Reazione a catena

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Osservo Giò incosciente da circa cinque minuti, il dottore ha detto che lo svenimento è stato causato dal forte shock, non posso non sentirmi in colpa. Se avessi avuto il coraggio di raccontargli tutto, le cose sarebbero andate in maniera diversa.

<<Jessy?>> mormora mio fratello, con voce impastata. I due zaffiri brillano leggermente offuscati, si guarda intorno e sospira sollevato.

<<Fratellone, come ti senti?>> domando avvicinandomi al lettino bianco. Osservo i suoi capelli biondi muoversi mentre si guarda intorno per una seconda volta, poi si abbandona sul morbido del lettino.

<<Sto bene Jessy, cosa è successo?>> chiede portandosi una mano tra i capelli, lì dove troverà un bel bernoccolo. Meno male che ha la testa dura!

<<Sei svenuto Giò!>> lui aggrotta le sopracciglia chiare, e scoppia ridere.

<<Ho fatto un sogno stranissimo, sai? C'eri tu che abbracciavi Dybala, poi è spuntato pure Buffon. Da pazzi eh?>> straparla mio fratello. Oddio, pensa di aver sognato tutto... tale sorella tale fratello eh?

<<Ehm Giò, veramente è tutto ve...>> tenti di dirgli, ma la porta si apre e il ciuffo moro di Paulo fa capolino. Giò sussulta e sbianca. Faccio segno al calciatore di uscire, lui annuisce e richiude la porta.

<<Oddio, l'hai visto anche tu vero? Sto impazzendo? È così Jessy?>> borbotta in crisi isterica scendendo dal lettino con un salto. Cammina avanti e indietro per la stanza, la tensione è alle stelle.

<<Giovanni Ferrari, smettila di fare avanti e indietro! Sta fermo e stammi a sentire!>> alzo la voce, rimettendolo in riga. Giò si blocca e va a sedersi sul lettino a braccia conserte.

<<Quello non era un sogno, io e Paulo ci conosciamo davvero e quello era veramente Gigi.>> gli racconto tutto, dall'inizio alla fine. La reazione violenta di Giò non tarda ad arrivare.

<<Come hai fatto a riempirmi di bugie per tutto questo tempo? Diavolo Jessica!>> urla arrabbiato, preoccupato e ferito. Mi faccio piccola piccola, perché mi merito una bella sgridata. Forse così mi sentirò meglio e potrò andare avanti.

<<Che succede qui?>> la voce di Dybala irrompe nella stanza, ma non ho il coraggio di guardarlo. La vergogna mi fa tenere il capo chino. Una mano mi fa alzare il mento, e incontro lo sguardo di ghiaccio di Paulo. Mi accarezza una guancia con dolcezza e poi punta tutta la sua attenzione su mio fratello.

<<Signor Ferrari, capisco la situazione ma prendersela con sua sorella non ha senso. Ha mentito per me, per colpa della mia fama.>> dice con orgoglio, posando una braccio muscoloso sulle mie spalle. Giò nota il gesto di confidenza e serra la mascella.

<<Gli affari tra me e mia sorella non sono di sua competenza.>> risponde nervoso, contando sulla sua sicurezza di avvocato. Però ha ragione, riguarda noi due.

<<Ti ho spiegato tutto, compreso ciò che mi ha fatto prendere questa decisione. È così difficile perdonarmi ed andare avanti?>> domando esasperata, ma più decisa. La presenza e l'appoggio di Paulo mi fa sentire invincibile, potrei affrontare qualsiasi cosa.

<<Io sono tuo fratello Jessy, mi fa male essere rimasto all'oscuro di tutto questo. Avrei potuto aiutarti, evitato di farti uscire di sera e accompagnato dove volevi. Ti sarei stato accanto, anche in questo.>> mormora triste, la rabbia ha abbandonato il suo corpo e si avvicina per abbracciarmi. Lo stringo, appoggiando il viso sul suo petto solido.

<<Mi dispiace Giò, davvero. Mi sono ritrovata in qualcosa di così grande in così poco tempo che ho reagito d'impulso.>> sussurro, sperando mi capisca davvero. Lui annuisce e mi lascia andare.

<<È tutto perdonato Jessy, ora ricominciamo da capo e presentami il ragazzo che ti ha soccorsa.>> dice Giò con un sorriso teso. Paulo si avvicina e allunga la mano destra.

<<Paulo Dybala.>>

<<Giovanni Ferrari.>>

I due si studiano a vicenda per un po', finché il tifoso sfegatato che in Giò non esce fuori in tutto il suo splendore.

<<Posso... posso chiederti un autografo e una foto insieme?>> chiede con una luce negli occhi quasi accecante. È pur sempre il giocatore dei suoi sogni. Dybala ride, stemperando la tensione.

<<Certamente, a patto che voi veniate con la squadra alla festa dopo partita.>> Giò annuisce estasiato, alla faccia che voleva stare a casa presto! Io sto ancora cercando la mia mascella sul pavimento lucido...

<<Che ne dici Jess?>> gli occhi di Dybala mi ipnotizzano, sono talmente particolari da creare una sorta di caos nel mio cuore. Cosa devo rispondere?

<<Ho una tuta addosso, Paulo.>> gli faccio notare, dovrei indossare qualcosa di più appropriato giusto?

<<È un uscita informale in una sala di un hotel qui a Milano. Per farti sentire più a tuo agio posso dire ai ragazzi di restare in tuta.>> propone tranquillo, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Giò resta spettatore, ma mi guarda come un cucciolo bastonato, se non avesse una dignità mi pregherebbe di accettare la proposta.

<<Va bene, ci sto.>> Paulo sorride felice e ci fa cenno di uscire dalla stanza e di seguirlo. Giò mi si affianca e notiamo che lo stadio ormai è vuoto, siamo rimasti solo noi.

<<Shawn, Francisco è pronto?>> domanda Dybala alla guardia del corpo.

<<Si signore, ci sta aspettando.>> risponde con un aria scettica, di certo non ha idea che noi andremo con loro. Tutti e quattro usciamo dallo stadio e ci infiliamo in una Mercedes nera con i vetri oscurati, guidata da Francisco.

<<Devo portare i signori a casa?>> domanda Francisco, ottenendo una risposta fredda dal suo capo.

<<Assolutamente no, verranno con noi.>>

Posizionata tra Giò e Dybala, osservo il primo guardare fuori dal finestrino e il secondo mandare una serie di messaggi con il cellulare. Appena attiva Internet viene inondato di messaggi, foto e commenti sui vari social. Dopo aver fatto ciò che doveva, con il telefono ancora intasato, lo rimette in tasca e senza farsi notare mi stringe la mano. Intreccia le nostre dita accanto alla sua gamba, nascosto dal sedile nero.

Il cuore batte forte, l'ansia di stargli accanto in un ambiente che non conosco è tantissima. Potrò essere all'altezza? Con il pollice inizia a formare piccoli cerchi sul dorso della mia mano, arrossisco e butto un occhio sul suo viso. Non mostra alcuna emozione, guarda davanti a sé senza muovere nessun muscolo tranne le dita. È così bello... mentalmente mi do uno schiaffo. Devo smetterla di pensare a certe cose!!! Alzo gli occhi al cielo, ammirando il nero del tettuccio della macchina lussuosa. Qualsiasi cosa accada, una cosa è certa: sarà una luuuuunga serata.

Spazio autrice: siamo solo all'inizio signore 😂 e qui la carne è debole!

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora