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U
na delle creature più rare, più impressionanti e più potenti mai conosciute in Asia orientale è il kirin simile all'unicorno. È un animale regale, santo e altamente riverito e spesso considerato un dio a sé stante. Il kirin è una bestia chimerica che assomiglia ad un cervo con scaglie come quelle di un drago che copre il suo corpo. Ha una coda simile a quella di un bue e una criniera fluente. Il suo corpo e la sua criniera sono coperti da un brillante fuoco santo. La sua faccia è l'immagine di assoluta serenità.
Un animale gentile, il kirin non mangia mai la carne di altri esseri, e fa molta attenzione a non calpestare mai nessun essere vivente, nemmeno gli umili insetti. Quando cammina, lo fa senza calpestare un singolo filo d'erba. La sua bellezza è superata solo dalla sua rarità; I kirin compaiono solo durante i periodi di pace mondiale, durante i regni di governanti nobili e illuminati, in terre di proprietà di persone saggi e benevoli, o come annunciatori di un'età dell'oro. Kirin non danneggia mai le anime buone e pure, ma sono veloci e feroci per attaccare se minacciate, respirando il fuoco sacro dalle loro bocche.
Poiché i kirin sono animali di purezza e bontà, sono stati utilizzati nelle incisioni e nei dipinti come simboli di queste virtù fin dai primi tempi. Sono anche visti come simboli di giustizia e saggezza. A causa della loro santità, le immagini del kirin spesso adornano templi e santuari. Sono presagi di grande fortuna e fortuna, e l'aspetto di un kirin è spesso ritenuto un segno dell'arrivo di un grande leader o di un uomo saggio.
Kirin è stato originariamente introdotto in Giappone tramite miti e leggende cinesi, dove sono noti come qilin. Nel corso del tempo, la versione cinese e giapponese divergono in creature leggermente diverse. In Giappone, il kirin è considerato la bestia più potente e sacra di tutti, superando il hō-ō e il tatsu al potere.
La giraffa è anche chiamata kirin in giapponese, chiamata per i tratti che condivide con il santo kirin. Le sue lunghe gambe, il modello squamoso, la natura gentile e le manopole sulla sua testa devono aver ricordato ai primi giapponesi di vedere una giraffa di questo animale più sacro.
