Capitolo 3

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Stamattina siamo arrivati in ritardo nell'ora di matematica e non abbiamo trovato due banchi uniti per me e Ethan, così lui si è seduto vicino ad un certo Colin e io vicino a Jack.

<<Ehm.. come stai?>>

Mi chiede

<<Bene, ma starei meglio se sapessi fare tutti questi calcoli>>

Ride. Perché ride?!

<<Perché ridi? C'è da piangere, sul serio.>>

<<Scusa, ti serve una mano?>>

Mi chiede gentilmente

<<Si grazie>>

Mi spiega tutto il meccanismo e capisco subito. Prima d'ora non sono mai potuta andare a scuola perché crescevo ogni giorno, ma quest'anno la mia crescita si è fermata e ho iniziato a frequentare la scuola. Era sempre Ethan a farmi da maestrino, quindi non ero indietro con il programma e riuscivo a capire alcune cose, anche se non tutte.

<<Ok credo di aver capito...grazie>>

<<Di niente>>

Appena pronuncia quelle parole la campanella suona, il chè segna la fine delle lezioni finalmente.
Raggiungo subito Ethan che mi mette un braccio attorno alle spalle e mi stringo a lui. 

<<Hai capito gli esercizi?>>

Mi chiede ritraendo il braccio e  porgendomi il casco

<< Si, Jack me li ha spiegati... Spiega bene sai>>

<<Potevi chiederli anche a me non c'era bisogno di farteli spiegare da Jack>>

L'ultima parola la scimmiotta, una cosa che odio.

<<Eri dall'altro lato della classe cosa volevi che facessi "Ehi Ethan non è che mi puoi spiegare gli esercizi sai non li ho capiti"?!>>

Alzo leggermente la voce. Non mi piace quando si comporta da persona infantile e lo sa bene.

<<Avresti dovuto, invece di chiederli a lui!>>

Stavolta è lui che urla e molto più forte di quanto ho urlato io. Gli do il casco che mi aveva porso 5 minuti fa, mi giro e mi incammino verso casa da sola. Subito dopo vedo lui sfrecciare con la sua moto davanti a me. È un autentico imbecille.

La ragazza mezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora