Taylor Swift - Look What You Made Me Do
I polmoni gli facevano male. Riuscire ad incamerare aria era difficile , soprattutto dopo aver corso per tutta la scuola dietro a quello scapestrato.
Erano ore che lo cercava. Louis si piegò in due poggiando le mani sulle ginocchia. Non poteva più correre. Dopo svariati minuti decise che era arrivato il momento di mandare al diavolo Niall e la sua velocità da gazzella e di tornare dagli altri, visto che lui si trovava ancora a scuola ed era tardo pomeriggio. Girando l'angolo, cominciò a sentire un vociare sommesso. Qualcosa dentro di lui si mosse... doveva ascoltare. Magari era qualche gossip succulento e top secret che nessuno, mai e poi mai avrebbe dovuto sapere. Dio solo sa quanto lui adorasse spettegolare sui fatti altrui.
"Una festa: stanno organizzando una festa! Ho sentito che ci sarà anche dell'alcol e svariate droghe. I nostri ragazzi hanno intenzione di venire mezzi sbronzi alla gita e fatti come Oscar Wilde! Non possiamo permetterlo " disse la donna dai capelli corvini. Louis la riconobbe subito: era la professoressa di filosofia.
"Assolutamente! Se non ci fosse stata la gita di mezzo, avremmo anche potuto sorvolare questa mancanza di rispetto verso la loro salute ma, se interferisce con le attività scolastiche...dobbiamo impedire che si realizzi. Vado a chiamare i genitori di quei ragazzi, gli animals là, li faccio sospendere e-"
"No. Non possiamo adesso" ad aver interrotto la filippica della bassa e chiatta donna, era stato un uomo abbastanza alto, sulla sessantina. Portava gli occhiali da sole e, nonostante la sua testa luccicasse al sole per la mancanza dei capelli, la sua barba folta, bianca e curata sembrava averli incorporati tutti. Gli occhi azzurri di Louis lo fissarono quasi con terrore: nessuno la passava liscia con il professore di Storia dell'Arte.
"Non li fermeremo adesso. Aspetteremo la sera della festa. Una volta arrivati lì, la faremo interrompere ma, non puniremo chi l'ha organizzata. Li puniremo tutti" disse trascinando le parole come a voler creare enfasi.
Il cuore del ragazzo a pochi passi da loro cominciò a battere e, per un instante, si sentì svenire.
Verranno puniti tutti.
"Gli diremo che la gita sarà annullata. Le vacanze, questa banda di babbuini, non se le meritano proprio"
La gita sarà annullata.
Allo scomparire delle voci, i piedi gli si mossero da soli e con chissà quale forza, si mise a correre di nuovo ma, stavolta, sapeva dove era diretto.
*
La casa di Zayn, a primo impatto, sembrava un edificio fatiscente, poco curato. I muri erano pieni di crepe e, dato che i suoi genitori erano sempre in disaccordo sul colore che avrebbero dovuto scegliere per pitturarli, erano rimasti grigi per almeno una ventina di anni. Il detto 'non giudicare mai un libro dalla copertina' si addiceva particolarmente alla casa del ragazzo dagli occhi scuri, perché se all'esterno la sua abitazione era orribile, all'interno, era semplicemente stupenda. L'ingresso era ampio e il marmo color sabbia che ricopriva i pavimenti le dava un aspetto luminoso e fresco. L'arredamento era classico e i mobili in mogano erano molto raffinati. L'enorme divano ad elle di tessuto bianco che si trovava al centro della stanza, era il pezzo forte dell'arredamento. Chissà quante cose avrebbe potuto raccontare quel divano se solo avesse saputo parlare, pensava spesso Zayn.
Chissà che cosa avrebbe detto sua madre invece, se avesse saputo almeno la metà delle cose che sapeva il suo amato divano, quello che ora lui e i suoi amici stavano usando come porta snack, mentre la tv davanti a loro trasmetteva una puntata di 'Temptation Island', programma che il gruppo adorava alla follia.
"Non posso davvero credere che questa appena arrivata sull'isola, abbia già tradito il fidanzato! Non sa nemmeno i nomi delle altre ragazze!" disse Liam steso sul divano con la coppa di pop corn in grembo.
"Evidentemente il nome del tizio se l'è imparato bene" commentò Niall prendendo una manciata di patatine dal pacchetto vicino a lui.
