XI - Seven Devils

114 7 4
                                    

SEVEN DEVILS, FLORENCE + THE MACHINE

"I'll be dead before the day is done"

20 luglio, Colorado

Pioveva, l'acqua che scrosciava in rigagnoli sempre più violenti e rumorosi sulla carrozzeria nera dell'Impala. Sam ed Ellie dormivano nonostante il basso mormorio della radio e i tuoni rabbiosi del temporale, il primo con la fronte schiacciata contro il finestrino umido di condensa, la seconda mezzo stesa su Jack. Il giovane nephilim non sembrava affatto infastidito, ma non osava muovere un muscolo nel timore di disturbare il sonno agitato della mia amica.

«Non dormi?» bisbigliò proprio Jack, guardandomi da sopra i capelli biondo cenere e tutti scompigliati di El. Lei mugugnò qualcosa, probabilmente seccata dal rimbombare della sua domanda contro la tempia.

Scrollai le spalle in risposta, gli occhi fissi sulle perle di pioggia intente a rincorrersi sul vetro del finestrino, le gocce che brillavano di tanto in tanto a causa dei lampioni o per i fari delle poche altre auto che incrociavamo.

Da piccola mi addormentavo sempre senza problemi contro la portiera o raggomitolata nel mio angolo di sedile, ma crescendo avevo perso quell'abitudine. E, in quell'universo, faticavo a prendere sonno in generale, tormentata da pensieri e ricordi; spesso era la paura stessa di avere un incubo a tenermi sveglia fino a quando non crollavo per la stanchezza.

«Dovresti riposare, Maeve. Domani sarà una giornata intensa.» si intromise l'uomo alla guida, sul sedile di fronte al mio.

«Questo vale anche per te, Dean.» replicai piattamente, non incrociando lo sguardo che mi stava ora trafiggendo attraverso lo specchietto retrovisore. I nostri rapporti con Dean Winchester erano nettamente migliorati negli ultimi due mesi, passando dall'astio aperto alla mera sopportazione e spesso l'uomo si lasciava andare a slanci di apprensione per Ellie, la sottoscritta e - difficile a credersi - Jack. Ci erano voluti giorni angoscianti - e accese discussioni con il fratello minore -, ma alla fine ci aveva accolti nella sua ridotta sfera protettiva.

«Spiegami di nuovo dove stiamo andando?» chiesi poi, giusto per pensare a qualcosa che non fosse un modo inattuabile per tornare a casa. Rimuginavo sempre su una qualche possibile soluzione, ma era come cercare di aprire un varco a testate; la parete rimaneva intatta e il mio cranio doleva sempre terribilmente. L'unico modo per tornare indietro era Jack, ma lui ancora non era in grado di riaprire il portale, inutile continuare a pensarci. Eppure non potevo farne a meno e ora un principio di emicrania mi pungolava dietro agli occhi.

«Colorado.» fu la risposta secca di Dean, mentre svoltava su un'ennesima stradina sperduta nel nulla. Ma non mi dire, pensai tra me e me.

«Vorresti specificare?» insistetti invece ad alta voce, ricambiando brevemente la sua occhiata attraverso lo specchietto, prima di tornare a rivolgere la mia attenzione al mondo esterno.

«Vi abbiamo detto che non dovete preoccuparvi dei dettagli. Fate quello che vi diciamo di fare e non correrete alcun pericolo.»

«Non eseguo ordini senza avere un motivo chiaro e sensato, Dean.» gli feci sapere, socchiudendo gli occhi quando una macchina sfrecciò sull'altra corsia, abbagliandomi momentaneamente.

«Buon per te, ma non devi davvero preoccuparti-»

«Oh, rispondi e basta, Winchester!» brontolò Ellie con uno sbadiglio sonoro, scostandosi da Jack per potersi stiracchiare in tutta tranquillità. Quest'ultimo si massaggiò un poco la spalla, sospirando di sollievo, per poi arrossire quando notò che la mia amica lo stava guardando intensamente, quasi offesa.

Gold (MOMENTANEAMENTE SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora