Please daddy

N16

Ero nell'ufficio del Signor Min. Mi aveva promesso di spiegarmi tutto dopo la cena, per questo eravamo lì. Ero seduto davanti a lui, dall'altro lato della scrivania. «Hai detto di voler sapere perché ti ho adottato, giusto?» disse con un tono così tranquillo.

«Si» risposi dopo aver schiarito la voce.
«Beh, cercherò di essere il più diretto possibile, ok?». Mi guardò come se fossi un bambino e annuii. «Allora, vedi, ti ho adottato non perché ti volessi come figlio, ma perché ti voglio come puttana»

Spalancai immediatamente gli occhi e lo guardai sconvolto. Che cosa voleva dire che mi vuole come sua puttana? «La cosa ti turba?» chiese come se quello che avesse detto fosse una cosa normalissima.

«Non capisco...» fu l'unica cosa sensata che riuscii a dire. Fu a quel punto che si alzò dalla sedia. Fece girare la mia verso di lui e si inginocchiò per arrivare alla mia altezza. Passò una mano sulla mia guancia e tra i miei capelli. Mi sentivo tremendamente impotente, eppure mi piaceva.

«Non capisci che cosa, Jiminie?» il mio respiro si stava facendo sempre più pesante e sentivo tutto il corpo andare a fuoco, in particolare una parte. «... il perché...» sospirai.

«Perché mi piace, e te piacerebbe tesoro?»
«Non lo so...»
«Come non lo sai? Non hai mai provato nulla del genere prima?»
Scossi la testa e guardai verso giù, troppo imbarazzato per sostenere il suo sguardo.
«E saresti curioso di provarlo?»

«Si» ammisi in un bisbiglio quasi soffocato. Mise due dita sotto il mio mento e mi alzò il viso così da poterlo guardare in faccia. «Beh, direi che è un buon momento per incominciare, non credi?».