"Aspettate, ma ha appena chiamato il fidanzato lenticchio?" disse Zayn strabuzzando gli occhi. Nello stesso momento Liam si stozzò con i pop corn e Niall scoppiò a ridere senza sosta.
"Ma che nomignolo è lenticchio? Fa fottutamente schifo" disse Liam tossendo leggermente: qualche pop corn gli era rimasto ancora in gola.
Nel discutere le varie vicende che avvenivano nel programma, i ragazzi non si resero conto del suono insistente del citofono e, solo quando il campanello iniziò a suonare ripetutamente, questi si zittirono e si diressero verso l'entrata.
Quando il padrone di casa aprì la porta, non si aspettò di certo un Louis in quelle condizioni. Era piegato in due, respirava rumorosamente e il suo colorito era simile al colore di un'aragosta.
"Ok che questa puntata di Temptation Island si preannunciava epica, però non era il caso di uccidersi per venire in tempo" disse il moro.
Louis puntò i suoi occhi azzurri sull'amico e disse faticosamente: "Abbiamo un bel problema ragazzi. I prof sanno della festa"
L'espressione dei presenti mutò immediatamente.
"Entra in casa e raccontaci tutto" disse Liam allarmato.
Una volta che il ragazzo si sedette e il suo respiro si calmò, ricominciò a parlare.
"Hanno scoperto della festa e vogliono boicottarcela. Ho sentito che verranno nel bel mezzo della serata e ci puniranno tutti" disse Louis preoccupato.
A quel punto si sentì uno sbuffo e tutti i presenti si girarono verso il ragazzo biondo che, a quanto pare, non era rimasto sconvolto dalla notizia.
"Qualcosa da dire, Barbie?" era stato Zayn a parlare.
"Vi state preoccupando per niente. Possono davvero farci qualcosa? Punirci... per cosa poi? Non ci faremo mica spaventare da dei tizi in andropausa avanzata!" disse Niall a mò di scherno.
"In effetti ha ragione...forse non ci dobbiamo preoccupare" concluse Liam timidamente.
"Quei due unici neuroni non fateli sforzare così tanto, razza di idioti che non siete altro! Il guaio non è questo. Il vero problema è uno solo" disse in modo seccato Louis. "Hanno detto che cancelleranno la gita ad Amsterdam"
Se prima, qualche sorriso era spuntato sulla bocca dei presenti, ora l'unica espressione che dominava sui loro volti era paura. Niente più gita significava niente più divertimento e, niente più divertimento significava il nulla. Nella mente di Niall, l'immagine di Florence con un vestitino (molto scollato) a fiori per le vie di Amsterdam, scomparve improvvisamente per essere rimpiazzata dall'immagine dei professori che li costringevano a stare in aula a morire di caldo. Semplicemente era troppo da sopportare.
"No! Non sarà mai. Mai e poi mai!" disse il ragazzo biondo alzandosi dal divano su cui si era seduto per cercare di non svenire.
"Ormai non si può fare più nulla. Ci puniranno ugualmente. Anche se cancellassimo la festa" scandì Zayn tristemente.
"Ma la festa noi non la cancelleremo"
Per la seconda volta nel giro di mezz'ora, tutto il gruppo si girò verso Niall. La sua faccia sembrava scolpita nella pietra e la sua determinazione si manifestò quando fece uscire la sua voce in un suono duro.
"Vogliono punirci? Bene. Se dobbiamo andare all'inferno per un solo peccato, tanto vale farne un miliardo ed arrivarci come leggende! La festa si farà e la faremo dentro la scuola"
°°
Ecco il nuovo capitolo!
Chi se l'aspettava una reazione del genere da Niall! Non sembra ma c'è un bel caratterino dietro a quel sorriso da angioletto....non ci credete? Vi aspetto nei prossimi capitoli!
Grazie per tutto il supporto e le visualizzazioni, spero che la storia vi stia piacendo!
Al prossimo aggiornamento!
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Camp Flop
FanfictionLa scuola è l'inferno sulla terra e gli studenti sono anime in pena. L'unica speranza che hanno per svagare un po' è rappresentata dalla grande gita di fine anno in una delle capitali del divertimento: Amsterdam. E se a seguito di uno scherzo da par...