La vendetta di Stoccafisso (parte due)

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Hanno vinto. I Tigers o come diavolo si chiamano hanno avuto una vittoria schiacciante e proseguiranno il campionato. Alla fine della partita la gente ha iniziato a urlare come se avessero conquistato il Super Bowl, Sophia ha rischiato di strozzarmi fra gli abbracci e l'entusiasmo generale e Luke mi ha resa temporaneamente sorda per via delle sue urla. Con l'aggiunta di aver appena subìto una vendetta umiliante da uno Stoccafisso il mio stato d'animo è alquanto patetico, e la richiesta da parte di Sophia di partecipare al party nel bosco, organizzato per festeggiare questo traguardo, non fa altro che peggiorare il mio umore.

Vorrei farle notare che sono alquanto disperata, che ho passato fin troppo tempo in mezzo alla gente a fingermi una ragazza qualsiasi come tutti gli altri, e non una misantropa pazza che vorrebbe uccidere tutti, e che se continuassi rischierei di morire in quanto sto andando contro la mia natura, ma gli occhi di Luke hanno già segnato la mia condanna a morte. Vuole andarci, glielo leggo in faccia. Una festa. Cibo. Marshmallow bruciati. Popcorn. Persone con cui poter stringere amicizia. Troppo invitante perché possa resistervi. Mi guarda e sa già che non potrò dirgli di no, lui non ha mai partecipato a questo genere di eventi, nessuno lo aveva mai invitato, nessuno voleva al suo fianco la compagnia di un ragazzo down.

<<Andrà tutto bene, Sasha>> mi sussurra all'orecchio <<posso farcela. Luke è forte.>>

Ho annuito, non sono riuscita a fare altro, ma è stato come strapparmi da sola un pezzo di cuore. Non so perché l'abbia fatto, nella mia vita non ci sono mai stati momenti in cui potevo stare tranquilla. La costante, distruttiva ansia che qualcosa potesse andare storto mi ha corrosa fino a lasciarmi senza fiato. E dopo la morte della mamma queste emozioni sono solo peggiorate. Non sono abituata a tutte queste fortune, ho come l'impressione che il Karma stia solo aspettando l'occasione giusta per tirare via il tappeto sotto i miei piedi.

Immagino tutto questo sia solo il frutto della mia paura. Proteggi. Custodisci. Ferisci. Il mio mantra ha smesso di essere funzionante da troppo tempo, non so come comportarmi senza di esso, e non so quanto ancora possa sopravvivere prima di esser costretta ad usarlo di nuovo. Ma lascio che Luke si diverta. Almeno una volta. E Dio, ti prego, ti prego, ti prego, fa' che non sia uno dei miei tanti errori.

Sophia mi chiede se sto bene, le rispondo che sì, sono okay. Lei non sembra convinta, e nemmeno Luke, e io mi sforzo di sorridere e dico che devo andare in bagno.

Quando esco, sono più tranquilla del solito. Anche questo mi spaventa. La tranquillità è per quelli che possono permettersi il lusso di pensare che il domani sia positivo. La mamma diceva sempre che un giorno anche noi avremmo potuto tirare un sospiro di sollievo. Vorrei tanto che lei se lo fosse concesso, almeno il secondo prima della sua morte.

All'uscita dei bagni pubblici ci sono un gruppo di ragazzi che stanno piangendo, immagino siano i tizi della squadra avversaria, quelli che hanno perso. Mi dispiacerebbe per loro, se non fosse che non me ne frega niente. L'unico che non piange è quello che li consola, quello che dà pacche sulle spalle e che mi fissa come se mi avesse già vista. Occhi azzurri, capelli corvini e barba incolta. Non è affascinante, è l'esatto opposto: virile e minaccioso. Bello nella sua cavernosità, ricorda più un motociclista, con quei capelli incolto che raggiungono le sue spalle e quella barba da trentenne acculturato. <<La fidanzata di Aaron King>> dichiara alla fine.

<<Non sono la fidanzata di nessuno>> rispondo io.

I tizi che piangono smettono di autocommiserarsi e mi guardano con una nuova luce. Hanno capito da che parte stanno e ora mi osservano con la stessa diffidenza che avrebbe un agente dell'FBI di fronte a una spia russa. <<Allora la sua scopamica>> ribatte il motociclista, le sue spalle ampie sembrano sul punto di strappare la maglietta a mezze maniche con il numero 1 stampato sopra.

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora