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i hope you don't mind if i come here to cry

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Sehun.
Sehun.
Sehun.
Luhan aveva bisogno di lui più di qualsiasi altra cosa. Ingenuamente, aveva deciso di fare un pisolino pomeridiano, —dato che la notte precedente era stato troppo impegnato ad ammirare Sehun dormire— e non appena prese sonno, i demoni che infestavano la sua testa uscirono fuori di nuovo, facendo svegliare Luhan nel modo più traumatico possibile: aveva il batticuore, la fronte gli sudava e il suo respiro non accennava a calmarsi.
Era da tempo che non faceva un incubo simile, precisamente da quando Sehun era entrato a far parte della sua triste vita.
Così si mise i calzini e scese dal letto, correndo subito alla porta per raggiungere il corvino, ma nel suo appartamento stava entrando un'altra persona.
Aveva i capelli neri, lunghi e leggermente mossi alle punte. Il suo viso era gentile così come la sua voce, ma alle orecchie di Luhan quest'ultima arrivò come uno stridio insopportabile.
Quando la porta dell'appartamento di Sehun si chiuse, Luhan riprese i sensi. Chi era quella ragazza? Non l'aveva mai vista in vita sua.
A malincuore dovette calmarsi senza Sehun, senza i suoi abbracci e senza le sue bellissime parole. Fece varie volte il giro del salotto, velocemente, come se camminando si sarebbe tranquillizzato. Poi, quando si sentì esausto, si sedette dietro la porta di ingresso, non vedendo l'ora di sentire quella la ragazza lasciare il condominio.
Aveva bisogno di Sehun in quel momento, solo ed unicamente di Sehun. Nessuna corsa, nessuna camomilla, nessun risposo lo avrebbe aiutato.
Dovette aspettare circa un'ora, e non appena la porta di Sehun si sbloccò, Luhan si alzò velocemente da terra a aprì la sua, così da farsi notare dal corvino.
Lui, ovviamente, lo notò subito: gli occhi del biondo erano più spenti del solito —se questo era possibile— e si vedeva chiaramente che aveva pianto. Raggiunse Luhan non appena quella ragazza cominciò a scendere le scale, entrando nell'appartamento del biondo e abbracciandolo immediatamente.
«Cos'è successo?»
«Un brutto sogno.»
Disse soltanto, ricambiando la stretta del minore. Si sentiva così senza forze in quel momento, e forse Sehun lo capì dalle sue braccia deboli.
«Non pensarci più, sono qui adesso.»
Restarono così per il tempo che servì a far calmare il biondo, dopo di che si sedettero nel salotto, come sempre, per terra. Luhan nel silenzio pensava a quella ragazza, di tanto in tanto guardava Sehun, che frugava tra i fogli sul tavolo.
«Non sapevo avessi una fidanzata.»
Iniziò la conversazione così, con un tono di voce forse troppo basso.
Sehun alzò il capo verso Luhan, con un espressione un po' sorpresa.
«Quest'estate dobbiamo sposarci.»
Luhan, dopo aver sentito quella affermazione, sentì nelle orecchie come un fischio, che lo aveva fatto confondere ancora di più.
Il suo cuore si spezzò, in un colpo secco e inumano. Nei suoi polmoni l'ossigeno si rifiutava di entrare e la sua gola si era stretta così tanto da farlo star male.
«Congratulazioni.»
Riuscì a pronunciare, facendo di tutto per non tremare. Il petto gli faceva male nella maniera più tremenda, il battito del suo cuore rimbombava nelle sue orecchie, rendendolo quasi sordo.
«Luhan—»
Non si era neanche accorto che aveva cominciato a piangere, Luhan, ma Sehun eccome. Si avvicinò a lui e afferrò il suo viso, alzandolo delicatamente. Il biondo strizzò gli occhi e tirò su con il naso, voleva alzarsi e chiudersi in bagno, ma il minore non dava segno di volerlo lasciare andare.
«Che ti prende?»
Era incredibile come Sehun capiva letteralmente ogni cosa, ma in quel momento non arrivò alla conclusione che il cuore di Luhan si era rotto.
«N-niente— sono felice per te.»
Tra i singhiozzi il biondo riuscì ad alzarsi da terra, asciugandosi velocemente le lacrime.
«Sai che sono sensibile...»
Cercò di scherzarci su, aggiungendo una risata alla fine della frase. Sehun lo guardava, ancora seduto, senza dire nulla; il maggiore tentava di fermare il suo pianto isterico, ma non era poi così facile.
Era stato così stupido, cosa diavolo si aspettava? Aveva frainteso ogni cosa?
No, impossibile. Sapeva che Sehun provava le stesse emozioni, sapeva che nutriva gli stessi sentimenti. Quello che c'era tra loro era la cosa più chiara di qualsiasi altra cosa.
«Puoi andare adesso comunque. Sto meglio.»
Sehun, un po' dubbioso, si alzò a sua volta, recuperando le sue cose.
«Stai ancora piangendo.»
Gli fece notare, avvicinandosi a lui. Forse voleva abbraciarlo un'altra volta, ma Luhan si mosse velocemente e gli diede le spalle.
«Sto bene. —Ripeté.— Tranquillo.»
Così Sehun lasciò quell'appartamento, così come lasciò Luhan.
Solo.

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