XV - Another One Bites The Dust

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ANOTHER ONE BITES THE DUST, QUEEN

"How do you think I'm going to get along
Without you when you're gone?"

Da piccola pensavo che incubi e cattivi pensieri si trovassero nei nodi dei capelli.

Naturalmente ora sapevo che non era affatto così, eppure mi ritrovai a pettinarmi con estremo vigore, cercando di scacciare ogni pensiero infelice a colpi di spazzola.

Non erano nemmeno le sette del mattino; Ellie dormiva ancora e i Winchester erano già usciti per combinare il cielo solo sapeva cosa. Sam aveva però lasciato un bigliettino sul tavolino del soggiorno in comune dove ci rassicurava che sarebbero tornati prima di pranzo e di prenderci pure la mattina libera e rilassarci. Quest'ultimo punto doveva probabilmente riferirsi al litigio del giorno prima tra noi due ragazze.

Avevo rimesso il post-it al suo posto prima di chiudermi in bagno, in caso la mia amica e Jack si fossero svegliati mentre io ero ancora in doccia.

«Ahia, cavolo!» lamentai, quando il pettine si impigliò in un nodo particolarmente cocciuto. Se fossi stata ancora bambina, avrei creduto contenesse tutti i dubbi e la rabbia suscitati dalla discussione accesa con Ellie. Perché, sebbene alla fine ci fossimo chiarite, era difficile non continuare a rimuginarci.

Ma, non essendo più una bambina credulona, era più ragionevole pensare che tutti quei nodi fossero dovuti all'assurda umidità di quel posto e alla mancanza di balsamo. Stelle, cosa non avrei dato per un flacone di balsamo!

Con un sospiro, mi accinsi a togliermi l'accappatoio per indossare i vestiti della giornata: jeans, maglietta a maniche lunghe in cotone nero e anfibi del medesimo colore. A casa tendevo a uno stile più classico ed elegante, ma lì tacchi e camicette inamidate non erano granché adatte per cacciare mostri e fantasmi. Ed erano secoli che non mi spacciavo più per un agente dell'FBI, visto che a me ormai affibbiavano sempre le ricerche via internet o in biblioteca.

Ciò mi ricondusse alla caccia attuale e al fatto che ancora non avessimo fermato la macchina assassina. Onestamente, non vedevo l'ora di andarmene da quel posto maledetto, con i suoi stupidi cactus finti e la sua stupida fissazione per il Far West (ugh!).

Solo che andarsene da lì significava tornare al bunker, dove Castiel ci stava aspettando. E con Castiel intorno sarebbe stato semplicemente impossibile ignorare le domande sulla morte e sulla resurrezione che ultimamente quasi mi impedivano di dormire.

"Ricorda cosa ha detto Ellie e datti un contegno", mi ripresi mentalmente, pizzicandomi le guance per farvi affiorare un minimo di colore. Quella del ritorno di Castiel (e Dean) era una questione più grande di me e non aveva senso continuare a sbatterci la testa contro, ma sapevo anche che non mi sarei data pace fino a quando non avessi ottenuto una risposta logica a tutto quel casino. Un gran bel casino.

*

Non fui così sorpresa di trovare Jack accoccolato sul divano, gli auricolari nelle orecchie e lo sguardo sognante. La sua parte angelica gli permetteva di funzionare perfettamente anche con solo un'ora di sonno alle spalle, quindi era praticamente sempre sveglio.

Parlando di ingiustizie divine, la sua pelle quel mattino pareva quasi risplendere dall'interno e il ciuffo formava una perfetta onda dorata sopra agli occhi cerulei. Fortunatamente era la persona più umile e gentile di questo mondo, altrimenti avrebbe potuto tranquillamente farci sentire tutti delle formichine indegne.

«Ehi, Jack - lo salutai, scostando un cuscino a forma di zoccolo di cavallo e sedendomi accanto a lui sul divano, i capelli ancora umidi per la doccia appena fatta. - Cosa ascolti di bello?» mi informai incuriosita, ma trattenendomi dallo sbirciare lo schermo del suo cellulare.

Gold (MOMENTANEAMENTE SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora