Mia madre aveva l'abitudine di mangiarsi le unghie fino a sanguinare prima di ogni appuntamento. Era più forte di lei, non riusciva a fermarsi, nonostante i vari tentativi di conservare quel poco di dignità che le era rimasta. Il che è abbastanza ridicolo, visto che la maggior parte dei suoi appuntamenti erano patetici esseri umani che avrebbero potuto finire dritti all'inferno. Ma ricordo molto bene l'esasperazione con cui si controllava allo specchio e l'ansia che ci trasmetteva chiedendoci costantemente "come sto? Sono carina?". La prendevo sempre in giro per questo, le dicevo che sembrava ridicola, e lei mi rispondeva sempre che un giorno avrebbe goduto nel vedermi soffrire per le stesse motivazioni.
Vorrei tanto che fosse così. Vorrei che mi vedesse, adesso, in questo momento, mentre fisso il mio riflesso sullo specchio del bagno, un riflesso che non riconosco. Avrebbe riso, mi avrebbe presa in giro dicendo qualcosa come "anche la donna più fredda diventa un fascio di nervi al suo primo appuntamento". E vorrei che mi sorridesse, e che mi abbracciasse, che mi dicesse "va tutto bene, Sasha". Se fosse qui, adesso, lo avrebbe fatto. E mi avrebbe dato il cinque, mi avrebbe dato consigli alla "ricordati del preservativo" o "prenditi una mentina prima di baciarlo". E sarebbe scoppiata in lacrime all'idea che un ragazzo mi avesse invitata al ballo d'inverno, avrebbe pianto per la gioia e mi avrebbe detto che ero bellissima e che era fiera di me e che si sarebbe ricordata per sempre di questo giorno.
Ma mia madre non c'è, e tutto ciò che posso fare è immaginare la sua presenza al mio fianco. La immagino qui, proprio dietro di me, che mi accarezza i capelli ora rasati sul lato destro, che mi sussurra parole dolci e mi guarda come se fossi la cosa più preziosa al mondo. Vorrei che fosse qui. Quanto lo vorrei. Sarebbe fiera? Non lo so, mi piace pensare che lo sarebbe. Che sarebbe orgogliosa di me, anche se nella vita non ho combinato nulla di buono, anche se sono distrutta e non so come riaggiustarmi. Anche se sono una stupida custode di cuori. E riesco quasi a sentire l'odore di sigarette e alcool e medicinali, riesco quasi a percepire il calore del suo tocco, delle sue mani gentili che mi sfiorano il collo e mi aggiustano il vestito così che ricada su di me come una dolce coperta.
Stringo la collana fra le mani, la sua croce, la mia croce. In tutti i sensi. E' l'unico gioiello che ho deciso di indossare, nonostante le lamentele di Sarah. Ho ceduto al suo desiderio di truccarmi perché - e cito testualmente - "mi vergognerei troppo che mia cugina se ne va in giro con quelle sopracciglia a forma di cespuglio e quegli occhi da panda". E devo ammettere che ha fatto un ottimo lavoro, nonostante per me la depilazione, la maschera per la pelle e le ore passate a coprire il mio volto con sostanze dalla provenienza dubbia siano state più che altro una tortura che dubito ripeterò in futuro. Ma ora che sono qui, di fronte allo specchio, non riesco quasi a riconoscermi.
Il mio nuovo taglio di capelli non mi dispiace, se devo essere sincera. Un semplice taglio pixie, non sbarazzino, con la frangia a coprirmi un lato della fronte e le ciocche a ricadermi delicate in testa, andando a mascherare anche il cratere provocato da quel pezzo di merda. È senz'altro un'acconciatura che rispetta la mia filosofia di vita più grande: La comodità prima di tutto.
Strano ma vero, mi sembro più femminile ora, con questo taglio cortissimo, che prima con la mia chioma elettrica che arrivava al sedere.
Continuo a guardarmi e continuo a non riconoscermi. Questi occhi non mi appartengono, queste ciglia lunghe, queste sopracciglia che sembrano quasi disegnate, e queste labbra carnose dipinte di rosso. Da dove sono sbucate fuori?
<<Smettila di guardarti come se fossi una specie di extraterrestre>> Sarah si allontana da me con una faccia particolarmente divertita. <<Stai bene, tranquilla.>>
<<Non è di questo che mi preoccupavo>> ammetto alla fine, continuando a fissare il modo in cui il tessuto rosso del vestito aderisce alla mia pelle, la mia schiena scoperta sta morendo per il freddo, e la scollatura fra le tette sembra voler dire "vieni qua, bel bambino, prova a dare una palpatina". Non credo che Aaron cederà a una simile tentazione, ma è pur sempre un uomo, dotato di una pazienza limitata. Forse è meglio che mi porti lo spray al peperoncino.
