L'addio al nubilato (parte 2)

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Dovrei uscire dalla piscina, stringere il corrimano e cercare di non scapicollarmi nel salire i gradini fino al bordo piscina, invece resto immobile come una statua di marmo. E pure a mascelle spalancate!

Se si desidera tanto qualcosa è possibile che diventi realtà? Sembra un sogno, anche se dall'espressione arrabbiata di Paulo, potrebbe trasformarsi in un incubo nell'arco di tre secondi. Alla luce soffusa i suoi appaiono più scuri, caldi e gelidi allo stesso tempo. È in piedi, con addosso un completo blu con tanto di papillon a pois e i capelli portati all'indietro. È elegantissimo, cosa ci fa qui?

La frase che ha pronunciato con arroganza è sospesa tra noi, e proprio non capisco. È lui che è scomparso non io. Che colpe ho?

Si avvicina con sicurezza, lancia la giacca sulla sdraio e inizia a sbottonarsi la camicia bianca. Abbandona i gemelli e la camicia, scoprendo il petto perfetto, fa scivolare la cinta in pelle dai passanti dei pantaloni e anche quelli vanno a fare compagnia al mucchietto di vestiti che si sta piano piano formando.

In boxer scende la scala ed entra in acqua, è così determinato da far paura. Un po' mi sento braccata, ma l'eccitazione sovrasta tutto il resto e vederlo mezzo nudo azzera la mie capacità cognitive. L'ambiente intimo poi, non aiuta affatto. Mi impongo di non cedere al suo fascino, al bel faccino da ragazzo gentile e giocoso, perché non può fare come vuole. Sparisce e riappare quando ne ha voglia, se intende andare avanti così si sbaglia di grosso. I suoi giochetti li facesse con qualcun'altra.

Si immerge, scomparendo per pochi secondi nell'acqua calda della piscina. Le luci azzurre sono state sostituite da un caldo rosso, in sottofondo della musica classica rende tutto così intimo da spaventarmi. Forse dovrei andare via prima che sia troppo tardi, ormai non posso fidarmi nemmeno di me stessa. Potrei cedere.

Paulo riemerge con i capelli scompigliati appiccicati alla fronte, i pettorali bagnati grondano goccioline che percorrono gli addominali fino a ricongiungersi con l'acqua.
Cederò di sicuro.

Maledico il mio stupido tentativo di evadere, restare qui è stato un errore. Se non esco subito da qui sarà più di un errore sarà una catastrofe, sono stanca di soffrire per colpa degli uomini. Che situazione di merda.

Pericoloso come un cobra si ferma ad un palmo dal mio naso, tento di indietreggiare ma con la schiena sfioro il bordo freddo della vasca. Sono in trappola.

<<È stato così facile cancellare il mio ricordo dalla tua bella testolina oppure mi sono fatto un idea sbagliata di te, sai sono indeciso...>> dice, con una voce cattiva e uno sguardo gelido che mi feriscono nel profondo. È arrabbiato, e questo è un nuovo aspetto che scopro di lui. E non so se mi piace.

<<Che intendi dire?>> mormoro schiacciata contro il bordo della piscina. Sto dimostrando poco coraggio nell'affrontarlo, la voce poco ferma lo conferma. Di solito ho grinta da vendere ma con lui stento a riconoscermi.

Il tatuaggio sul braccio è ancora più bello da bagnato, sembra più nero e spesso. Gli zigomi sono tesi e brillano sotto la luce fioca, delle guanciotte che tanto adoro nemmeno l'ombra. Mi intrappola con entrambe le braccia, il tatuaggio all'altezza delle spalle. Sono braccata, non ho vie di fuga.

<<Vai in discoteca e ti diverti con gli spogliarellisti...quindi mi chiedo: mi hai mentito per tutto questo tempo?>> sussurra al mio povero orecchio, il suo respiro caldo sul collo e il suo profumo che mi invade le narici.

È troppo vicino.
Dovrei pensare a come ribattere, chiarire la mia posizione, invece i pochi neuroni che ancora cercano di funzionare mi segnalano la sua estrema vicinanza. Sono un caso perso. Apro la bocca per rispondere qualcosa, non so cosa, ma spero in qualche parolina piccata per farmi rispettare, invece le sue labbra si chiudono sul mio lobo torturandolo con i denti.

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora