Capitolo 1

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"Sono sicura che amerai la nuova casa"

Dopo un ora di macchina mia madre rompe il silenzio.
Io sto guardando fuori dal finestrino mentre ascolto la musica e a stento riesco a sentirla.

"Non ho capito" dico mentre mi tolgo la cuffietta e mi appoggio sul suo sedile per sentirla meglio

"Dicevo, sono sicura che amerai la nuova casa!"

"Mi sembra esagerato chiamarla casa, si è parlato solo di questi due mesi"

Mia madre abbassa lo sguardo sospirando mentre mia sorella mi lancia un occhiata.

"Ne parliamo quando arriviamo a casa va bene?"
Dice con tono basso mio padre

"Ma che diavolo! Pianificate le cose e mi ci trascinate senza dirmi nulla?"
Alzo il tono della voce e mi scrollo contro il sedile

"Liv, ho detto che ne parliamo a casa e basta manca più o meno mezzora"

Il resto del tragitto lo passo pensando a tutto quello che mi sono costruita a Bristol in questi anni.
I miei amici, la mia ragazza, la mia camera che si è riempita di frammenti e ricordi da quattro anni a questa parte, quando decisi di ricoprire le pareti ormai ammuffite con fotografie.
Fare le foto è una delle mie gradi passioni e non posso far altro che farmi trascorrere davanti gli occhi ogni scatto fatto e attaccato su quelle pareti.
Stiamo andando a Londra.
Hanno offerto un lavoro a mio padre, non guadagnava molto a Bristol facendo l'orafo anche se è un lavoro che ha sempre fatto con passione e devozione.
sembra roba seria da come ce ne ha parlato due settimane fa ma non ho voluto sapere nulla dal momento in cui dovevano rimanere qui solo due mesi per poi tornare a Bristol.
Mentre leggo sull'uscita dell'autostrada London std 1 non posso fare altro che sorridere.
Londra è il mio posto preferito da sempre.
Non potevamo permetterci molto, e l'ultima volta che sono venuta qui era nella gita scolastica del primo liceo.
Per un momento, pensando a quanto amo questo posto e quanto mi renda felice stare in questa città non riesco a capire perchè ho sbottato in quel modo prima; restare qui per sempre sarebbe il sogno della mia vita. Continuo a sorridere e a compiacermi sempre più dell'idea quando mi vibra il telefono dalle mani.
*Giá mi manchi, torna presto. Ti amo*

il sorriso subito mi si spegne in viso. Ecco la ragione per cui voglio tornare lí. Subito abbasso lo sguardo a terra e chiudo gli occhi strizzandoli.
*Mi manchi anche tu. Ti amo*

rispondo volocemente a Grace mentre mi ritrovo a prendere le mie cose e a portarle dentro.
Spero di iniziare presto la discussione con i miei, quando vedo appostarsi nel giardino il camion dei traslochi.

"Cosa vuol dire quel coso?"

"Piccola, evita di fare scenate adesso va bene?"

Faccio un piccolo gridolino stringendo in pugni mentre mi dirigo di sopra.
La casa è enorme e l'istinto mi porta ad aprire una porta vicino le scale al piano di sopra come se già sapessi che sarebbe stata mia camera.
Apro la porta e si sente ancora odore di vernice fresca.
È bianca. Spoglia. Vuota.
Mi chiudo la porta dietro e mi accascio per terra sentendomi come se la mia vita stesse iniziando d'accapo, come se dovessi rincominciare a scattare foto e a tappezzare le pareti di nuovo.

These four wallsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora