Con ancora i capelli bagnati e indosso un semplice vestito nero, vado in camera di Effy che si sta dando l'ennesima sistemata allo specchio.
E bellissima, come al solito.
"Sii te stessa, nessun filtro va bene? Sono sicura che con lui non serva."
Le lascio un bacio sulla guancia.
Effy annuisce uscendo dalla camera ed io la seguo scendendo le scale, quando apre la porta principale, io rimango dietro il bancone della cucina; Luke le sorride timidamente mordendosi il labbro e il suo percing nero.
Io sto bevendo del the freddo cercando di non farmi notare ma non posso far a meno di guardarli.
Luke improvvisamente sposta lo sguardo su di me facendomi quasi strozzare con il the. Tossisco bruscamente posando il bicchiere sul bancone asciugandomi la bocca con una mano per poi spostarmi i capelli dietro l'orecchio. Entrambi scoppiano a ridere.
Luke avanza in casa.
Indossa dei skinny jeans neri che gli calzano a pennello sulle sue bellissime gambe, delle vans nere, una maglietta nera bucata sul collo.
Bello, bello è dire poco.
Si avvicinano entrambi al bancone, Luke mi saluta lasciandomi due baci su entrambe le guance.
"Scusatemi" dico ridendo
"Non importa" Effy risponde lanciandomi un sorriso.
"Allora che programmi avete?" Riempio due bicchieri di the per entrambi.
"Niente in particolare, andremo a mangiare un panino e poi volevo portarla sulla costa" Si porta il bicchiere sulla bocca.
"Sulla costa? È almeno un'ora e mezza di macchina!"
Riesco a vedere Effy abbassare lo sguardo per l'imbarazzo
"Non importa" Dice sorridendo
"È carino da parte tua" Finalmente anche lei ha detto qualcosa.
"Okay..emh, io devo andare da Harry quindi vado su a prepararmi"
"Salutamelo! Comunque sí, cosí intanto ci avviamo va bene?"
"Certo!"
Abbraccio entrambi.
"Passate una buona giornata"
Effy mi lascia l'ennesimo sorriso d'approvazione ed entrambi escono.
Sono felice che oggi i miei siano fuori per lavoro, altrimenti sarebbero stati un'ora a parlare con Luke dicendogli di quanto sia complicato avere a che fare con una persona malata di cancro.
Vado su per le scale, entro in camera e mi tolgo il vestito e indosso un semplice skinny jeans chiaro, una canotta nera scollata sulla schiena e delle platform bianche e nere. Riguardo i colori sono davvero monotona.
Mi asciugo e piastro i capelli, mi trucco velocemente e vado per chiudere la finestra, Harry non c'è.
Lo chiamo. Dopo un paio di squilli risponde.
"Hey dimmi"
"Sono pronta, vengo?"
"Si certo"
Attacco. Prendo la borsa, metto dentro macchinetta, sigarette e telefono, scendo le scale e esco di casa.
Mentre faccio la breve strada tra casa mia e la sua, do un'occhiata all'orologio, sono le 12:30.
Quando arrivo davanti la sua porta, è semiaperta. Mi limito ad affacciarmi appena.
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These four walls
Teen FictionHo letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fuoco. Da lì, da quel...