Sono qui per proteggere te (parte due)

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La palestra della scuola è stata addobbata in tema natalizio, e non posso negarlo, hanno fatto un lavoro straordinario. Fogli ritagliati a forma di fiocco di neve pendono dal soffitto insieme a nastrini bianchi lucenti e cartelloni pieni di coriandoli argentati. La gente beve, balla e si diverte e stranamente nessuno ci guarda con particolare interesse. Sophia sembra si stia divertendo molto più degli altri, perché Luke è un ballerino eccezionale e sa come far sorridere una donna. Mi sfugge un sorriso quando lo vedo farle fare una piroetta degna di un professionista. Aaron, al mio fianco, sorride a sua volta, e da lontano scorgo la figura di Ridarella che se la sta sguazzando con una povera ragazzina troppo intenta a sbavare per il suo fascino senza rendersi conto di star parlando con un idiota.

<<Sembri felice>> è il commento di Aaron, dopo un paio di minuti che abbiamo passato in silenzio a fissare le altre persone. <<Il che è sorprendente, temevo ti saresti rannicchiata in un angolino buio e oscuro a fissare male la gente.>>

Scoppio a ridere. <<Potrei farlo, effettivamente, ma guarda...>> indico mio fratello con un cenno della mano. E' felice, sta ridendo, sta sorridendo. <<Non potrei chiedere nulla di meglio.>>

Lui sorride di nuovo. <<Non sono particolarmente contento che la tua felicità dipenda da quella di tuo fratello ma... per il momento, tenterò di accettarlo.>>

<<Non puoi fermarmi, Stoccafisso>> gli assicuro con una risatina. Luke ha appena sollevato in aria Sophia, stringendola per la vita, le loro risate sovrastano la musica in sottofondo. <<Luke è tutto quello che mi rimane, darei la vita, per lui, non esiterei un secondo. E anche se ti piace contraddirmi, so che faresti la stessa cosa per uno dei tuoi fratelli. Non siamo poi così tanto diversi.>>

<<Hai ragione>> ammette alla fine lui, dopo qualche secondo di riflessione. <<Forse è per questo che ci piacciamo.>>

<<Tu non mi piaci.>>

Ora è il suo turno di ridere. <<Raccontala ad un altro. Questa bugia non funziona con me. Credo di non avertelo mai detto prima d'ora, ma anche tu fai parecchio schifo a mentire.>> Si allontana di qualche passo, per poi porgermi la mano. <<Ti va di ballare?>>

Il mio cuore perde un battito di fronte a una simile visione, ma io sono Sasha Porter, non mi faccio certo fregare da uno Stoccafisso in giacca e cravatta. <<Solo se prometti di non palparmi il sedere o le tette. Voglio conservare quel poco di dignità che mi è rimasta.>>

<<Giuro solennemente che non ti toccherò da nessuna parte, a meno che non sia tu a chiedermelo. Non eri stata tu stessa a dirmi che dopo averti salvato la vita, come minimo, mi dovevi la tua verginità?>> Il suo volto si fa più leggero, più sincero, quando gli stringo la mano.

<<Davvero?>> domando, fingendomi stupefatta. Mi stringe a sé con delicatezza, le sue mani si posano sui miei fianchi, i suoi occhi mi avvolgono in una coperta calda e confortante da cui non vorrei mai uscirne. <<Non ricordo. Forse la botta in testa mi ha fatto dimenticare certi dettagli scabrosi.>>

Lui sorride di nuovo. Dio, è così bello. Non riesco ancora a credere che stia succedendo davvero. Da quando la mia vita è diventata la storia di uno di quei libri romantici che piacciono tanto alle ragazzine in preda agli ormoni? Da quando è stata trasporta in un film rosa pieno di rose, cuori e fiori? Non è da me. Nulla di tutto questo è da me. Eppure non mi fa arrabbiare, non mi fa incazzare. Ed è strano, è avvilente, è imbarazzante. Questo senso di sicurezza, questo sollievo che provo, questo istante che sembra essersi fermato nel tempo, lasciandomi da sola con lui. Solo noi due. Per sempre. Ogni secondo. Ogni respiro. E penso che forse ne è valsa la pena. Ne è valsa veramente la pena. Ogni giorno passato a contare i soldi in tasca, ogni assiduo controllo della spesa, ogni toast bruciato, ogni lacrima versata su una bolletta, ogni momento di disperazione. Deve esserne valsa la pena, se mi ha fatta arrivare fino a qui. Voglio che ne sia valsa la pena. Voglio che abbia un senso, che dia un senso a tutto quanto. E forse non è corretto, forse è ingiusto, forse mia madre non ne valeva la pena, ma cosa posso fare io? Sono solo una pazza che crede di poter governare il mondo, non ne so niente di destino, di amori, di cuori, di passione. So solo che ora Aaron è qui, che io sono qui, e che non vorrei cambiare questo momento per nulla al mondo.

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora