Sei un pollo

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Jonas Brothers - S.O.S

Mentre il bungalow numero 3 cercava in tutti i modi di non uccidere la sua nuova coinquilina, il numero 2 aveva problemi ben più difficili da affrontare.

"Vi rendete conto che i nostri cellulari non funzionano?" disse Zayn buttando il suo telefono senza segnale sul letto a lui più vicino. "Siamo fuori dal mondo, siamo degli emarginati, dei fottuti eremiti" continuò sedendosi sul materasso.

Harry, cercando di ignorare le lamentele del moro, si mise ad osservare bene la sua nuova stanza. La prima cosa che notò, furono gli otto letti sistemati sui due lati più lunghi di quel rettangolo in cui avrebbero dormito per i prossimi trenta giorni. La disposizione dei letti, con le testate poggiate direttamente al muro, gli ricordò l'organizzazione delle camerate nei campi militari che aveva visto in molti film. Vicino ad ogni letto, si trovava un comodino con sopra poggiata una lampada che il ragazzo riconobbe essere una di quelle ad olio, come quella che sua nonna conservava come cimelio di famiglia. Quest'osservazione gli mise un senso di inquietudine. Quando alzò il capo verso il soffitto, trovando le travi di legno pulite e immacolate, le sue brutte ipotesi vennero confermate: nel bungalow non c'era energia elettrica.

Allo sbuffare di Zayn, il ragazzo si ricordò della pena che il suo amico stava provando in quel momento. Se solo avesse saputo che, per colpa dell'elettricità assente, non avrebbe potuto piastrarsi i capelli, sarebbe morto lì, sul quel letto cigolante.

Nonostante non ci fosse molto altro da vedere, Harry proseguì la sua attenta analisi della camera. Guardò le assi del pavimento e trasse un respiro di sollievo quando, tastando con lo stivaletto la durezza del legno, si accorse che questo era rimasto al suo posto e soprattutto intatto. Sul fondo della camera vide un armadio di legno a quattro ante che si mimetizzava benissimo con la parete su cui era poggiato, tuttavia, come il resto della stanza, quel guardaroba sembrava cadere a pezzi. Ancora poggiato allo stipite della porta, Harry cercò di non pensare a quanto non volesse passare un mese rinchiuso in quella cella decadente. Appena fece per spostarsi, qualcuno lo spintonò.

"Ehi, che modi!" disse guardando il suo compagno di stanza superarlo indifferente e buttare il suo borsone sull'ultimo letto in fondo.

"Scusi Principessa ma il suo deretano occupava tutta la porta e io non so ancora attraversare la materia"

Nathaniel Dustin era un tipo davvero strano, pensò Harry. Certo, era un dj da paura e probabilmente sarebbe diventato famoso di lì a qualche mese ma ciò non toglieva che fosse veramente una persona singolare. Rare volte lo aveva sentito parlare e ancora più rare erano le volte in cui lo vedeva in compagnia di qualche amico o di qualche amica. Sapeva che era un tipo solitario a cui non piaceva la gente. Lo si vedeva tra le persone solo quando animava le feste con la sua musica. Dopo quel piccolo scambio di battute, Harry capì che Nathaniel non era solo un ragazzo riservato e solitario: era anche antipatico.

"Se avete intenzione di andare in bagno, scegliete il bosco. Lì sicuramente è più pulito" esordì Louis varcando la soglia della porta e interrompendo così, il flusso di pensieri di Harry.

"In che senso?" chiese Liam che aveva già uscito tutta la sua roba dalla valigia e la stava ripiegando ordinatamente sul letto.

"Nel senso che se la Salmonella fosse un party, il bagno sarebbe Tomorrowland" rispose il ragazzo con gli occhi azzurri superando Liam e buttandosi sul letto dietro al suo.

Contemporaneamente, i quattro compagni di scuola emisero versi disgustati. Il riccio vide che anche Nathaniel, dopo aver sentito il commento di Louis, strinse le spalle palesemente a disagio.

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