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«Jimin, c'è qualcuno interessato a te» disse quella donna. Mi alzai dal mio letto a brandina ed uscii dal dormitorio nel quale dormivo. Camminai seguendo la signora che avevo davanti a me per poi trovarmi in una stanza nuova. Era spoglia, l'unico mobile era un tavolo in legno scuro e sedie dello stesso materiale.

Da un lato era seduto il proprietario dell'orfanotrofio e dall'alto un uomo, era bello, capelli e occhi neri e pelle bianca, candida come la neve. Era molto più grande di me e sembrava molto serio. «Jimin» mi chiamó il proprietario dell'orfanotrofio «lui è il signor Min, è qui per adottarti» mi girai a guardare il signor Min «Vai a prendere le tue cose Jimin» disse.

Aveva una voce bassa e super sensuale, amavo come pronunciava il mio nome. Mi venne l'impulso di saltargli a dosso e baciare a sua pelle lattea ma mi trattenni mordendomi il labbro. «Con permesso» mi inchinai e uscii dalla stanza.

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