4.

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passarono si e no tre giorni dall'accaduto, yoongi si comportava come se non esistessi e questo mandava in fumo il mio cervello.
"non capirò mai i ragazzi.." sussurrai tra me e me spegnendo la sigaretta.
era da un paio di giorni che non riuscivo a dormire, ogni volta che mi addormentavo facevo incubi e per calmarmi uscivo fuori dal balcone a fumare qualche sigaretta.
e restavo fino all'alba sveglia.
li potevo dedicare i miei pensieri a me stessa e stare tranquilla senza che nessuno potesse disturbarmi quindi la cosa non mi dispiaceva più di tanto, certo, non è fantastico andare in giro con due occhiaie che le borse di natale possono solo accompagnare, ma almeno ero abbastanza calma.

in quel momento stavo pensando a yoongi e alle sue parole.
non capivo il motivo, non ci conoscevamo e già lui era partito con questa frase "specialmente se sei tu" manco fossi stata la sua ragazza per due anni.
non ho mai avuto una relazione o almeno una storiella, quindi non riuscivo a capire.

finii di fumare, ritornai dentro.
per distrarmi, iniziai a sistemare la stanza, iniziando dal comodino enorme pieno di cose cosmetiche per ragazze di qua e di là, passando alla scrivania piena di libri e alla biancheria che stava sopra la moquette.
infine, passai al letto, trovando però un foglietto sul mio cuscino.

"so che ogni mattina presto ti svegli per andare sul balcone, so che delle volte mi hai maledetto per quella cosa.
ti dico solo che non ci conosciamo da poco come lo credi tu.
- suga."

dei brividi stavano precorrendo sul mio corpo.
nonostante il nomignolo "suga" capì subito che era lui.
inconsciamente e senza pensarci due volte, andai dritto in camera sua a passi silenziosi ma svelti.
sapevo dove stava la sua stanza e maledico la persona che ebbe l'idea di mettere la mia stanza in fondo.
entrai senza bussare e trovai yoongi a torso nudo seduto sul bordo del letto, stava guardando la finestra, il cielo.
sentendo la mia presenza, si girò e fece un mezzo sorriso.
"non sapevo che avessi così tanto coraggio da venire qui, non si sa mai cosa un ragazzo potrebbe fare nella sua stanza così pre.." lo interruppi.
"mi spieghi questo?" alzai il fogliettino, si girò una seconda volta per guardarmi, fece un ghigno.
fece segno di venire a sedermi accanto a lui e andai.
rimase per qualche minuto in silenzio a guardare l'alba, poi sospirò.

"due anni fa, quando i miei stavano ancora insieme, poco prima che divorziassero, andavo sempre all'ospedale perché mio padre voleva che io diventassi un dottore come lui." disse non guardandomi, continuava a guardare il cielo colorato.
"lo sentivo parlare di una ragazzina, un anno più piccola di me.
non mangiava mai, aveva iniziato a fumare e il suo corpo piccolo e molto giovane non reggeva tutto ciò. era un brutto periodo della sua vita, da quel che avevo capito, perciò iniziò a farsi del male così.
iniziai ad andare a trovarla, ma lei era incosciente, quindi, chiedevo sempre alla stessa infermiera di raccontarmi qualcosa su di lei ed evidentemente quell'infermiera la conosceva bene perché la ragazzina stava spesso lì.
alla sue parole, la sua descrizione, promisi a me stesso di prendermi cura di quella ragazza.
un giorno, ero nella mia strada per andare nella sua stanza sentii un vuoto al petto quando vidi che non c'era più, l'avevano dimessa.
grazie a quella ragazzina, fece capire il me quindicenne, del perché mio padre facesse quel lavoro che io tanto odio ma amo fare per una persona." giuro di aver notato due lacrime rigare il suo viso illuminato dalla luce dell'alba.
però non capivo. cosa c'entro io?

"che cos'ha a che fare con me?" chiesi confusa.
yoongi girò lo sguardo verso di me.
mi bloccai.
era così fragile e vulnerabile in quel momento, quasi mi veniva voglia di abbracciarlo.

"stupida sciocca.." tirò su col naso.

"quella ragazzina..
sei tu."

persi un battito.

first love | yoongiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora