CAPITOLO 7 - ELENA POV

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Sono in auto, oggi ho deciso di accendere un po la radio; la musica che si propaga attrassero le casse dello stereo mi fa compagnia lungo il tragittato che mi separa dallo studio della dottoressa Panico.

Stranamente questa mattina sono in anticipo, negli ultimi giorni mi sembra di riuscire ad abbandonare più facilmente il mio comodo materasso, quindi spero di non aver nessun rimprovero sull'orario. 

Oggi la giornata è più nuvolosa del solito, si vede che settembre è alle porte e l'estate è quasi pronta ad abbandonarci in favore dei colori giallastri dell'autunno. Apro il finestrino per far scompigliare un po i miei capelli con l'aria tiepida che incombe sulla città.

Trovo posteggio abbastanza vicino allo studio e quindi ho ancora una ventina di minuti prima dell'appuntamento, dato che non ho fatto colazione questa mattina decido di entrare in un bar; ho bisogno della mia dose giornaliera di caffeina se no non riuscirò a spiccicare nemmeno una parola una volta seduta sul quel lettino bianco.

Il bar è il tipo locale di mare è tutto dipinto di bianco e azzurro; le maioliche del pavimento ricordano tanto le ceramiche vietresi, tutto è molto curato nel minimo dettaglio, sui tavolini in ferro battuto ci sono le stesse mattonelle del pavimento a fare da appoggio.

Dopo aver ordinato un caffè e un cornetto mi accomodo proprio vicino ad uno di quei tavolini per aspettare che il tutto sia pronto; una giovane cameriera mi porta la mia ordinazione e io, finalmente, posso sentire la caffeina scorrere nelle mie vene.

"Buongiorno dolcezza che bello rivederti prima di domenica" sobbalzo nel sentire quel nomignolo, so perfettamente chi sia il mio interlocutore, nonostante gli abbia confidato il mio nome continua imperterrito a chiamarmi così, so perfettamente che ti tratta di Tony, non so neanche io perché gli do confidenza.

"Buongiorno Tony, hai già dimenticato il mio nome?" chiedo un po inacidita.

"Non potrei mai Elena, hai un nome stupendo proprio come te" dice facendo lo sviolinatone e accomodandosi sulla sedia vicino al mio stesso tavolo.

"Ma certo accomodati pure, posso offrirti qualche cosa?" chiedo infastidita, non posso crederci che si sia accomodato senza chiedere nemmeno il permesso.

"Mmm... un caffè grazie" dice rivolgendosi alla cameriera. 

"Ma sei sempre così?" chiedo dopo aver perso le speranze.

"Così come?" ribatte lui divertito.

"Esuberante e menefreghista, che ne sai se stavo aspettando qualcuno?" 

"Perchè stavi aspettando qualcuno?" continua lui.

"No" rispondo seccata.

"Appunto ti faccio compagnia" mannaggia a me e al voler essere puntuale per una volta, non potevo fare colazione a casa e poi filare dritta dalla dottoressa? No è? Dovevo incontrare lui, sembra quasi una volontà divina. 

"Non ti ho chiesto compagnia Tony" rispondo indispettita.

"Ma dai che devi fare tutta sola?" mi chiede mentre sorseggia il suo caffè bollente.

"Se non lo hai capito ancora sono un tipo solitario" 

"Ah questo lo avevo intuito già allo stadio, comunque come mai da queste parti?" mi chiede. Non so ma questo ragazzo, ogni volta che lo incontro, sembra quasi che mi faccia il quarto grado per sapere dove vado.

"A casa di un'amica, solo che ero in anticipo e allora mi sono fermata a fare colazione" mento spudoratamente.

"Va bene, allora ti lascio andare, ci vediamo domenica in curva, comunque non ti affrettare offro io, scherzavo prima" mi dice dirigendosi verso la cassa.

ULTRAS - L'amore tra gli spalti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora