CAPITOLO 31 - ELENA POV

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Sono tra le sue braccia, mentre le nostre labbra sono unite in una danza che sa tanto di parole non dette e di passione travolgente.

Siamo di nuovo qui, con i piedi tra questi chicchi di sabbia di questa piccola spiaggia nascosta da occhi indiscreti.

Siamo di nuovo insieme, come avevo sperato in questi giorni trascorsi sui libri ma con il pensiero rivolto sempre a lui e alle sue forti braccia.

Siamo di nuovo qui, a fare lo stesso errore, amarci senza parlare. Sarebbe bello se le cose fossero più facili, se tra noi fosse tutto chiaro, a quel punto non mi importerebbe nulla di sprecare fiato prezioso a chiarire la situazione ma, purtroppo, tra me e Tony non c'è niente di serio, solo tante litigate e qualche bacio scombinato lontano da occhi indiscreti, lontano dal mondo che ci circonda.

Questo posto mi fa stare bene ma, ho paura, che non sia lui l'artefice della mia felicità bensì quel ragazzo dagli occhi cielo che mi ha fra le sue braccia.

Mi ero ripromessa di non avvicinarmi mai più ad un Ultras ma sono stata capace di eliminare tutti i miei buoni propositi nello stesso momento in qui ho visto in Tony, una persona vera con dei sentimenti, anche se lui non si rende conto di quanto sia una persona speciale. Per lui è più facile  nascondersi dietro la maschera del cattivo ragazzo, forte, che nessuno riesce ad abbattere.

"Cosa mi stai facendo?" sono le parole sussurrate da Tony che mi fanno tornare anche con il cervello alla realtà. Non mi ero resa neanche conto di aver lasciato le sue labbra e di trovarmi appoggiata alla sua spalla.

"Nulla Tony, sto solo vedendo il bene che c'è in te" rispondo senza freni, se non voglio perderlo ho capito che devo abbandonare tutti i pregiudizi e le mie fissazioni.

"Ele non è possibile, io non sono capace" dice stringendo di più a me. Quasi a volersi far consolare dal mio corpo intrappolato nel suo.

"Ogniuno di noi ha un passato, e non per tutti è un bel ricordo, te lo posso assicurare, ma non farti ascurare il futuro" cerco di fargli capire.

"Sei molto saggia, peccato che io non sia come te" dice allontanandosi di scatto e sedendosi nei pressi della riva ad ammirare le prime luci gialle del tramonto.

"Credo che dovremo parlare, so che questo è il tuo posto, se vuoi andiamo da un'altra parte così non sporcherai il bel ricordo di questo posto" gli dico dopo essermi avvicini ta a lui a accovacciata alla sua altezza.

"Non sporcherai mai niente di me, sono io che non mi sarei mai dovuto avvicinare a te per non sporcarti" mi risponde continuando a tenere lo sguardo fermo all'orizzonte.

"Non sai quanto nero già c'è dentro di me" ammetto poggiando la mia mano sulla sua spalla, cosa che lo fa voltare di scatto nella mia direzione.

"Non è quello che i tuoi occhi trasmettono" mi dice puntando le sue pupille nelle mie.

"Vorrà dire che sono una brava a bleffare" gli sorrido.

"Dai vieni qui e parliamo di quello che è successo tra di noi" batte la mano sulla sabbia vicino a lui, dopo alcuni minuti di silenzio spezzato soltanto dal rumore delle onde che si infrangono sulla scogliere che circonda la parte destra di questo piccolo paradiso tutto nostro.

"Mi sembra di averti urlato contro già tutti i miei dubbi" ammetto abbassando lo sguardo un po' imbarazzata dal mio comportamento.

"Ele hai ragione, sono un codardo, ma non so cosa mi capita quando ti ho vicino, ho una voglia matta di baciarti e quando non sono con te ho voglia di averti al mio fianco" ammette riportando lo sguardo verso il mare increspato.

ULTRAS - L'amore tra gli spalti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora