VIII - Kids

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KIDS, ONE REPUBLIC

"I swear we'll never change"

"Okay, riformulo. Molto probabilmente è lui ad avere il ciclo."
May mi guardò con un sopracciglio sollevato ed io ricambiai facendo spallucce. Lasciai che la mia amica andasse avanti, bloccandosi qualche passo oltre la porta come pietrificata.
"Non c'è tempo, vi spiegheremo tutto in auto. Muovetevi." La voce dura di Dean sembrò riscuoterla, mentre si voltava verso di me con un'espressione terrorizzata.
La affiancai senza dire una parola, notando  quasi immediatamente la causa del suo sgomento.

Il corpo di un uomo calvo di mezz'età giaceva riverso sul pavimento, un coltello dal manico in legno piantato in mezzo alla schiena ed una pozza di sangue scuro sotto al cadavere.
Mi portai una mano alla bocca per soffocare un grido e trattenere un conato di vomito, mentre il maggiore dei Winchester recuperava il coltello e ci spingeva verso la porta.

Le gambe mi tremavano e si muovevano ormai per inerzia, quindi imboccai il corridoio cercando di togliermi dalla testa quell'immagine terrificante il più rapidamente possibile.

Fuori dalla porta c'era Sam ad attenderci, l'aria tremendamente preoccupata.
"State bene?" Ci chiese, controllando con lo sguardo se non fossimo ferite.
Annuii velocemente, voltandomi verso l'altro capo del corridoio, May poco più avanti di me a fissare la scena, sfiorando con la spalla le pareti scrostate bordeaux e beige.
Sgranai gli occhi non appena vidi Donatello finire contro una porta in legno scuro esattamente alla fine del corridoio, troppo lontano da noi.

Un uomo decisamente più alto e ben piazzato del profeta lo afferrò per una spalla e lo issò al muro come se non pesasse nulla, voltandosi verso di noi con un sorrisetto che non avrei potuto definire in altro modo se non inquietante. Non feci in tempo a respirare, che Dean lanciò qualcosa contro quel pazzo.

Un sibilo metallico attraversò il corridoio che ci ospitava ad una velocità inumana, mentre il pugnale andava a conficcarsi dritto nel collo dell'uomo (o quello che era) trapassandolo da parte a parte.
Lo vidi barcollare all'indietro e mollare immediatamente la presa sul collo di Donatello, mentre l'interno del suo corpo brillava di una sinistra luce arancione ed elettrica.

Portai una mano a contatto con la parete accanto a me come per sorreggermi, rendendomi improvvisamente conto di come quello fosse il secondo, o forse terzo, omicidio al quale assistevo in meno di una settimana.
Non mi sentivo più le gambe e l'unica cosa che avrei voluto fare in quel momento sarebbe stata svegliarmi da quell'incubo, ma mi feci forza e mossi un passo in avanti, andando quasi a sbattere contro Maeve.
Mi chiesi se anche lei stesse pensando alla stessa cosa, a come gli eventi stessero precipitando inesorabilmente e a quante volte avessimo già rischiato di perdere la vita.

"Le donne delle pulizie non ne saranno affatto felici."
Dean avanzò verso Donatello, che intanto si era afflosciato contro la porta con un respiro tremolante. Quando anche Sam ci superò, mi decisi ad avanzare, cercando di guardare i lati positivi di quella situazione.
Non vedevo nient' altro che fumo nero e denso a coprire qualsiasi via d'uscita, quindi decisi di focalizzarmi sulla situazione che mi si presentava davanti.
I due cacciatori che aiutavano l'uomo ad alzarsi e Maeve che non diceva una parola, lo sguardo serio come se stesse studiando ogni cosa davanti a sé.

Riuscivo a percepire in un certo senso che mi stava nascondendo come si sentisse sul serio, ma quello non era decisamente il momento di pensarci e parlarne.
Se mai fossimo riuscite a raggiungere quel famigerato bunker, avremmo avuto modo di confrontarci su tutto quanto.
Lasciai che quell'idea si insinuasse nella mia testa, spazzando via qualsiasi altro pensiero, rassicurata dal fatto che, presto o tardi, avremmo raggiunto un luogo sicuro.

Gold (MOMENTANEAMENTE SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora