Evan si svegliò terribilmente accaldato ed eccitato erano già diverse notti che non faceva altro che sognare Nathan, le loro giornate passate allo skatepark, le loro interminabili sfide ai videogames, ma quella notte era stato qualcosa di diverso, aveva sognato quel giorno, quel preciso momento in cui aveva visto Nathan masturbarsi pronunciando il suo nome.
Nel sogno però Evan non era scappato, ma era entrato nella camera e aveva spinto l'amico giù sul letto salendogli sopra, da quel momento tutto si era fatto confuso; poi l'immagine e la situazione improvvisamente erano cambiate: Nathan ora si trovava in quella maledetta aula, piegato sul banco con i pantaloni e le mutande abbassate, però invece di Morgan era lui a tenerlo bloccato in quel modo.
Quando riprese lucidità, Evan ne fu sconvolto, anche se non aveva fatto niente di esplicito, il desiderio che vi era nascosto era piuttosto evidente, ma questo lui non poteva ammetterlo e tantomeno accettarlo. Lui non potava provare desiderio verso un uomo, erano i finocchi a farlo, lui era un ragazzo etero perfettamente normale!
Così cercò di ingannare se stesso dicendosi che era solo la voglia di avere Nathan tutto per sé come amico, di riavere la sua amicizia esclusiva ad aver prodotto quel sogno.
Per continuare a coltivare quell'illusione decise di non darsi sollievo temendo di immaginare nuovamente Nathan, ma preferì farsi una bella doccia fredda.
Uscì di casa con un obiettivo molto chiaro in testa, quel giorno avrebbe costretto Nathan ad ascoltarlo.
Attese la fine delle lezioni poi si diresse velocemente all'uscita sperando che quel giorni il momento del loro rientro a casa coincidesse.
Dopo pochi minuti lo vide arrivare, gli andò incontro deciso per non permettergli di cambiare strada o tornare indietro per evitarlo.
"Ciao Nathan"
Nathan sgranò gli occhi, quello era il momento meno opportuno per incontrare Evan, dopo quello che aveva combinato la sera prima guardando quel maledetto video.
Valutò velocemente le proprie opzioni, visto che non aveva possibilità di evitarlo e scappare era fuori discussione perché gli avrebbe dimostrato la propria debolezza, cercò di non pensare a ciò che aveva fatto e concentrarsi invece su quello che lui gli aveva fatto. In un attimo la rabbia cancellò la vergogna.
"Che cazzo vuoi? Non ti avevo avvertito di starmi lontano?"
Evan non si scompose minimamente "Ho bisogno di parlarti e tu devi starmi ad ascoltare"
"Ti ho detto che non mi frega niente di quello che hai da dirmi" E cercò di oltrepassarlo, ma Evan lo afferrò per le braccia costringendolo a guardarlo nuovamente in faccia
"D'accordo ho sbagliato, sono stato un bastardo però non sono stato io a volerlo"
A Nathan non era chiaro a quale dei due episodi Evan si riferisse, forse ad entrambi, una parte di lui lo supplicava di ascoltarlo, di dargli una possibilità, perché anche lui sentiva terribilmente la mancanza della loro amicizia e non solo, mentre un'altra gli urlava di mandarlo a fanculo il prima possibile perché era pericoloso.
Anche se odiava ammetterlo Evan aveva ancora troppo potere su di lui, le azioni della sera prima lo avevano ampiamente dimostrato.
Fortunatamente l'arrivo di un'auto che conosceva bene lo tolse dai pasticci.
Tyler scese dalla macchina e lo chiamò a gran voce "Nathan"
La comparsa del suo ragazzo cancellò ogni pensiero rivolto al passato riportandolo alla dura realtà dove Evan era solo un figlio di puttana da evitare, la sua voce si fece ancora più dura e tagliente
![](https://img.wattpad.com/cover/134861326-288-k562807.jpg)
STAI LEGGENDO
Un crudele filo rosso
Genç KurguNathan e Evan sono sempre stati inseparabili fin da quando ne hanno memoria, ma poi un evento traumatico, avvenuto all'inizio delle superiori, ha distrutto la loro amicizia dividendo le loro strade apparentemente per sempre. Quando, dopo 5 anni, il...