ONE MORE LIGHT, LINKIN PARK
"Can I help you, not to hurt, anymore?"
«Mi dispiace, Kelly» bisbigliai, con gli occhi che punzecchiavano di lacrime. Strinsi la radice del naso e puntai lo sguardo verso l'alto, traendo respiri lunghi e profondi per non iniziare a piangere; ora non era proprio il momento: Kelly Kline era appena morta di parto e io stringevo il neonato in un braccio.
Un neonato immobile e silenzioso.
Questo era sbagliato, molto sbagliato.
«Ellie!» la chiamai a gran voce, nel panico, scostandomi dal capezzale della donna e afferrando il bambino con entrambe le mani, sollevandolo poi in modo da poterlo guardare con attenzione, stando però attenta a non tirare troppo, visto che ancora non avevo tagliato il cordone ombelicale. Non posso farcela.
"Jack" non era cianotico né sporco di sangue o rimasugli di placenta – cosa già di per sé impossibile –, eppure non si muoveva. Sembrava quasi un bambolotto, con quelle guance simili a pesche mature e ciuffi di capelli dorati che gli cascavano sulla fronte grinzosa.
«Ellie!» gridai di nuovo, la voce che uscì spezzata, distorta. Dio, ma dov'era andata?
«Eccomi!» la sentii farfugliare e, quando voltai il viso verso la porta spalancata, la vidi attraversare di corsa il corridoio con un paio di forbici in mano.
Non inciampare, non t'ammazzare, mi ritrovai a pensare con il cuore in gola, vedendola affrettarsi verso di me in maniera tanto pericolosa. Mi si fermò davanti, gli occhi sgranati e il viso arrossato.
«Kelly» soffiò in tono strozzato, notando solo in quel momento il cadavere della donna. Scossi il capo: non c'era più nulla da fare per lei.
«Jack non si muove.» dissi allora, richiamando l'attenzione della mia amica, la quale mi guardò con occhi gonfi di lacrime e l'espressione stravolta, quasi stralunata.
Sapevo che dovevo mostrarmi forte, ora più che mai, o saremmo crollate entrambe.
E non potevo permettermelo, né per noi né per Jack; avevo fatto una promessa ed ero determinata a mantenerla. A tutti i costi.
«Hai provato a dargli dei colpetti sulla schiena?» domandò senza voce, posando momentaneamente le forbici incredibilmente affilate sul comodino accanto al letto.
E per fortuna che lo fece, perché pochi attimi più tardi Jack iniziò ad agitarsi violentemente tra le mie braccia e io rischiai quasi di mollare la presa.
Il neonato spalancò gli occhi in modo tanto veemente da farci sobbalzare entrambe per la sorpresa e un'ondata di luce bianca ci investì in pieno, mandandoci a sbattere contro la parete dirimpetto.
Atterrai a terra con un lamento di dolore – Ellie stesa su un fianco, a pochi centimetri da me –, rendendomi solo in parte conto di non sentire più il corpicino del bambino tra le mani.
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Gold (MOMENTANEAMENTE SOSPESA)
Paranormal| IN REVISIONE: i capitoli con l'asterisco sono stati revisionati | Cosa sei disposto a rinunciare pur di tornare a casa? Questa è la domanda costante nella mente di Eileen e Maeve, catapultate in un giorno di pioggia in un universo parallelo popola...