Sebbene l'ultima fase della guerra abbia visto due importanti sviluppi, l'uscita russa e l'ingresso negli Stati Uniti, il modo in cui questi eventi hanno avuto un impatto sulla guerra è ancora oggi discutibile. Nella primavera del 1918, gli eserciti di entrambe le parti erano ormai esausti dopo anni di combattimenti ed avevano poche ragioni per sperare che sarebbe presto arrivata una fine. Sebbene ci fossero alcuni indizi sulla possibilità di discutere di una pace a fine estate, i leader politici e militari di tutti i restanti paesi in guerra stavano pianificando attivamente operazioni di combattimento destinate a durare fino al 1919.
L'uscita della Russia dalla guerra diede ai tedeschi una rinnovata speranza di ottenere la vittoria, così come l'arrivo delle truppe americane in Europa diede una simile speranza ai francesi e agli inglesi; tuttavia, nessuno di questi eventi rovesciò veramente la situazione. Piuttosto, si bilanciarono efficacemente l'un l'altro, mentre il catastrofico focolaio influenzale gravava pesantemente su entrambe le fazioni. In definitiva, il vero fattore scatenante della fine della guerra sembrò provenire in maniera più consistente dagli ammutinamenti di massa all'interno degli eserciti austro-ungarico e tedesco.
Nell'ottobre 1918, sebbene Francia e Belgio fossero ancora lontani dall'essere liberi dalle truppe tedesche, era chiaro a tutti che il fronte occidentale stava lentamente crollando. Allo stesso tempo, le forze alleate stavano avanzando costantemente verso nord da sud, liberando gran parte della Serbia e facendo pressione sull'Austria-Ungheria. Né la Germania né l'Austria-Ungheria erano ancora pronte a cedere, ma il governo tedesco stava subendo una rivoluzione, e l'esercito di Austria-Ungheria stava crollando a causa di un vero e proprio un ammutinamento di massa.
La rivolta della popolazione tedesca fu all'inizio "silenziosa" ed avvenne in due fasi. Il 29 settembre 1918, i due principali generali della Germania, Paul von Hindenburg ed Erich Ludendorff, fecero pressione sul Kaiser Guglielmo II per istituire una monarchia costituzionale, poiché le forze alleate rifiutavano di negoziare con il kaiser insistendo invece a voler trattare con i rappresentanti del popolo tedesco. Il 2 ottobre, il kaiser rinunciò alla sua autorità, rimettendosi alle decisioni militari del nuovo Parlamento, un atto che, a tutti gli effetti pratici, ridusse il kaiser a un prestanome. Suo cugino, il principe Max von Baden, fu nominato cancelliere e assunse effettivamente la guida del paese. Sebbene il principe Max abbia immediatamente iniziato a chiedere agli alleati un armistizio, egli non era disposto a firmare una resa incondizionata, poiché credeva di poter negoziare condizioni favorevoli per la Germania, nonostante le continue sconfitte sul campo di battaglia. Per trovare un accordo un consistente scambio di note diplomatiche andò avanti per tutto il mese successivo.
Mentre la guerra si esauriva, il presidente americano Woodrow Wilson divenne il principale rappresentante alleato per la gestione dei negoziati di pace. All'inizio della guerra, quando gli Stati Uniti erano neutrali, Wilson aveva ripetutamente tentato di mediare la pace tra le parti ed aveva fatto sforzi sinceri per elaborare un accordo che fosse equo per tutte le parti. Nel 1918, tuttavia, la posizione di Wilson era notevolmente cambiata. I soldati americani ora stavano combattendo e morendo contro i tedeschi in Francia, e sia la Germania che l'Austria avevano considerevolmente meno potere di prima. Wilson era ora determinato a far si che nessuno dei due paesi ottenesse una pace a buon mercato.Il 3 ottobre 1918, la prima nota diplomatica congiunta tedesco-austriaca fu inviata al presidente Wilson, per chiedere un armistizio, suggerendo che tutte le ostilità cessassero senza alcuna sanzione per nessuna delle due parti. Wilson respinse la nota l'8 ottobre, affermando che non avrebbe nemmeno discusso l'idea di un armistizio fino a quando Francia, Belgio e Serbia non fossero state completamente liberate dalle forze tedesche e austriache.
Il 12 ottobre, il governo tedesco annunciò di aver accettato le richieste di Wilson e che avrebbe ritirato le sue forze dalla Francia e dal Belgio. Nonostante l'annuncio, tuttavia, i combattimenti sul fronte occidentale continuarono senza interruzioni. Il 21 ottobre, la Germania dichiarò anche che avrebbe cessato immediatamente la guerra sottomarina. Il 25 ottobre, i comandanti militari alleati si incontrarono a Senlis, in Francia, per discutere dei termini formali per un armistizio. Sebbene fossero in disaccordo su alcuni dettagli, tutti concordavano sul fatto che la Germania dovesse essere messa nelle condizioni di non scatenare nuovamente una guerra.
La dissoluzione dell'Austria-Ungheria
Alla fine di ottobre, la Germania stava ancora cercando attivamente di negoziare un modo favorevole per uscire dalla guerra, ma l'Austria non poteva più permettersi di aspettare, perché il paese stava già cadendo a pezzi. Il 27 ottobre 1918, l'Austria contattò gli Alleati in modo indipendente per un chiedere l'armistizio e ordinò all'esercito di ritirarsi lo stesso giorno. Il 29 ottobre, i serbi, i croati e gli sloveni proclamarono l'istituzione di uno stato slavo che avrebbe preso poi il nome di Jugoslavia. Il 30 ottobre una delegazione austriaca arrivò in Italia per arrendersi incondizionatamente. Lo stesso giorno, l'Ungheria dichiarò formalmente la sua indipendenza. Il 3 novembre entrarono in vigore tutti i termini dell'armistizio austriaco ed il giorno successivo l'Austria-Ungheria cessò formalmente di esistere.
Il crollo della Germania
Nei primi giorni del novembre 1918, la situazione in Germania si deteriorò ulteriormente passando da instabile a completamente caotica. Il principe Max von Baden si dimostrò incapace nel negoziare condizioni favorevoli per un armistizio tedesco e le agitazioni all'interno dell'esercito crebbero, specialmente nella marina, dove gli ammutinamenti si stavano diffondendo sempre più rapidamente. Il Kaiser Guglielmo II, che si nascondeva nella località balneare belga di Spa, si trovò sottoposto a una crescente pressione per abdicare, cosa che però rifiutava ostinatamente di fare. Il 7 novembre, von Baden inviò un gruppo di delegati tedeschi in treno nella località isolata di Compiègne, in Francia, per negoziare l'armistizio. La delegazione arrivò la mattina del 9 novembre, e la trattativa iniziò prontamente. Quello stesso giorno, von Baden fece decise di annunciare l'abdicazione al trono tedesco da parte di Guglielmo II, pur senza l'accordo del kaiser, che reagì furiosamente, sconfessando totalmente l'operato del cugino. Lo stesso principe von Baden si dimise, causando anche la netta separazione dei gruppi politici di sinistra, che proclamarono rispettivamente l'istituzione di una Repubblica Sovietica Tedesca e di una Repubblica Socialista Tedesca, anche se nessuna delle sarebbe mai esistita veramente.
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La Grande Guerra
Non-FictionLa prima guerra mondiale fu un evento determinante nella storia del mondo. Nell'agosto del 1914 le nazioni europee intrapresero un conflitto che avrebbe devastato l'intero continente e determinato il corso degli eventi di tutto il secolo. Sebbene l'...