Non riesco a muovermi.
Nessuno riesce a muoversi.
Nessuno riesce a respirare.
Solo silenzio.
Solo dolore.
Solo paura.
Tutto quello che sento e tutto quello che sentono gli altri sono i gridi silenziosi di Sophia e le urla distrutte di Emily e le imprecazioni di Aaron e Bill che non riescono a muoversi.
Tutto quello che vedo e tutto quello che vedono gli altri è la figura piccola e fragile di Sophia che non riesce più a muoversi, che piange e si dispera, che ha paura come ognuno di noi, che non riesce a muoversi. E tutto quello che vedo e tutto quello che vedono gli altri è un'altra figura piccola e fragile, dietro quella di Sophia, che ci sta guardando divertita, mentre il tatuaggio del punto e virgola sulla sua mano si muove insieme al suo braccio che sta stringendo la sorella King in una stretta mortale, mentre le punta la lama affilata di un taglierino alla gola.
<<Avery>> questa è la voce di Emily, e a fatico riesco a sentirla, a fatica si percepisce dentro la palestra. Lei si divincola dalla presa di Bill e fa un passo in avanti. <<Avery, tesoro, ti prego, fermati... non lo fare, ti scongiuro...>>
<<Avery?>> ripete al mio fianco Aaron. I suoi occhi sono sbarrati, la sua voce è spezzata. E' sorpreso, come tutti quanti in questa immensa palestra. E' spaventato, come ognuno di noi. E' sconvolto, come chiunque. Non riesce a muoversi, riesce solo a guardare e ad avere paura. Perché anche lui, proprio come ogni singolo essere umano presente in questo posto, non aveva mai contemplato la possibilità che si trattasse di noi.
Nessuno di noi l'aveva mai vista.
Nessuno di noi l'aveva mai notata.
Un fantasma.
Un essere invisibile.
Ripenso a tutto quello che è successo, a tutto quello che ho fatto. Sono stata io a far riemergere la rabbia di quella ragazza verso Sophia, quando le ho detto di ringraziarla per il fatto che la chiacchierata avuta con la King su Andrew mi avesse impedito di inseguire Emily, lei e il suo gruppetto di amiche così da far loro del male. Sono stata io a dirle "siete state voi ad ammazzare Andrew".
E' stato allora che ha capito, nonostante dopo abbia mentito. Deve aver letto la verità nel mio sguardo, nella mia rabbia. Per questo ha pagato Valentine affinché distruggesse l'armadietto di Sophia, in modo che ci concentrassimo su persone che conoscevamo, su persone che esistevano, che avevamo visto e notato.
Ma non su di lei.
Ed è stata lei che si è introdotta in biblioteca, lei che mi ha colpito alle spalle. Emily me lo aveva detto, mi aveva detto che Avery la stava aspettando in macchina, e molto probabilmente neanche quello era vero. Probabilmente aveva già intuito la colpevolezza della sua amica già da quando le avevo chiesto di provarmi il suo alibi per la morte di Andrew.
Avery deve averlo saputo, forse non era nemmeno in macchina ad aspettarla, forse l'aveva seguita e aveva sentito la nostra conversazione in biblioteca. E proprio come un fantasma, una volta che sono rimasta da sola, ha aspettato il momento opportuno per colpirmi e portarsi via tutte le prove con cui avrei potuto incriminarla per omicidio.
Non l'avevo minimamente sentita, non mi ero nemmeno ricordata della sua presenza. E' stata invisibile, è stata un fantasma.
Ma ora lei è qui, non è più uno spettro, è presente, è uno spirito maligno che è stato distrutto ed è stato divorato dalla crudeltà della vita e, soprattutto, dalla malvagità delle persone. Lei stessa è diventata malvagità. E i suoi capelli a caschetto sono sporchi, e le occhiaie sui suoi occhi dimostrano quanto stia male, quanto poco umana sia, e quel sorriso che solleva sulle sue labbra mi fa rabbrividire.
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La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)
ChickLitSasha Porter è una ragazza piena di difetti: menefreghista assoluta, violenta e stronza, acida in fin troppe occasioni, incazzata il 99% del tempo, con un'ironia sadica a tratti, dice sempre quello che pensa, non importa chi ha davanti, che sia ricc...