N13

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Più i secondi passavano più mi sentivo stupido e mi maledicevo mentalmente. Il signor Min mi prese dal polso e chiuse la porta di camera sua. Un secondo dopo mi ritrovai a pancia in giù sulle sue ginocchia. Avevo i nervi a fior di pelle.

Stavo sudando freddo. «Perché sei entrato Jimin?» chiese. La sua voce era così roca e aveva una punta di rabbia. Mi piaceva così tanto, ma allo stesso tempo mi spaventava.
«Dovevo chiederle una cosa...»
«È tanto importante questa cosa?»
«...no...»
«Allora se non è così importante perché hai aperto la porta senza bussare?»
«...non lo so...»
«"non lo so" non è una risposta che mi va bene» il suo tono era più arrabbiato e l'aria era sempre più carica di tensione. «Allora?»
«L'ho fatto senza pensare, mi dispiace, non lo farò più...» sentivo la faccia e le orecchie andare a fuoco.

«La prossima volta pensa prima di fare qualcosa». Strinse le mani intorno all'elastico del pantalone e dei boxer che indossavo. Li scese in contemporanea lasciando scoperto il
mio fondo schiena. Avevo la pelle d'oca.

Ci passò la mano di sopra per poi dargli uno schiaffo forte. Scattai immediatamente ma il signor Min pose una mano sul mio collo per farmi stare fermo. Continuava a colpirmi e a farmi male, ma era come se ad un lato di me piacesse quel tipo di dolore.

Avevo contato tutte le sculacciate nella mia mente, erano 15 in tutto. Una volta a terminata la punizione mi prese dai capelli e mi fece alzare dalle sue ginocchia. Rimasi sdraiato sul letto ad osservarlo. Avevo ancora il sedere scoperto ma non avevo voglia di rivestirmi, tanto ormai mi aveva visto. «Devo andare a lavoro. Cerca di fare il bravo mentre non ci sono».

Aprì la porta e se ne andò lasciandomi sdraiato sul suo letto. Non mi ero mai sentito così umiliato in vita mia...







Finalmente un po' di azione. Siete contenti/e?

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