Titanic

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Siamo di nuovo in macchina con la musica alta che esce dalle casse e direzione sconosciuta, almeno per me. Paulo è silenzioso, guida nel traffico senza fare una sola espressione. A volte mi chiedo se sia un robot o un alieno dotato di infinita pazienza.

<<And it's just my soul responding to the heavy heart i'm holding. And it's just my soul responding to the love, to the love, you took from me...>> canticchio il ritornello finale della canzone di Amber Run, che mi rattristisce un po' per ovvi motivi.

Mando un messaggio a Miriana, per aggiornarla sugli ultimi sviluppi promettendo che la chiamerò appena possibile. So che avrei dovuto trovare un minuto libero da poterle dedicare, ma Paulo si stava imponendo nell'occupare tutto il mio tempo.

Mando un messaggino anche a mamma, non la sento da un paio di giorni ed è piuttosto strano. Di solito mi bombarda di chiamate, minimo una appena svegliata e una prima di andare a dormire. Il suo silenzio è strano oltre che sospetto.

Appena Paulo parcheggia blocco lo schermo del cellulare e lo chiudo in borsetta. Scendiamo dalla macchina e capisco subito dove stiamo andando, gli sorrido sorpresa.

<<Il Parco del Valentino?>> dico, notando la struttura quasi da Harry Potter dell'università di architettura. È sempre pieno di persone che corrono, turisti e padroni con i loro cani. Strana scelta, ma apprezzatissima.

<<Si, ci sei già stata?>> domanda, facendo scattare le sicure della macchina. Si calca un cappello con la visiera sugli occhi e un paio di occhiali da sole con le lenti scure.

<<In realtà no, nel tour con Giò e Caterina abbiamo evitato il parco.>> lo metto al corrente, desideravo visitare il parco e magari accarezzare i famigerati scoiattoli. Fare foto e rilassarmi immersa nella natura.

<<Perché?>> domanda, mentre camminiamo verso l'entrata uno accanto all'altro, con le mani che si sfiorano, quasi spero che mi prenda per mano, ma non lo fa.

<<Caterina ha il terrore degli scoiattoli, valla a capire.>> borbotto, scocciata ed emozionata. C'è un via vai di persone, anche alcuni studenti e non sto più nella pelle. Senza dire nulla corro verso destra, nel percorso d'entrata.

Schiaccio i ciottoli bianchi sotto le scarpe guardandomi attorno meravigliata, ci sono alberi altissimi con tronchi mastodontici, alture con una vegetazione più fitta. Le cornacchie volano nel cielo azzurro insieme ai gabbiani, e un po' mi sento a casa. Mi fermo quando una macchia marroncina attira la mia attenzione.

<<Sei matta? Che ti è preso?>> esclama Paulo raggiungendomi di corsa. Gli faccio segno di fare piano e ricevo uno sguardo corrucciato. Lo scoiattolo con la coda arruffata annusa l'aria interdetto, nel bel mezzo del marciapiede.

<<Sssh, fai piano altrimenti scappa.>> gli sussurro, Paulo tira fuori il cellulare per scattare delle foto, forse nemmeno lui è mai stato così vicino ad uno scoiattolo. Mi accovaccio e allungo una mano, con il palmo sollevato.

<<Non abboccherà mai Jess, sono animali furbi.>> mormora Paulo, con il cellulare pronto. Non solo si sbaglia ma ne avrà la prova. Lo scoiattolo si avvicina, mi annusa il palmo e si lascia accarezzare la testolina. Ma non finisce qui, arrivano altri due scoiattoli accanto al primo.

<<Cosa sei, una sirena per scoiattoli?>> esclama stupito facendo una marea di foto e video, gli sorrido felice di averlo smentito e per aver coccolato le piccole bestiole.

<<Guarda quanto sono piccoli e adorabili!>> mormoro, ancora circondata dai pelosetti che saltellano qua e là. Dybala ride.

<<Piccolo? Ma l'hai visto quello? È obeso cavolo!>> indica il più grande del gruppo, con una pancia bella gonfia. In effetti è goffo e grassottello, anche un po' spennacchiato sulla coda.

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora