Questo è alquanto sessista

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Ho sempre avuto parecchie difficoltà a concepire la vita delle persone con i soldi. Non ricche, badate bene, ma con denaro sufficiente a non doversi preoccupare di arrivare a fine mese.

Quando ero piccola, o meglio, quando ero più piccola di adesso, il mio sogno più grande era quello di poter avere una vita agiata. Immagino sia alquanto strano. I ragazzi di quella età di solito desiderano diventare astronauti, comprarsi un pony o andare a cavalluccio su un unicorno acquatico, io, invece, fantasticavo all'idea di potermi permettere una casa vera e propria, una camera mia invece che un'amaca distrutta, e credo di aver avuto il mio primo orgasmo alla sola idea di potermi permettere un'assicurazione sanitaria privata con programma dentistico. L'immagine di quella tessera plastificata bastava per farmi sbavare.

Credo non ci sia mai stato un momento in cui io e la mamma abbiamo potuto sentirci tranquille dal punto di vista economico. È facile pensare che i soldi non sono importanti, che si può vivere di rendite, con il calore di una famiglia e l'affetto dei propri cari. Ma l'amore non ti compra la cena, gli abbracci e i momenti felici non possono darti un tetto sopra la testa e un'assicurazione che ti copra qualsiasi spesa medica.

La mamma si angosciava per ogni guasto alla macchina, per ogni raffreddore, per ogni puntura d'ape. E con la malattia di Luke, la situazione peggiorava.

Mio fratello aveva avuto la sfortuna di rientrare in quella percentuale di ragazzi down che soffriva di cardiopatie, le visite dai medici ci avevano salassato, si era dovuto operare, e per pagare l'ospedale mamma aveva dovuto vendere ogni cosa: l'appartamento, i mobili, i quadri e la dignità. Fu allora che cominciò a lavorare come spogliarellista, si distrusse per poterci crescere, e benchè non lo abbia mai ammesso di fronte ai miei occhi, a volte sospetto che si fosse concessa anche a qualche cliente, tutto pur di poter ottenere una mazzetta in più.

Non l'ho mai giudicata per questo, le persone sono brave a criticare fino a quando non si ritrovano nella stessa merda, perché loro non sanno, non hanno la più pallida idea di cosa significhi piangere di fronte a una bolletta e approfondire ogni minima spesa, emozionarsi quando ci si più concedere il lusso di un gelato, di un pacchetto di patatine.

Quando mi sono trasferita da zio Brooke, è stato un cambiamento troppo drastico perché potessi digerirlo facilmente, ancora adesso ho difficoltà a vivere dentro quella villa così moderna e maestosa. Non appena ho messo piede in quel posto, la prima cosa che ho pensato è stata "deve essere bello poter vivere così". Ed è quello che penso ora, alla vista dell'immenso viale che si staglia di fronte a me, del grosso cancello automatico che si apre non appena la mia mano sfiora il citofono. È bello, deve esser bello. L'invidia mi divora, l'umiliazione è cocente. E non appena i miei occhi si posano sulla casa, su questo castello perfetto che grida "ho i soldi! Sono pieno di soldi" vorrei poter scappare, fuggire via, perché io non appartengo a questo posto, la mia presenza stona qua. Cosa ci faccio? Perché sono venuta?

Poi le domande e l'angoscia scompaiono, sostiuite dal desiderio. Soldi, potere. Ecco, ecco cosa vorrei. Le mie scarpe calpestano i ciottoli bianchi del viale che conducono all'immensa villa, a questo enorme castello, i miei occhi vagano, cercano, scoprono. Il verde immacolato dello straordinario giardino, gli alberi potati in forme diverse, la gigantesca fontana scultorea dove un angelo suona acqua con una tromba, e la piscina privata dove alcuni ragazzi stanno già facendo il bagno. Si schizzano, non hanno paura. Loro possono concedersi questo lusso.

Quanto? Quanto costerà? Un milione? Di più? Dio, non riesco nemmeno a concepire l'idea, le vetrate di questa casa moderna mi spaventano, la porta d'ingresso che si apre da sola, il maggiordomo che mi aspetta sulla soglia, e le pareti dipinte, i ritratti nei quadri. È spaventoso, emozionante. Vorrei tutto questo. Lo desidero. Non lo nego, non mento. Sono materialista, lo so, non me ne vergogno. Questa sarebbe una vita nemmeno immaginabile per una persona come me, è il rifugio che desidererei, ma che so non potrei mai ottenere.

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora