XIII

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i hope you don't mind if i come here to cry

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𝑿𝑰𝑰𝑰

Luhan in quel momento era in macchina con Sehun, e stavano andando a casa dei genitori di quest'ultimo. L'unico problema era che, però, non erano i soli in macchina.
Quando stavano uscendo dall'appartamento, si imbatterono in Joohyun, nonostante fosse andata via quindici minuti prima.
«Ho spostato l'appuntamento dalla estetista così posso venire a pranzare dai tuoi.»
Aveva detto lei al suo ragazzo, dopo aver notato che c'era anche Luhan. Gli stava simpatico, il biondino, nonostante fosse un tipo chiaramente timido.
«Sehun, posso restare a casa?»
Quella doveva essere un'affermazione, ma suonò più come una domanda. Luhan non voleva assolutamente passare del tempo con quei due insieme, non voleva assistere alle loro smancerie. Ma allora perché era salito in macchina?
Era sui sedili posteriori, a guidare era Sehun e accanto a lui c'era Joohyun. Luhan non aveva neanche il coraggio di alzare lo sguardo.
«I tuoi che ne pensano della meta per la luna di miele?»
Ecco, appunto.
Al solo sentire quella parola al biondo gli si chiuse lo stomaco.
«Hanno sempre amato l'Italia, perciò ne sono entusiasti.»
Italia.
Luhan era da anni che desiderava andarci. Era stato in quasi tutti i paesi del mondo, ma l'Italia mancava all'appello. Avrebbe voluto visitare Roma, il luogo dove sua madre aveva vissuto per tre anni.
Joohyun è così fortunata, pensò tristemente mentre la guardava da dietro.
Sehun vide il riflesso del maggiore grazie allo specchietto retrovisore, e avrebbe voluto fermare la macchina ed andare ad abbracciarlo.
A cosa stava pensando?
Perché sembrava così triste?

Non ci misero troppo ad arrivare alla loro destinazione, Sehun parcheggiò nella piccola stradina e poi tutti e tre scesero dalla macchina, Luhan con pochissima voglia. Si sentiva così dannatamente fuori posto.
«Mamma, Papà, lui è Luhan. Viviamo nello stesso condominio.»
Pronunciò Sehun facendo risvegliare il biondo, che era immerso nei suoi pensieri mentre guardava quella casa.
«È un onore.»
Fece un inchino e i signori sorrisero, esprimendo come erano contenti di conoscere un amico di loro figlio.
Si sedettero a tavola, e Luhan aveva soltanto voglia di piangere. Si sentiva così malinconico, quel l'atmosfera calda di famiglia lo rendeva nervoso a livelli altissimi, e di certo non voleva avere un altro attacco di panico.
Cominciarono a mangiare, Luhan ascoltava gli altri parlare del matrimonio, del vestito della sposa, del cibo che si degusterà.
Quel nodo alla gola non voleva proprio slegarsi, aveva bisogno di aria. Il minore, smise di ascoltare per un attimo i suoi genitori e guardò alla sua sinistra, dove era presente Luhan. I loro occhi si incontrarono ma il biondo spezzò quel contatto immediatamente.
«Tutto bene, Luhan?»
Domandò il padre di famiglia, dopo aver inghiottito il suo boccone. Lui velocemente alzò lo sguardo e annuì, fingendo un sorriso.
«Il cibo è ottimo, signora Oh.»
Disse non volendo sembrare scortese, dato che non aveva aperto bocca durante tutto il pranzo. La signora sorrise e lo ringraziò, invitandolo a riempirsi il piatto nuovamente.
Sehun, però, non smetteva di guardarlo. Era preoccupato, e forse portarlo lì non era stata una buona idea.
«Sembra pallido.»
Fece notare Joohyun, dall'altra parte del tavolo.
«Lo accompagno a prendere una boccata d'aria.» Si offrì Sehun, ma il padre lo bloccò.
«Vado io, tu non hai ancora finito di mangiare.»
Così, il Signor Oh e Luhan si recarono fuori in giardino, il biondo ringraziò il cielo, stava per morire lì dentro.
Ma allo stesso tempo, il comportamento dell'anziano lo rendeva nervoso.
«Va meglio?»
Chiese lui, guardandolo.
Luhan annuì e si scusò, dicendo che non amava i luoghi chiusi.
«Da quanto vi conoscete?»
Ecco. Lo sapeva.
«Uhm... Qualche mese.»
L'uomo guardò all'interno, e vide Sehun con gli occhi puntati sul biondo.
«Senti... —Cominciò, mettendosi le mani in tasca— Non voglio sapere che tipo di relazione abbiate tu e mio figlio, ma sono sicuro che non vada bene.»
La bocca di Luhan si seccò, cercò di dire qualcosa, ma il signore lo bloccò.
«Sehun sposerà quella ragazza, quindi non lo confondere. So già come sono i tipi come te.»
Detto questo, l'anziano rientrò in casa, lasciando Luhan li fuori, immobile. Voleva scappare via, voleva tornare a casa e chiudersi dentro.
Si guardò intorno con il fiato corto e notò che c'era un piccolo cancello che dava sulla strada. Poco importava lasciare il cellulare dentro casa, doveva andarsene.
«Luhan?»
Chiese Sehun come vide rientrare suo padre da solo. Lui alzò le spalle e si risedette a tavola, prendendo le bacchette.
«Ha detto che doveva tornare a casa.»
Il moro si alzò immediatamente da tavola, brutto vecchio rincoglionito. Cosa diavolo gli aveva detto?
Prese la sua giacca e quella di Luhan, Joohyun lo guardò confusa.
«Dove vai?»
«Se Luhan è andato via significa che non si sente bene, devo accompagnarlo.»
«Siediti immediatamente.»
Comandò il padre, guardandolo male. Ma Sehun non aveva proprio intenzione di ascoltarlo. Uscì sul giardino anche lui, corse con lo sguardo che sfrecciava da una parte all'altra, alla ricerca del suo Luhan.
Dove ha intenzione di andare a piedi?
Decise di prendere la macchina, ci avrebbe messo meno tempo. Fece il giro della casa, salì in auto e accese il motore. Percorse la strada che immaginava Luhan avesse fatto, e ci vollero pochi minuti per vederlo camminare su uno dei marciapiedi.
Abbassò il finestrino ed accostò, richiamandolo più volte, ma il maggiore non si degnava a fermarsi. Sehun fu costretto a scendere dall'auto ed a rincorrerlo.
«Lasciami, voglio tornare a casa.»
Con la voce tremante disse, scivolando via dalla presa di Sehun.
«Cos'è successo? Che ti ha detto mio padre?»
«Niente.»
Mentì, con lo sguardo basso. Il corvino afferrò il suo viso e lo alzò, notando quegli occhi da cerbiatto pieni di lacrime.
«Piangi? —Sehun era incredulo— Giuro che lo ammazzo-»
«Smettila. —si allontanò da lui, asciugandosi gli occhi— Smettila, per favore.»
«Che ti prende..?»
«Non c'è la faccio più.»
La voce del maggiore si spezzò, non riusciva neanche più a reggersi in piedi. Si piegò sulle ginocchia e si coprì il viso con le mani, voleva gridare.
«Ti porto a casa, va bene?»
«No! Voglio stare da solo. Torna dalla tua ragazza, ti prego.»
Sehun sospirò, inginocchiandosi a sua volta. Perché era sempre in grado di far piangere Luhan? Non voleva fargli del male, lui voleva proteggerlo, voleva passare ogni giorno con lui, vederlo sorridere.
«Vieni qui.»
Sussurrò il corvino abbracciando il corpo di Luhan, che aveva esaurito tutte le forze. Si lasciò crollare tra le sue braccia e pianse, pianse nel nel mezzo della strada, ma cosa più importante, pianse sul petto del suo amato.

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