When the darkness comes (parte 2)

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Una volta scaldati a sufficienza, avverto le mani bollenti del ragazzo attraverso lo strato sottile della maglietta. Siamo vestiti è vero, ma ho la sensazione di essere nuda, troppo esposta. Evito il suo sguardo diretto, chiudo gli occhi e resto con la guancia premuta contro il suo petto solido.

Shawn sospira, alza il viso verso il getto d'acqua e respira affondo. Dopodiché esce, creando una bella pozza d'acqua sul pavimento. Senza scivolare si allunga per prendere l'accappatoio nero appeso dietro la porta, con la mano poco ferma mi avvolge nella stoffa asciutta ponendomi con i piedi per terra.

Si toglie il maglioncino e anche la camicia sotto il mio sguardo offuscato e poco lucido. Ha un fisico ammirevole, scolpito e resto con gli occhi sulla sua tartaruga per circa tre secondi prima di fissarlo sulla parete bianca. Con solo i jeans addosso esce velocemente e torna con in mano dei vestiti puliti, me li porge e con un sorriso appena accennato mi alza il cappuccio dell'accappatoio sulla testa.

<<Fai con calma.>> mormora, ad un passo dal mio naso. Restiamo a fissarci per un tempo indefinito, finché lui non si riscuote e va via chiudendosi la porta alle spalle. Forte.

Resto sola a contemplare il vuoto, con il cervello perso in una miriade di ricordi dolorosi. Il viso di Paulo fa capolino e sovrasta tutto il resto, provocandomi un sacco di dolore. I momenti belli si intrecciano a quelli brutti, e rischio di scoppiare di nuovo a piangere. Con movimenti lenti indosso i pantaloncini e la maglietta enorme di Shawn, asciugo al volo i capelli ed è incredibile di quanto sia apatica. Dovrei preoccuparmene, ma scuoto la testa. Non voglio fare nulla, solo dormire e sperare che tutto questo sia solo un incubo.

Esco dal bagno con i capelli arruffati e il viso in fiamme, passare dal freddo al caldo in meno di dieci minuti può fare più male che bene a volte. Trovo Shawn di spalle, accanto ad una finestra. È teso, forse si sta rendendo conto della cazzata che ha fatto. Non solo ha mentito ma mi ha anche nascosta. Se saltasse fuori per lui si metterebbe davvero male. Gli poso una mano sulla spalla, fasciata da una maglietta nera aderente, e sussulta. A quanto pare il ragazzo non sta meglio di me. Ha i capelli ancora umidi e gli occhi scuri impenetrabili.

<<Come ti senti?>> domanda, senza guardarmi.

<<Meglio, grazie.>> rispondo, guardando fuori, il cielo è scuro e piove parecchio. Chissà dove sarei a quest'ora se Shawn non avesse insistito.

<<Bene, se vuoi riposare la camera da letto si trova di là.>> dice freddo, indicando una porta chiusa con il pollice. Aggrotto le sopracciglia, presa in contropiede dal suo tono gelido. Prima che possa rispondere il suo cellulare squilla di nuovo e mi fa segno di fare silenzio.

<<Dimmi.>> dice secco. Si porta una mano sugli occhi e cammina avanti e indietro, nervoso.

<<Non ho novità, purtroppo non posso fare più di così.>> continua, quasi aggressivo. Si blocca e strizza gli occhi, arrabbiato.

<<A domani.>> attacca e stritola il cellulare in pugno.

<<Devi chiamare tuo fratello, rassicurarlo e dirgli di non preoccuparsi. Tra non molto Paulo lo chiamerà e se non ti copre...si preoccuperà ulteriormente e non è giusto.>> dice, guardandomi come se si fosse pentito di tutto. Mi sento sprofondare ancora di più nello sconforto e nel dispiacere. Sto facendo solo un casino dietro l'altro.

Annuisco, prendo il cellulare e parlo con Giò. Gli spiego ciò che è accaduto a grandi linee, vorrebbe che tornassi a casa ma non me la sento. Mi giura che farà del suo meglio, e io che sono al sicuro ma che ho bisogno di tempo.

Appena termino la chiamata sento le forze venire meno, e sbando verso destra. Ho la vista offuscata, un velo bianco davanti agli occhi. Shawn mi sorregge e sembra sciogliersi un po', appoggia il mento sulla mia nuca e sento le sue dita sfiorarmi i capelli.

Show Me Love /// Paulo Dybala Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora