Raven guidò come una pazza per le strade malmesse di Tijuana. Aveva la vista appannata, le mani che tremavano strette al manubrio della moto, il sangue dei morti a ricoprirle i vestiti e la pelle, ed il cuore che scalpitava freneticamente nel petto. Fortunatamente in quelle viuzze della periferia non vi erano veicoli distrutti o abbandonati ad intralciare completamente il suo passaggio, e di morti se ne vedevano pochi, ma la ragazza non sembrava volersi fermare. Girava già da un po' senza una meta precisa, semplicemente non riusciva a fermarsi, aveva paura che se l'avesse fatto, sarebbe crollata del tutto, e non voleva assolutamente crollare, ma in quello stato non poteva nemmeno tornare alla diga, quindi continuava ad inoltrarsi per le vie deserte di quella città. La vista di quel bambino l'aveva sconvolta più di quanto avrebbe mai voluto ammettere persino a sé stessa, ma alla fine non poté più negare la cosa. La tristezza e lo sconforto per quella giovane vita stroncata la stavano distruggendo, la rabbia e la disperazione iniziavano a prendere il sopravvento, così ormai giunta in una zona deserta, priva di abitazioni, e popolata soltanto di sterpaglie secche qua e là, fermò la moto e scese a dare sfogo a tutte le sue emozioni. Per prima cosa diede un calcio ad una lattina di birra vuota abbandonata al lato della strada, imprecò miseramente tirando fuori tutta la frustrazione, e dopo essersi allontanata di qualche passo dal suo mezzo di trasporto, presa dallo sconforto, picchiettandosi i pugni sulle cosce, si accasciò al suolo rannicchiandosi le ginocchia al petto per poi sfogare il suo pianto.
Non le capitava di sentirsi tanto impotente da molto tempo ormai, anche se non ne provava piacere ad uccidere quegli esseri, non le faceva così male vederne morire uno da quando Elyza dovette freddare Jessica davanti ai suoi occhi, e quelli inermi di Anya. Era un soldato, era addestrata a quel genere di missioni, a quel genere di vita, e soprattutto a vedere ingiustizie, e a perdere dei compagni di battaglia. Eppure quel bambino ed il suo coniglietto di peluche, le stavano divorando il cuore, offuscando alla sua mente brillante con la disperazione della sua umanità. È vero, era un soldato, un Tenente della marina, ma sotto a quel titolo, sotto alla sua apparenza, restava comunque sempre una giovane ragazza che non poteva sempre solo ironizzare sulle cattiverie della vita fingendo che le scivolino addosso senza sfiorarla. No, a volte anche la stoica Raven Reyes crollava sotto il peso delle emozioni, lasciandosi andare a tutta la disperazione accumulata nel tempo.
Un particolare rumore ritmico in avvicinamento, le fece capire che era ora di ricomporsi ed andarsene da lì, si guardò attorno non capendo da dove provenisse, e tantomeno cosa fosse, non era un motore, non era un rumore meccanico, e non sembravano nemmeno i passi dei morti, schioccava in modo ben più sonoro toccando il terreno. Era ancora seduta a terra nella polvere quando lo vide. Il suo manto corvino lucido rifletteva la luce del sole quasi abbagliando, mentre l'animale massiccio ed al contempo leggiadro, trottava con un'eleganza regale nella sua direzione. Raven restò immobile e senza fiato allo spettacolo di quello splendido equino disperso nel bel mezzo del nulla, il passo deciso rallentò non appena vide la ragazza muoversi, e subito l'animale diventò circospetto e cauto, ma la sua curiosità lo fece avanzare ugualmente. Raven guardò quell'imponente stallone avanzare fino ad un paio di passi da lei, le narici dell'animale fiutavano l'aria in cerca di indizi che i suoi occhi non potevano percepire, e la ragazza decise di non muoversi più per non spaventarlo. Le sue lacrime passarono da essere disperate, ad essere di gioia, dovute al fascino di quel maestoso cavallo più nero del carbone, e solo allora l'animale si sbilanciò a sfregarle il muso sul braccio ancora stretto attorno alle sue ginocchia. Fu solo una manciata di secondi ti tranquillità, giusto il tempo di un gesto di conforto, e di una carezza sul suo muso, che in lontananza rumori ben più sgradevoli di quello degli zoccoli iniziarono a farsi sentire. Il cavallo sbuffò, e con un nitrito leggero si allontanò e ripartì al galoppo nella radura. Incoraggiata dal gesto di quell'amorevole bestia, Raven si alzò in piedi, si asciugò le lacrime nella stoffa della maglia tirandosi via anche qualche schizzo di sangue dal viso, e tornò a mettersi in sella alla moto. Non era sicura di dove fosse finita guidando all'impazzata, non aveva nemmeno prestato attenzione alla strada che aveva percorso, di per certo sapeva che avrebbe dovuto dirigersi dalla parte opposta di quei rantoli sgraziati che iniziavano ad essere più vicini e persistenti. Accese il motore e partì senza esitare, tornando per un pezzo di strada da dove doveva essere venuta, ritrovandosi poi a seguire delle indicazioni stradali, relative a quel posto dove sarebbe dovuta rientrare, probabilmente già da più di un'ora.
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Till The World Ends
Fanfiction[LEXARK - Crossover "Fear the Walking Dead" - "The 100"] ATTENZIONE!! SPOILER SEASON 3 FearTWD!! Se non avete visto "Fear The Walking Dead" fino la terza stagione non iniziate a leggere, oppure leggete, ma sappiate che vi rovinerò tutti, o quasi tut...