Folle.
Quello ero stato due sere fa, ancora oggi non mi capacito del mio atteggiamento del tutto inappropriato.
So di essere una testa calda ma non mi ero mai spinto additirrura nel mischiare il lavoro con il piacere, che poi io non bacio nessuna se non per arrivare al mio obbiettivo, ossia andarci a letto.Stupido, stupido, stupido.
Sono due notti che non chiudo occhi, resto steso sul mio materasso a contemplare il soffitto buio della mia camera da letto, come se esso potesse darmi tutte le risposte alle domande che neanche so pormi.
Sono due giorni che a lavoro arrivo sano e salvo solo per miracolo, e che riesco ad arrivare a fine giornata senza fare danni ingenti al locale solo per mera fortuna.
Sono due giorni che ignoro il mio telefono che continua a squillare, sono sempre o Giosuè o Massimo, ma io non so cosa dirgli o meglio non so come affrontare questa difficile situazione.
Sono due giorni che come sono libero non faccio altro che sfrecciare per le strade della città e fermarmi in prossimità di casa sua.
In quel posto che ho sempre tanto odiato, a causa del suo troppo sfarzo, ma che da quanche tempo a questa parte, mi sembra il luogo migliore in cui trascorrere il mio tempo, e non perché sia un luogo tranquillo bensì perché sono più vicino a quella ragazza che ha scombussolato tutto il mio modo di vivere.Sono due giorni che non faccio altro che starmene fermo su quel marciapiede con il cappuccio della felpa in testa e il telefono fisso sul suo contatto senza riuscire mai a prepere la cornetta.
Sono arrivato alla conclusione che sono un gran codardo; non ho mai avuto paura di mettere in gioco la mia vita, ma non riesco ad affrontare la ragazza più stana, in senso buono, che io abbia mai conosciuto.
Anche ora, dopo un estenuante turno di lavoro al bar e una corsa inesorabile tra le strade secondarie della città all'ombra del Vesuvio, sono qui, accovacciato sul, non molto codo e confortevole, cemento. Scruto, attraverso le mie lenti scure, la sua finestra che dopo due giorni di totale oscurità si apre; è proprio lei ad affacciarsi, con i suoi capelli castani che svolazzano in tutte le direzioni. Ed è in questo momento che la immagino al naturale, quando il mondo oscuro della criminalità, non l'aveva ancora inghiottita, con i suoi capelli biondi, che si gira nella mia direzione e mi sorride, un attimo dopo non c'è più e la vedo uscire dal portone e fiondarmi verso di me con un sorriso smagliante e le braccia aperte.
Peccato che tutto questo sia solo una mia immaginazione, lei in realtà non mi nota e rientra in casa sua.Però questo mi basta per, prima maledirmi a causa dei miei pensieri amorevoli nei suoi confronti, e poi darmi il coraggio di impugnare il telefono e comporre finalmente in suo numero.
Non mi rendo conto degli squilli che risuonano nella cassa del mio cellulare, che già sento la sua voce."Pronto?" chiede lei non sapendo che sono io dall'altra parte della cornetta.
"Elena sono Tony è da un po' che non ti vedo" le dico semplicemente.
"Sono impegnata con lo studio, ho un esame importante a giorni, ma tu comunque non ti sei fatto sentire" mi dice e sembra quasi scocciata del fatto che io non mi sia fatto vivo prima.
"Non volevo disturbare, se vuoi aspetto che mi chiami tu quando sei libera" affermò un po' dispiaciuto.
"No no mi fa piacere sentirti" ribatte preoccupata che io attacchi la chiamata prematuramente.
"Che ne dici di staccare un po' la spina e venire con me a rilassarti?" le chiedo senza pensarci su, non era questo l'intento della chiamata ma vederla di sfuggita mi ha fatto capire quanto effettivamente mi manca e quanta voglia ho di passare del tempo con lei; sono consapevole che non dovrei ma non riesco proprio a trattenermi.
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ULTRAS - L'amore tra gli spalti
ChickLitLo stadio e la curva accomunano Elena e Tony, due giovani, ognuno con il proprio passato, la propria storia e i propri problemi. I loro destini si incontrano nel momento più sbagliato, lei lotta contro se stessa per riprendere il controllo della su...