Da Gallipoli a Baghdad: si combatte nel vicino Oriente

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Se si riteneva che un singolo pezzo di terreno fosse la chiave per vincere la guerra, questo  fu il territorio che circondava i Dardanelli, lo stretto canale che separava l'Europa dall'Asia nella Turchia nord-occidentale. Il controllo dell'unico corso d'acqua tra il Mar Nero e il Mar Mediterraneo era cruciale sia economicamente che militarmente. L'ingresso della Turchia in guerra nel novembre del 1914 aveva collocato i Dardanelli in mani tedesche, separando fisicamente le forze navali russe e alleate e impedendo loro di cooperare efficacemente. Il controllo tedesco dello stretto significava anche che il grano russo non poteva essere spedito in Gran Bretagna e che l'equipaggiamento militare britannico poteva essere inviato in Russia solo per mezzo di un'infida rotta settentrionale verso i porti russi di Murmansk e Arkhangelsk.
Fin dal momento in cui la Turchia entrò in guerra nel novembre del 1914, Winston Churchill, primo lord dell'Ammiragliato britannico, iniziò a lavorare su un piano per riaprire i Dardanelli. La leadership militare britannica riteneva che questo obiettivo potesse essere raggiunto senza forze di terra, usando solo la forza navale. Date le notevoli perdite subite dall'esercito britannico nel difendere la Francia contro i tedeschi, questa idea di una campagna per soli marinai dei Dardanelli era politicamente molto importante. Il 3 novembre, due giorni l'entrata in guerra della Turchia, le navi britanniche e francesi effettuarono una breve incursione sparando sui forti che sorvegliavano l'ingresso dei Dardanelli, un attacco simbolico che causò pochi danni effettivi.

Il fallimento della strategia navale ed il disastro di Gallipoli

Dopo mesi di pianificazione, ma con notevoli disaccordi riguardo agli obiettivi, la Gran Bretagna e la Francia lanciarono un attacco navale sui Dardanelli il 18 marzo 1915. Una flotta composta da sedici navi da guerra britanniche e francesi tentò di farsi strada nello stretto, con l'obiettivo di aprirlo bombardando le dozzine di forti costieri turchi lungo la rotta. Sebbene fossero state inviate navi dragamine per aprire un corridoio di navigazione sicuro, cinque navi alleate  furono affondate o rese inservibili a causa  delle mine. Con circa un terzo delle navi da battaglia britanniche e francesi perse prima ancora che l'attacco potesse cominciare, il resto della flotta decise di invertire la rotta e ritirarsi. Dopo questo fallimento i leader militari alleati cambiarono i loro obiettivi e decisero invece di inviare forze di terra per prendere possesso della penisola di Gallipoli che si affacciava sul lato settentrionale dello stretto. Con un ritardo di oltre un mese su quanto stabilito, le truppe alleate, compresi i principali contingenti australiani e neozelandesi (A.N.Z.A.C.), lanciarono questo attacco, con l'obiettivo di prendere Gallipoli, usando forze di terra. L'invasione iniziò il 25 aprile 1915 e lo sbarco procedette con relativa facilità. I primi reggimenti turchi che le forze alleate incontrarono si ritirarono rapidamente, facendo sembrare l'invasione una cosa relativamente facile. Purtroppo, come avrebbero scoperto molto presto gli attaccanti, l'invasione sarebbe stata tutt'altro che facile. Le forze turche dopo essersi raggruppate e riorganizzate tornarono in numero schiacciante e respinsero le truppe alleate verso le spiagge, dove rimasero intrappolate con le spalle al mare.

Gli alleati rimasero trincerati sulle spiagge fino al gennaio dell'anno successivo, quando alla fine la Gran Bretagna ordinò il ritiro dei propri contingenti ammettendo il fallimento della campagna

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Gli alleati rimasero trincerati sulle spiagge fino al gennaio dell'anno successivo, quando alla fine la Gran Bretagna ordinò il ritiro dei propri contingenti ammettendo il fallimento della campagna. Per tutto questo tempo la battaglia infuriò, senza che nessuna dei due schieramenti facesse progressi significativi e con perdite elevatissime da entrambe le parti. Le vittime furono centinaia di migliaia.

La battaglia per Baghdad

Nel frattempo, lo scontro tra inglesi e turchi si estendeva fino al confine opposto dell'Impero ottomano, per il controllo dei giacimenti petroliferi della Mesopotamia. Il 5 novembre 1914, una forza composta da soldati britannici e indiani lanciò un attacco a Bassora, il più importante porto ottomano. La sconfitta turca fece guadagnare ai britannici non solo il porto ma anche i campi petroliferi della Mesopotamia ed il gasdotto di Abadan, che era stato uno degli obiettivi principali dell'attacco. Più tardi, all'inizio del 1915, nello stesso periodo in cui a Gallipoli infuriavano le battaglie, le forze britanniche nel Golfo Persico, sotto il comando del generale Charles Townshend, iniziarono ad avanzare verso nord lungo i fiumi Tigri ed Eufrate con l'obiettivo finale di impadronirsi di Baghdad. Il 3 giugno 1915, catturarono la guarnigione turca di Amara con inaspettata facilità: l'intera guarnigione si arrese senza combattere. Il 27 giugno, in una battaglia molto più difficile, gli inglesi attaccarono Nāṣiriya. Proseguendo verso nord sotto il caldo insopportabile, le forze alleate marciarono verso Kut, che raggiunsero e occuparono il 28 settembre. Il 22 novembre raggiunsero Ctesifonte, a meno di trenta chilometri da Baghdad. A questo punto, tuttavia, i turchi lanciarono una vigorosa controffensiva e le truppe alleate furono costrette a ritirarsi fino a Kut, dove scavarono le proprie trincee. I turchi le inseguirono e assediarono le truppe di Townshend a Kut per i successivi cinque mesi . Il 29 aprile 1916, Townshend si arrese con i 10.000 uomini che erano sopravvissuti all'assedio: la più grande resa delle truppe britanniche nella storia fino a quel momento.

All'inizio della prima guerra mondiale, i generali britannici erano fermamente convinti che l'impero ottomano stesse lentamente cadendo a pezzi e quindi non considerarono la Turchia un avversario serio. Di conseguenza, la Gran Bretagna si aspettava vittorie veloci sia nei Dardanelli che in Mesopotamia, vittorie di cui la Gran Bretagna aveva un estremo bisogno alla luce dello stallo nella guerra di trincea sul fronte occidentale. Quando anche la Turchia divenne un pantano, fu un duro colpo per la Gran Bretagna e che provocò grandi crepe nel governo e nella leadership militare, costando a Winston Churchill il suo posto di primo lord dell'Ammiragliato britannico. Sebbene lo stato maggiore britannico avesse il vantaggio di poter reclutare forze dalle molte nazioni nel suo impero, la situazione in Turchia e Mesopotamia mise la Gran Bretagna in una situazione molto difficile costringendola ad affrontare una guerra su più fronti.

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