i hope you don't mind if i come here to cry𝑰
Il cielo era coperto da nuvole nere che impedivano ai raggi del sole di illuminare il viso di Luhan, ora bagnato da lacrime amare, che si facevano spazio sulle sue guance ormai ogni sera.
Era seduto sul freddo pavimento del suo piccolo monolocale, le mani stringevano qualcosa di così piccolo ma così prezioso, qualcosa che mai e poi mai Luhan avrebbe potuto abbandonare.
Un ragazzo di qualche anno più piccolo abitava nell'appartamento accanto al suo, e riusciva ad udire quei singhiozzi disperati che gli spezzavano il cuore ogni volta.
Sehun non riusciva a comprendere il motivo di tanta tristezza, non capiva cosa ci fosse di talmente spaventoso nella mente di Luhan da farlo piangere così disperatamente.
Vivevano accanto da oltre tre anni, ma nonostante questo, i due non avevano stretto alcun tipo di legame.
Sehun, una sera, non riusciva a smettere di pensare al suo vicino. Si chiedeva se fosse triste in quel momento, se stesse piangendo. Luhan, dal canto suo, avrebbe voluto aprire la porta rovinata dell'appartamento numero 22, ㅡnonché quello appartenente a Sehunㅡ e correre tra le sue braccia, dove era sicuro avrebbe trovato conforto. Non sapeva esattamente il motivo, aveva visto il viso del corvino si e no quattro volte, ma ogni volta che piangeva, si domandava come sarebbe stato essere invaso dal suo profumo, dai suoi tocchi.
Luhan guardò fuori dalla grande finestra nel suo salotto, seguendo con gli occhi delle piccole gocce di pioggia che scivolavano su di essa. Solo in quel momento si accorse di star piangendo, e così, con le maniche del suo maglione bianco, si asciugò quel viso prezioso, ma al contempo stanco e sciupato.
La pioggia sembrava aumentare mano a mano che i secondi passavano, diventando così assordante che impediva ai pensieri di Luhan di esser sentiti da lui stesso. In parte era una cosa positiva, ma dall'altra, lo confondeva ancora di più; così la sua testa cominciava a far male, delle fitte dietro la nuca che gli toglievano il fiato, obbligandolo ad rannicchiarsi in un angolo buio della casa.
L'unica cosa che lo spinse ad alzarsi, fu il campanello della porta. Rimase in completo silenzio, immobile, come se facendo un respiro la persona dall'altra parte del muro si sarebbe accorto della sua presenza.
Un'altra volta.
Luhan si chiese per quale motivo qualcuno dovesse suonare proprio al suo appartamento, insomma, pensava che nessuno in quell'edificio si era accorto della sua esistenza.
Un'altra ancora.
Luhan, con passi stanchi ma quasi felpati, si avvicinò a quella porta di legno, posandoci l'orecchio.
«Si?» —Domandò a bassa voce, sentendosi la bocca secca.
«Sono il ragazzo del 22.. –»
Bastò questa frase per far scattare la serratura del biondo, non aprendo, però, completamente la porta. Gli bastava un piccolo spazio per permettere ai suoi occhi di ammirare la figura del ragazzo davanti a lui.
Il corvino non trovò le parole, quelle parole che aveva preparato fino a due minuti prima. Schiuse le labbra per dire qualcosa, ma subito dopo le serrò, vedendo come quell'occhio da cerbiatto lo stava fissando, quasi a leggere i suoi segreti più intimi.
«Ecco, io —cominciò, balbettando un pochino,— volevo soltanto sapere come stavi.»
Terminò la frase, guardando la porta aprirsi un pochino di più, ma sempre impedendo una buona percentuale di visuale a Sehun.
«Come sto?»
Chiese una conferma l'altro, un po' confuso, ad essere sinceri. La sua voce tremava, —sia a causa del pianto precedente, sia per la presenza del suo vicino— e i suoi occhi indugiavano su quella figura che emanava nervosismo da ogni poro.
«Sto bene.»
Rispose dopo un annuire da parte di Sehun, che ora piega leggermente la testa verso destra.
«Sei sicuro? A me non sembra.»
Il corpo di Luhan cominciò a tremare in modo più violento, la mano fredda stringeva con forza il pomello della porta; quasi provò dolore.
«Ho detto che sto bene. —Ribadì ancora una volta— Puoi andare, adesso.»
Desiderava parlare con il suo vicino da sempre, da quando l'aveva visto per la prima volta mentre saliva le scale con due buste della spesa, e allora perché lo stava mandando via? Era come se avesse paura, ma di cosa, esattamente?
Chiuse la porta, spezzando ogni contatto visivo con quel ragazzo; posò la schiena contro il legno rovinato e chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo, che lo avrebbe calmato dal suo batticuore esagerato. Sehun, nonostante quel rifiuto palese, si sentiva sollevato. Aveva finalmente parlato con il suo adorato vicino, che occupava tutti i pensieri nella sua pazza mente.
Riuscì a sentire un singhiozzo da parte di Luhan; ormai per il minore era un abitudine sentirli, ma il suo cuore si sentiva indebolito ad ogni lacrima che il biondo versava sul pavimento gelido.
hey babies !!
inizio col dire che questa doveva partire come una one shot, ma dato che ho questa storia nelle bozze da tre mesi e non ancora la finisco, ho deciso di pubblicarla a pezzetti 👌🏻SO sperò che questo inizio vi piaccia, avevo voglia di scrivere una hunhan perche vAFFANCULO MI MANCANO DA MORIRE ok
STAI LEGGENDO
i hope you don't mind if i come here to cry。hunhan
Fanfiction「 hunhan 」 Luhan corre da Sehun ogniqualvolta sente il bisogno di piangere. ⓒ adoresehun, 2018 [ in love with a ghost]