La guerra sul mare

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Il Mare del Nord fu il teatro principale della guerra navale nel primo conflitto mondiale: qui infatti si fronteggiavano le più potenti forze navali dei due schieramenti, la "Grand Fleet" britannica e la "Hochseeflotte" tedesca; sebbene fosse opinione comune che le due flotte dovessero prima o poi affrontarsi in un grande scontro frontale, entrambi i comandi decisero invece di adottare una strategia attendista, sfidandosi in modo indiretto senza rischiare in maniera avventata il nucleo centrale delle rispettive forze.

Le operazioni navali nella prima guerra mondiale si svilupparono principalmente intorno all'esigenza di garantire la sicurezza delle proprie vie di comunicazione marittima e di bloccare o insidiare quelle del nemico. In particolare le marine militari delle potenze alleate (la "Royal Navy" britannica, la "Marine Nationale" francese, la "Voenno-Morskoj Flot Rossijskoj Imperii" russa, la "Regia Marina" italiana ed, in misura minore, la "United States Navy" statunitense e la "Marina Imperiale" giapponese) adottarono una strategia che puntava a controllare le aree utilizzate dai propri traffici marittimi e a imporre il blocco di quelli avversari. Le operazioni navali delle marine degli Imperi centrali (la "Kaiserliche Marine" tedesca, la "K.U.K. Kriegsmarine" austro-ungarica e la "Osmanlı Donanması" ottomana) furono invece caratterizzate dalla strategia della "flotta in potenza": numericamente superate, le flotte di superficie degli Imperi Centrali non si impegnarono in scontri frontali con il grosso del nemico, ma mantennero una minaccia potenziale, cercando di usurare le forze avversarie, di forzarne il blocco e di insidiarne le rotte commerciali attraverso l'utilizzo di unità leggere, sommergibili e navi corsare.

Le operazioni belliche coinvolsero (in maniera più o meno diretta e più o meno intensa) tutti gli oceani e gli specchi d'acqua principali del globo. Se il Mare del Nord fu teatro degli scontri a distanza tra la "Hochseeflotte" tedesca e la "Grand Fleet" britannica, nel Mar Mediterraneo le flotte combinate di Italia, Francia e Regno Unito (con piccoli contributi da parte di Giappone, Australia e Grecia) si confrontarono con la marina austro-ungarica, praticamente asserragliata all'interno dei suoi porti sul Mare Adriatico, oltre ad impegnarsi contro le difese ottomane dello stretto dei Dardanelli.

L'immenso Impero russo si trovò ad affrontare la Germania nel mar Baltico e l'Impero ottomano nel Mar Nero, mentre le poche navi tedesche a guardia delle colonie dell'Oceano Pacifico furono surclassate dalle più numerose flotte giapponese ed australiana; anche l'Oceano Indiano e le acque del Sudamerica furono teatro di scontri tra le navi corsare tedesche e le squadre di incrociatori Alleati inviate a dar loro la caccia. Infine l'Oceano Atlantico fu teatro della prima grande campagna sommergibilistica della storia, con gli U-Boot tedeschi impegnati contro il traffico commerciale diretto verso le isole britanniche e intenti a confrontarsi con le forze congiunte di Regno Unito e (dopo il 1917) Stati Uniti.

Il primo scontro navale: la battaglia del Bight

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Il primo scontro navale: la battaglia del Bight

Già dalla metà di agosto la guerra da terra si diffuse rapidamente verso il mare, con la prima grande battaglia sull'acqua avvenuta il 28 agosto 1914, in un angolo del Mare del Nord noto come Helgoland Bight. L'ansa, una zona d'acqua parzialmente chiusa sulla costa settentrionale della Germania, ospitava numerose basi navali tedesche e offriva una buona posizione da cui la Germania poteva colpire la Gran Bretagna. Tuttavia, la cauta flotta tedesca raramente navigava lontano dal porto. Desiderosi di combattere, due ammiragli britannici, Reginald Tyrwhitt e Roger Keyes, concepirono un piano per attirare i tedeschi in mare aperto, dove sarebbero stati vulnerabili. Secondo il piano, un piccolo gruppo di navi britanniche avrebbe dovuto avventurarsi nell'ansa fino a quando non fosse stato avvistato dalle pattuglie tedesche, per poi invertire rapidamente la rotta e fuggire verso il mare aperto, dove sarebbe stata in attesa una grande forza navale britannica. Nonostante alcuni contrattempi, il piano riuscì perfettamente. Per due ore, le navi tedesche scivolarono dentro e fuori da una fitta nebbia per sparare sulle navi britanniche. Col passare del tempo, tuttavia, i tedeschi furono attirati in acque aperte. Dopo una battaglia durata quasi otto ore, la Germania aveva perso tre incrociatori e 1.200 uomini, mentre la Gran Bretagna perse trentacinque marinai, ma non una sola nave. Questa sconfitta iniziale impaurì il Kaiser Guglielmo II, il quale da quel momento insistette che la marina tedesca, di cui era molto orgoglioso, fosse tenuta al sicuro nei porti e usata principalmente come arma difensiva.

L' importanza della guerra in mare

Lo sviluppo e la potenza delle flotte navali delle nazioni coinvolte nella guerra, insieme alla loro ambizione di controllare i corsi d'acqua del mondo, furono le principali ragioni per cui la prima guerra mondiale si diffuse così rapidamente. La guerra navale era sempre stata imprevedibile (a causa del ruolo del clima e di altri fattori), ma le nuove tecnologie avevano contribuito a renderli meno determinanti. Mine, siluri e sottomarini avevano introdotto nuove minacce che avrebbero reso vulnerabili anche le più grandi navi da guerra. Rispetto alle gigantesche "dreadnought", che necessitavano di anni per essere costruite ed avevano equipaggi composti da centinaia di uomini, i sottomarini erano economici e generalmente necessitavano di un equipaggio di meno di due dozzine di marinai. Le mine erano ancora meno costose e, una volta deposte, non richiedevano affatto ne equipaggio ne manutenzione.

Tuttavia, sia la Gran Bretagna che la Germania passarono la prima parte del conflitto a decidere quale fosse il modo migliore per usare queste nuove armi navali ed entrambe erano riluttanti a impegnare le loro principali flotte in battaglie pesanti. La Battaglia di Coronel, la Battaglia delle Isole Falkland e altre battaglie navali anticiparono rapidamente il modo in cui la guerra navale avrebbe potuto essere usata per estendere il proprio dominio su lunghe distanze. Durante la prima guerra mondiale, le forze navali vennero usate più spesso per mantenere il controllo delle rotte commerciali piuttosto che per conquistare nuovi territori. Come sappiamo, le grandi battaglie navali di superficie furono rare durante tutta la guerra; invece, il sottomarino divenne rapidamente il dominatore incontrastato dei mari, e la Germania fu la leader indiscussa nell'impiego di questa nuova tecnologia.

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