Filo spezzato

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Pamela sembra appena uscita da un campo di concentramento. Indossa una tuta grigia che le sta addosso come un sacco della spazzatura, i capelli spettinati legati in una crocchia fatta palesemente per non far notare che non ha avuto il tempo di lavarsi, e gli occhi spalancati per lo spavento. <<Dov'è Sophia?>> gracchiai, con la voce rauca.

Bill interviene prima che io o Aaron possiamo anche solo pensare di intervenire. Il suo volto è deturpato dalla rabbia, le sue sopracciglia sono aggrottate, e quando sbatte la mano contro la parete, al lato sinistro della faccia di Pamela, lo fa con una furia violenta. <<Non sono affari tuoi! Perché diavolo sei qui?>>

<<L'ho chiamata io.>>

Per poco non cado a terra per la sorpresa. La voce di Aaron è ferma e sicura, così come i suoi occhi, che scrutano il volto sconvolto di Bill con la stessa tranquillità che riserva a me quando provo a dimostrargli che non sono del tutto pazza. <<Che cosa?>> strilla il suo gemello, gli occhi sbarrati. <<Sei per caso impazzito? Non hai chiamato i nostri genitori ma chiami questa piccola...>>

<<Bill>> interviene lui, fermandolo subito <<è giunto il momento che chiariamo le cose, qui e ora.>> Poi sospira, evidentemente stanco come tutti noi per questa situazione che è a tratti inquietante e a tratti semplicemente spaventosa. <<Sophia ha bisogno di Pam, e tu lo sai meglio di tutti noi.>>

<<No, diavolo, no!>> impreca Bill, allontanandosi dal soggetto in questione per avvicinarsi al fratello e afferrarlo per le spalle. <<Queste decisioni non le puoi prendere solo tu! Siamo una famiglia, o sbaglio? Non dovremmo...>>

<<Bill, guardati!>> esclama Aaron. <<Ogni volta che parliamo di Pamela vai in escandescenze, non sei in grado di ragionare lucidamente!>>

<<E tu sì?>> ribatte Ridarella, lasciandosi andare a una risata amara. <<Davvero, fratellone? Solo perché sei nato tre minuti prima di me questo non significa che tu sia più saggio.>>

Inarco un sopracciglio, per qualche motivo non sono affatto sorpresa di sapere che Aaron sia il maggiore e Bill il minore. Pamela, ancora appoggiata alla parete, si avvicina a passi veloci a me, e mi stringe in un abbraccio soffocante che, non nego, è piuttosto piacevole. <<State tutti bene?>> mi domanda lei, con un sussurro all'orecchio.

<<Sì, tranquilla>> le rispondo, dandole una pacca con la mano sulla schiena. <<Siamo sani e salvi.>>

<<Ti sei presa tanti pugni?>>

<<Ne ho dati altrettanti, non ti preoccupare per me>> la rassicuro. Lei annuisce e tira su col naso, per poi sciogliere l'abbraccio e guardarmi fra la disperazione e la paura. <<Sophia sta bene>> aggiungo poi, e posso scorgere esattamente il momento in cui il nervosismo abbandona il suo corpo. <<Si è solo fatta alcuni tagli alla gamba, ma nulla che un po' di bende e qualche antidolorifico non possa curare.>>

Al mio fianco, sento Aaron strillare: <<Bill,non iniziare a comportarti come un bambino! Devi smetterla di tenere il broncio e affrontare la realtà dei fatti!>>

<<Non spetta a te decidere come devo comportarmi!>>

<<Sì, se il tuo carattere provoca problemi alla nostra famiglia! Sophia sta male, lo hai capito? Non è colpa tua, nè di Pamela, né mia. Come ho già detto, la colpa è di tutti. E, proprio per questo, tutti quanti dovremmo fare del nostro meglio per aiutare nostra sorella. Inclusa Pamela.>> La voce di Aaron è monocorde, il suo sguardo inflessibile. La rigidità del suo corpo è arrivata a livelli inauditi. <<Bill>> dice alla fine, con un sospiro <<penso che tu e Pamela abbiate bisogno di parlare.>>

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora