Idie camminava con l'andatura fiera, un po' sbilanciata, e gli occhiali da sole a coprirle gli occhi scuri.A luglio faceva caldo e Torino si era svuotata già da un paio di settimane.
L'aeroporto era però sempre affollato, proprio come si aspettava che fosse.
I volti si confondevano tra di loro e non avevano nemmeno tanta importanza per lei.Chi partiva, chi tornava.
Chi piangeva, chi sorrideva.Si sistemò velocemente i capelli dietro alle orecchie e sfoggiò un sorriso di plastica, bellissimo con tutti i denti bianchi in fila, ma finto.
Andrea Agnelli era proprio lì, alla sua destra, indossava una polo blu e i jeans.
Idie non l'aveva mai visto così poco serio e un po' si sentiva a disagio, perché tutti gli specchi e i vetri riflettevano quell'immagine.Lei e suo padre vicini, a respirare la stessa aria senza l'ansia di dover scappare via.
"Le cose andranno meglio" le aveva detto con il tono certo di quello che stava dicendo e in un primo momento Idie non gli aveva creduto. Gli aveva riso in faccia e urlato contro.
Poi, i giorni erano passati ed era arrivato il caldo con l'esame di Stato e il sudore sulla fronte.Era arrivato anche il bel tempo, che era sempre migliore quando inaspettato.
Le cose andranno meglio.
Quali cose, di preciso?
Idie che passava le ore su i libri per non pensare, il biglietto preso per Parigi, sua madre che le diceva di essere contenta di averla con se.
E le ore, i giorni si assottigliavano e sembravano essere tutti identici.
Ma almeno scorrevano via.Il vuoto però, restava. Era sempre lì e non accenna a spostarsi.
Quanto pesa un'assenza?Idie non lo sapeva, tanto, supponeva. Per fare così male, un'assenza deve pesare tonnellate e forse non era neanche quantificabile quell'assenza certi giorni.
Non era mai stata brava a mantenere le promesse. Idie era più la tipa che si rimangiava tutto, che dimenticava anche di aver promesso.
Ma dal 19 maggio, non l'aveva più cercato.
Gliel'aveva promesso e voleva arrivare fino alla fine dei suoi giorni senza doverlo cercare.In televisione c'erano i Mondiali: lei non sapeva neppure se l'Argentina si fosse qualificata agli ottavi.
«Ti vengo a trovare,- disse dopo alcuni istanti di silenzio -lo prometto»
«Papà» sospirò Idie.
Non capì quali braccia arrivano prima a circondare l'altro, se le sue o quelle dell'uomo.
Non aveva importanza.
Importava solo che era stretta al petto di suo padre e le sue braccia lo circondavano e lo stesso facevano le sue con lei.
«Mi mancherà...Torino» mormorò.
Non avrebbe pianto.
Quella era un'altra promessa che aveva fatto a se stessa.Aveva lasciato a suo padre il beneficio di credere che quell'avventura -come lui stesso l'aveva definita- era di poco conto e di poca importanza.
Una sbandata in un momento difficile.
Solo sesso, come invece l'aveva definita lui.
Gliel'aveva lasciato credere, perché era più facile così.
Avrebbe voluto convincersi da sola della stessa cosa, farsi coraggio ed alzare le spalle fingendo indifferenza.
STAI LEGGENDO
𝕿𝖗𝖚𝖊 𝕮𝖔𝖑𝖔𝖗𝖘|| P.D
FanfictionYou were red and you liked me because I was blue. But you touched me and suddenly I was lilac sky. Then you decided purple just wasn't for you. PD10