<<Sashaaa! Lukeeee!>> la voce di zia Tess ci richiama dal salone, segno per me di una sconfitta su tutti i fronti. <<Sono arrivatiii!>>
Riesco a sentire i passi di Luke che corrono dalla stanza al piano terra in uno scalpito di emozioni e di entusiasmo che gli invidio particolarmente. Mamma si metterebbe sicuramente a ridere se scoprisse che ho tutta quest'ansia addosso per uno stupido ballo, e vorrei potesse farlo per davvero. <<Andiamo>> Sarah mi prende in giro pungolandomi col gomito <<sei la compagna di Aaron King, ti invidieranno tutti.>>
<<Non è stata una mia scelta, ed essere invidiata dagli altri per una motivazione simile mi fa sentire ancor più stupida>> ribatto. In lontananza, riesco a sentire il vociare profondo di Luke e di zia Teresa, entrambi emozionati come se il loro figlio prediletto stesse per vincere il premio Nobel per la pace. Con un sospiro che non mi si addice, esco dal bagno, seguita a ruota da Sarah, e raggiungo le scale.
Eccolo lì, Stoccafisso, in tutto il suo perfetto splendore. Lo smoking che indossa lo rende il Principe Azzurro perfetto per tutte le bambine che sognano un cavaliere dall'armatura scintillante. Ma non per Sasha Porter, custode di cuori e pazza psicopatica. Eppure è così, e lui è davvero bellissimo, i capelli pettinati all'indietro, la cravatta allacciata alla perfezione, gli occhi scintillanti che mi fissano come se fossi l'unica persona in questa casa oltre a lui. E mi rendo conto di star sorridendo a mia volta, sempre di più, di gradino in gradino, con i tacchi traballanti e gli occhi che piangono per tutto il trucco che hanno addosso. E quando lo raggiungo, lui sorride ancora, di più, sempre di più, la luce che illumina il suo sguardo toglie ogni dubbio sulle ore di tortura passate con Sarah. Ne è davvero valsa la pena. <<Ciao>> mi saluta, a bassa voce, come se non volesse farsi sentire.
<<Ciao>> ricambio, in maniera tutt'altro che elegante. I miei occhi scivolano in basso, fino a raggiungere le sue mani, che stanno stringendo un piccolo bouquet di margherite, semplice e elegante allo stesso tempo. Non riesco a trattenere un ghigno. <<Per me?>>
<<Dici che odi le rose, ho pensato che non avresti disprezzato altrettanto le margherite>> ammette con una risatina, mentre me lo porge. Lo afferro tentennante, è difficile mantenere la solita faccia menefreghista quando il ragazzo che ti ha invitata al ballo diventa improvvisamente romantico. Soprattutto per una che di romanticismo ne sa poco o meno niente.
<<Hmm... immagino di doverti dire... grazie?>> sì, faccio davvero schifo a romanticismo.
Lui ride soltanto, e Luke mi si avvicina col suo smoking altrettanto elegante, il sorriso che va da un orecchio all'altro. Sophia, al suo fianco, è più raggiante che mai, sembra una principessa Barbie, con quel vestitino rosa che l'avvolge come se fosse una coperta. Lei mi sorride e basta. <<Te lo avevo detto che gli sarebbe piaciuto>> commenta alla fine, con un risolino.
<<Fermi tutti!>> gli occhi di zia Tess stanno brillando come due stelle, si rivolge a Sarah, anche lei tutta agghindata (non ho idea di chi sia il suo appuntamento) e le sorride. <<Tesoro, dobbiamo scattare delle foto.>>
<<Delle foto?>> domando disperata. <<Per davvero? Foto? ZIA!>>
<<Non tollero nessuna critica al riguardo!>> zia scompare dentro la cucina come un fantasma, e nel giro di un secondo ritorna col suo cellulare stretto fra le mani. <<Queste foto andranno a finire nell'album fotografico. Sarah, quando arriverà il tuo appuntamento le farò anche a te. Per ora, dammi una mano.>>
Mia cugina sembra più che felice di distruggermi la vita accontentando la madre. Bastarda, sapevo che la nostra tregua non sarebbe durata a lungo. E visto che lei e il suo cellulare vivono in simbiosi, lo tira fuori dalla tasca come se fosse una pistola. Aaron scoppia a ridere, Luke abbraccia Sophia e lei ricambia affettuosamente, mentre Stoccafisso avvolge una mano attorno la mia vita e sorride come solo lui sa fare di fronte all'obbiettivo dei telefono. <<Ti odio>> mormoro, sforzandomi di non mostrare il mio apparente nervosismo. Il flash mi acceca per qualche secondo. <<Me la pagherai, per questo.>>
<<Parole, parole...>> mormora lui con un sorriso, si china su di me lentamente, le sue labbra sfiorano il mio orecchio, e il suo respiro accarezza la mia pelle provocandomi un brivido in tutto il corpo. <<Non ho avuto ancora il tempo di dirtelo, ma... oggi sei bellissima.>>
L'istante dopo, il flash mi acceca di nuovo. Spero che abbia illuminato le mie guance, non voglio che il mio rossore sia così palese.
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La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)
Chick-LitSasha Porter è una ragazza piena di difetti: menefreghista assoluta, violenta e stronza, acida in fin troppe occasioni, incazzata il 99% del tempo, con un'ironia sadica a tratti, dice sempre quello che pensa, non importa chi ha davanti, che sia ricc...