CAPITOLO 17 - ELENA POV

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Mentre salgo le scale che mi conducono in casa di Mia, non mi sento per niente a mio agio, come può aver pensato di farmi dare un passaggio da un troglodita del genere, veramente a volte non capisco la mia amica.

"Giuro che sei viva ancora solo perché ti voglio bene da troppi anni, ma ti sembra giusto tramare così alle mie spalle?" sbratito contro alla persona che ho di fronte.

"Dai che sarà mai, io sto solo cercando di affrettare le cose, visto che tra te e lui siete peggio di due lumache in quanto a sentimenti" ribatte lei piccata.

"Ma che ti passa per la testa, tra me e Tony non ci sarà mai nulla di più di quel poco che c'è ora" continuo io  avvicinandomi al mio bagaglio.

"Si si come dici tu, fatto sta che ti serviva un passaggio urgente e io ho trovato la soluzione" mi dice seguendomi lungo il mio cammino.

"Certo una soluzione che a me non fa piacere, lo sai che non amo le moto" piagnicolo nel frattempo che mi tolgo quegli aggeggi infernali chiamati tacchi, che poi io dico come sono state classificate come scarpe se tutto sono tranne che comode per camminare.

"Non ci sei mai salita non puoi parlare prima di provare, sai com'è il detto delle P...
Prima pensa e poi parla perché parola poco pensata produce care chi pu..." non la lascio finire mettendole subito una mano avanti alla bocca.

"Non mi sembra il caso di utilizzare parole scurrili in questo momento, non stiamo parlando di niente che dovrebbe far scaldare proprio te, al massimo dovrei essere io quella nervosa" l'ammonisco io.

"Mmmm... Mmmm" cerca di parlare prima di leccarmi il palmo della mano.

"E che schifo Mia, non sei un cane bavoso che vuole riempirmi di baci" le dico passandomi la mano sulla stoffa dei pantaloni che ho appena indossato, non mi sembrava proprio il caso di andare in moto con un vestito corto.

"Non credertelo, in questo memento, se fossi  stata un cane altro che baci ti avrei riempita di morsi. Cazzo sarai appiccicata ad un figo assurdo, dovresti essere felice, credo che sia ora di metterti su piazza, non vorrai fare la ragnatele" ammicca lei.

"Non ci posso credere che lo hai detto veramente" bisbiglio sentendo il rossore salire sulla pelle delle mie guance; ci scommetto la via di casa che in questo memento faccio invidia alla peggiore reinterpretazione di Haidi.

"Su dolcezza, sarà una nuova esperienza in tutto, so che non sei mai stata così vicina ad un ragazzo, ma pensa positivo, quale altra ragazza può vantarsi di una prima esperienza con un pezzo di manzo del genere" rincara ancora la dose la mia, purtroppo migliore amica.

"TI prego non chiamarmi così" dico chiudendo mi il viso nelle mani.

"E perché mai, non mi dire che lo può usare solo una persona a me sconosciuta. Ti prego non togliermi la possibilità di fantasticare sulla tua prima esperienza con quel gran figone che sta per arrivare sotto cosa mia" dice lei facendo finta di asciugarsi le lacrime dagli occhi.

"Evita di fingere di frignare e no non c'è nessuno che lo può usare ma Tony lo usa per infastidirmi e usando questo soprannome mi fai ricordare lui e io vado I  escandescenza" ammetto mentre prendo una giacca pesante e la indosso.

"Uuu siamo già a questo punto" si riprende Mia sorridendo pimpante.

"Ma a quale punto vuoi stare, lo fa per farmi innervosire, sa che non voglio e quindi continua a chiamarmi in questo modo. Il punto massimo che abbiamo raggiunto è quello morto" le rispondo avvicinandomi per abbracciarela; qualunque cosa abbia fatto lei rimarrà sempre fondamentale per me.

"Va bene, va bene. Vieni qui e salutami tesoro che già mi manchi e ancora sei nella mia camera" dice tirando i fra le sue braccia.

"TI voglio bene, fatti sentire" le mormorò all'orecchio mentre ci stritoliamo in un'abbraccio che sa tanto di sentimenti forti e veri.

ULTRAS - L'amore tra gli spalti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora