02| Niente cazzate

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Idie lanciò un'occhiata in basso, notando che i lacci dei suoi anfibi erano completamente slacciati.
Si chinò per stringerli e si accorse dello sguardo insistente del padre su di lei.

Era lo sguardo che le rivolgeva da sempre: come se avesse voluto cancellarla dalla sua vita.

Andrea Agnelli era un uomo rispettabile, dignitoso, elegante e perfettamente normale.

Idie, era convinta di poter dire con certezza di non essere normale.

E mentre ricambiava lo sguardo ombroso, si rese conto che no, loro due non si somigliavano per niente.
In comune, avevano solo il cognome.

Idie aveva preso da sua madre i tratti asiatici e la pelle liscia, i fianchi troppo grossi e un'allergia alle fragole.

Le due avevano in comune la passione per i colori, l'ossessione per i libri di Baudelaire e l'attitudine per la scrittura.

Idie Agnelli era consapevole di non avere nulla in comune con il padre.

E questo non le dispiaceva per nulla.

Era tornata da appena una settimana a Torino ed aveva tentato di scappare già tre volte.

Inutile dire che era stata scoperta tutte e tre le volte, riportata a casa e sgridata come si sgridano le bambine di cinque anni per aver rubato delle caramelle.

La madre le aveva raccomandato una delle sue frasi giapponesi: essere flessibile come un giunco o una cosa del genere.

Andrea Agnelli, invece, con molta meno calma le aveva detto
«Niente cazzate, Idie»

E poi aveva aggiunto una lista infinita di cose non poteva fare per nessun motivo al mondo.

Niente droghe, niente alcool, nessun ragazzo nudo per casa.

Nessuna nota scolastica, nessun tatuaggio nuovo, nessun colore di capelli strano, nessuna festa non autorizzata.

In pratica le aveva chiesto di fingersi normale, anche solo per un po'.

Idie si era limitata ad annuire e sorridere, fingendo che quella situazione le andasse bene e non la stesse soffocando.

«Stasera c'è la cena di Natale» l'avvertì suo padre.

Idie gli rivolse uno sguardo storto, non capendo a cosa si riferisse.

«Pardon

La voce le uscì molto più insicura di quanto avrebbe voluto.

«La cena di Natale, quella con la squadra»

La visione di una bambina con i codini che stringeva la maglia numero dieci di Alex Del Piero, le invase la mente.

Per anni aveva aspettato con ansia la cena di Natale con tutta la squadra.

Avere l'occasione di stare così a contattato con dei campioni non capitava tutti i giorni, neppure se ti chiami Idie Agnelli.

Poi era cresciuta, i calciatori erano andati e venuti, e l'interesse per quella squadra era diminuito.

«Non si può evitare?»

𝕿𝖗𝖚𝖊 𝕮𝖔𝖑𝖔𝖗𝖘|| P.DDove le storie prendono vita. Scoprilo ora