~IN TRAPPOLA (pt. 2)~

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Continuo a lanciare e rilanciare questa stupida pallina, fino a che, per sbaglio, non va sotto l'armadio.

Cerco di riprenderla infilando la mano sotto al mobile e palpo il pavimento per trovarla, ma tocco solo la polvere. Abbasso la testa e cerco di vedere qualcosa.

"Che cosa...?" mormoro riferendomi ad un oggetto luccicante nascosto nell'ombra.

Lo prendo e me lo rigiro tra le mani.
Un bracciale d'oro con un ciondolo a forma di tartaruga.
Mi metto seduta a gambe incrociate, immersa nei miei pensieri, quando di scatto mi sento essere presa per i fianchi.

<Che stai facendo?> dice soffiandomi in faccia Pennywise, come un toro inferocito.

<N-niente...> rispondo chiudendo gli occhi e nascondendo il ciondolo dietro la schiena, ma deve averlo visto perché me lo strappa dalle mani.

<Cosa ci facevi con questo?!> grugna sbattendomi il bracciale in faccia.

<L'ho appena trovato.... sotto l'armadio....> mi giustifico.

Sbuffa incazzato e mi lascia cadere per terra. Ora che sono sotto di lui mi sento imponente e molto molto piccola rispetto a lui.

Mi fissa per molto con i suoi occhi gialli luminosi. Presa dalla paura mi copro le mani con il viso e mi porto le ginocchia al petto, ma sento solo la sua risatina divertita e i suoi passi allontanarsi dalla camera.

Tolgo le mani dalla faccia e noto che ha lasciato la porta aperta, così esco dalla camera e lo seguo a passo felpato, quando prima delle scale che portano al piano di sotto si ferma di colpo e io sbatto contro la sua schiena.

<Che vuoi?> mi chiede arrogante.

Prendo coraggio e chiedo: <I-il bracciale..... di chi era?>

<Di un bambino.> e continua a scendere le scale, così lo seguo a ruota.

<Di quale bambino?>

<Che ti importa?>chiede sempre senza girarsi.

<No, niente.> rispondo rassegnata.

Siamo in cucina, poi d'un tratto si gira verso di me.
<Tieni> dice <l'ho preso per te.>

Un panino al prosciutto crudo.

Lo afferro un po' timida e riesco a dire soltanto un flebile "grazie" .
Bevo un po' d'acqua dalla bottiglietta che mi ha portato e mi alzo, ora sazia.

Lui mi è rimasto a fissare tutto il tempo, per cui sono un po' rossa in faccia.

Anch'io lo fisso aspettando che mi dicesse qualcosa, ma nulla.
Poi mi prende in braccio e mi porta al piano di sopra, sempre in quella camera.
Mi porta sul materasso e si siede accanto a me.

<Scusa, se ti ho trattata così.> mormora. Ora sembra essere tornato il pagliaccio che era prima.

<Non fa nulla ma, perché?>

<Perché non sopporto che tu stia a contatto con altre persone, voglio che tu sia solo mia.>

Le sue ultime parole mi fecero strano, e non capivo.

<E poi... con quei soggetti...> continua.

<Che intendi, scusa?>

<Quei ragazzi, mi vogliono uccidere, Jenny!>

<Loro? Non sembrano tipi da...>

<Beh invece lo sono!> conclude, irritandosi un po'.

<E tu ci vai a passeggio.> afferma fra sé e sé.

<Ascoltami.> dico alzandomi in piedi <Anche per me tu sei importante, ma non puoi impedirmi di frequentare persone che mi vogliono bene e che sono gentili con me. Io ti voglio tanto bene e....>

<ASCOLTAMI TU INVECE!! NON FREQUENTERAI QUEI RAGAZZI, NON TE LO PERMETTERÒ!>

<Beh allora fattene una ragione!> dico con le lacrime uscendo dalla camera e dirigendomi al piano di sotto.

Di corsa prendo il mio zaino e esco dalla casa, monto sulla mia bici e corro a più non posso.

~MINE~ {Pennywise}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora