Yuri

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<< cosa ci fai qui?>> sospiro non appena Oscar e gli altri se ne sono andati.
<< io..ero venuta per... cioè stavo la e... >> le sfugge un singhiozzo, mentre inizia a balbettare.
Provo un senso di protezione per questa ragazza,è piccolina di statura, minuta e con un viso incredibilmente dolce.
Non so se qualcun'altra avrebbe fatto lo stesso per me, una come Chiara sarebbe corsa via dalla paura, e siamo amici da anni, lei invece mi ha aiutato e nemmeno la conosco.
Sento un forte dolore allo stomaco,ho le nocche spaccate e sono quasi interamente ricoperto di sangue, ma non è tutto mio, anzi, è quasi totalmente degli altri.
Non appena provo a fare un passo mi sfugge un mugugno di dolore , portandomi una mano allo stomaco. Quasi mi piego in due, ho un forte dolore anche al polso e penso di avere un labbro spaccato.
Vedo quella piccola ragazza avvicinarsi di più a me,cercando di sorreggermi, come se ci riuscisse.
<< vuoi che chiami qualcuno? Qualche tuo amico?>> mi mette una mano sul petto
Non appena mi sfiora la vedo sussultare e togliere immediatamente la mano.
<< no, devo andare a casa>> rispondo guardandola negli occhi.
<< ma come...non vuoi proprio che chiami nessuno?>> insiste
<< ho detto di no>> rispondo brusco.
<< ti aiuto..>>
<< non ho bisogno del tuo aiuto>> sbuffo
<< la mia non era una domanda, puoi fare il cazzone quanto ti pare con gli altri, ma lo vedo che provi dolore, quindi vuoi continuare a fare lo stronzo oppure ti appoggi?>> sbotta.
I suoi occhi, che prima erano spaventati, si sono fatti duri ed il tono della sua voce, che prima era titubante, ora è fermo e deciso.
Senza dire nulla lascio che mi aiuti.
Gli circondo le spalle con un braccio, in modo che quando cammino  carico un po' meno peso su di me, appoggiandomi a lei, senza esagerare, visto la sua statura.
Lentamente prendiamo una stradina secondaria di cui io non sapevo nemmeno l'esistenza per non farci vedere.
Ad ogni passo è come se il dolore aumentasse.
Cazzo, quel calcio finale mi ha davvero distrutto.
<< quale è casa tua?>> mi domanda, non appena camminiamo lungo le vie.
Questa sera è particolarmente deserto il campus: di solito le stradine sono quasi sempre munite di anziani e bambini che rientrano a casa.
Durante il tragitto non abbiamo fiatato, sentivo solo i nostri respiri affannati, mentre cercavo di non inciampare guardando a terra.
<< siamo quasi arrivati>> indico la mia piccola casetta.
Non appena salgo il primo scalino devo resistere dal non urlare di dolore.
Al secondo già meglio, finché non consegno le chiavi per aprire la porta.
Quando mi stacco da lei è come se sentissi una mancanza, ma svanisce subito, non appena mi siedo sul divano.
Ho tutti gli indumenti sporchi di sangue non mio e mi sento davvero troppo sporco per non farmi una doccia.
Sollevo lo sguardo e noto quella ragazza che mi fissa.
Ha anche lei i vestiti sporchi di sangue ed ha anche un taglio sul braccio, probabilmente dovuto a quando uno di quelli l'ha presa e sbattuta a terra
Non avrei mai pensato che Oscar se la sarebbe davvero presa con una ragazzina indifesa.
Mi ha fatto quasi tenerezza quando ha alzato lo sguardo, quasi spaventata.
Ma che cazzo sto dicendo?
Io non guardo le ragazze negli occhi, a meno che non le stia spogliando per poi scoparmele.
Non mi fanno nemmeno mai tenerezza.
Però lei, ha nello sguardo un qualcosa di diverso.
La vedo toccarsi quei suoi abiti sporchi di sangue per colpa mia, per poi alzare lo sguardo incrociando i mie occhi, come se non sapesse cosa fare.
Neanche io so cosa fare.
Per l'ennesima volta le squilla il telefono, prima lo aveva sempre spento, senza rispondere, ora invece si allontana accettando la chiamata...

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