Erano le quattro e sedici e Idie era convinta che avrebbe nevicato tra meno di una settimana.C'era ancora il sole, che andava e tornava quando gli sembrava più comodo. Ma c'era comunque freddo, quel freddo gelo.
Carolina invece continuava ad insistere: per quest'anno le nevicate
erano terminate.«Tra meno di un mese è Pasqua! Non nevicherà, ne sono certa»
Nicolò semplicemente ascoltava, nascondendo il volto nella sciarpa blu.
Erano tutti e tre davanti alla scuola, e Idie aveva già iniziato la terza sigaretta della giornata, battendo ritmicamente la suola dei suoi anfibi sul cemento scuro.
«Sicura di non volere un passaggio?»
«Sicura, non ti preoccupare»
Nicolò continuava a guardarla dal basso verso l'alto: sapeva il perché non aveva accettato il passaggio, ed anche Carolina lo sapeva.
Lei era solo più brava ad ignorare e a far finta di niente.La distanza tra la Kennedy e casa di Idie era parecchia, ma non le importava.
Aveva bisogno di bruciare calorie.
Il freddo invece, la preoccupava un po' di più.
Attraversò la strada, con le cuffie dell'iPod nelle orecchie e la voce di Rkomi che intonava "Apnea".
Torino non era mai stata così bella.
Eppure Idie non riusciva proprio ad ammetterlo a se stessa, non riusciva a dirsi che ormai quella era la sua vita.Sua nonna una volta le aveva detto che quando nasci in una città, quella è tua per sempre, e tu sei sua.
E Torino, Idie se la sentiva fin dentro le ossa, sotto le cartilagini e nelle vene.
Eppure, la odiava.
Un rumore improvviso alle spalle la costrinse a fermare le gambe magre: il clacson di un auto stava richiamando la sua attenzione.
Inizialmente pensò ad uno scherzo, poi a qualche male intenzionato.
Solo dopo si rese conto che quella non era un'automobile comune.
Era una Maserati.
E con quei vetri oscurati, era difficile capire chi ci fosse alla guida.
Poi, il finestrino abbassato le rivelò un Paulo Dybala con una mano sul volante e gli occhi ancora più limpidi del solito.
Per pochi istante rimase in apnea.
«Mi sei venuto a prendere a scuola?»
si sforzò di essere il più naturale possibile e di non sembrare affatto sorpresa dalla presenza del calciatore lì.«Sali?» fece lui, ignorando la domanda.
Idie si accorse che stava ignorando anche il suo sguardo scuro, e senza lasciarle il tempo di rispondere o muoversi, il ragazzo aprì lo sportello, dando per scontato che lei avrebbe accettato.
Il caldo del riscaldamento le arrivò addosso prepotentemente.
Rimasero in silenzio così a lungo che Idie pensò che non avrebbe mai più sentito il suo fastidioso accento.
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𝕿𝖗𝖚𝖊 𝕮𝖔𝖑𝖔𝖗𝖘|| P.D
Fiksi PenggemarYou were red and you liked me because I was blue. But you touched me and suddenly I was lilac sky. Then you decided purple just wasn't for you. PD10