successo. Non solo avevo dato di matto ma davanti ad un VIP, l'idolo di mio fratello. Poteva andare peggio di così?

<<Forza andiamo.>> il dottore si alza, recupera le sue cose e si avvicina alla porta.

<<Grazie dottore.>> sento di doverlo ringraziare per il suo aiuto e così lo faccio. Lui sorride di nuovo.

<<Quello che deve ringraziarti sono io, grazie a te potrò fare un bel regalo di anniversario a mia moglie.>> ribatte felice e contento. Cavolo. Quanto dovrà sborzare Dybala?

<<Se lo può permettere, non si preoccupi. Ora andiamo o gli verrà un infarto, quel ragazzo ha il cuore debole.>> il dottore apre la porta e insieme ci dirigiamo dal mio salvatore, il ragazzo che mi ha soccorso senza pensarci due volte, il calciatore più famoso del momento, la punta di diamante della Juventus: Paulo Dybala.

Spazio autrice:
Ok non è lunedì ma non ho resistito, siamo pur nel weekend giusto? Finalmente Dybala si è palesato e niente...al prossimo capitolo 😂

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora