28-ALEX

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Aprii gli occhi. La stanza era ancora immersa nel buio e la sola fonte luminosa arrivava dal televisore che ora stava trasmettendo un vecchio film con quattro bassotti e un danese. Abbassai lo sguardo e lo posai sulla chioma di Eva, la quale era appoggiata sul mio torace. Finalmente era la mia ragazza. Lei era tutto per me. Non ero mai stato più felice di così. Voltai lo sguardo e fissai la radio sveglia. Erano le tre del mattino. Per fortuna avremmo dormito il giorno dopo. Mi agitai un po' sotto le coperte e Eva alzò lo sguardo.

«Che succede?», mormorò sbadigliando.

«Nulla, stavo pensando.»

«A che cosa?», chiese fissandomi.

«A noi», risposi pizzicandole il naso.

Eva si avvicinò a me e mi baciò. Salì a cavalcioni e mi tolse freneticamente la maglia del pigiama.

«Adoro vederti così», sussurrò tra un bacio e l'altro.

Sapevo dell'effetto che le facevo e non avrei mai smesso di darle ciò di cui aveva bisogno. Mi stesi sul materasso e le disegnai dei piccoli cerchi ai lati dell'inguine, proprio vicino alle sue mutandine di pizzo bianche.

Feci scivolare una mano sotto alla camicia nera che ormai indossava come pigiama e le presi in mano un seno, stringendolo con forza. Eva emise l'aria che stava trattenendo.

«Tu sei perfetta per me. Sei la sola ed unica.»

«Alex... voglio... voglio fare l'amore con te», sussurrò.

Anche io lo volevo, più di ogni altra cosa. «Sei sicura? Prima volevi aspettare», le ricordai e lei si rabbuiò.

«E' vero, hai ragione, forse sarebbe meglio aspettare almeno qualche giorno», sostenne e io la feci ricadere sotto di me.

«Aspetteremo per quello, però, c'è un'altra cosa che vorrei fare», ammisi con una scintilla peccaminosa negli occhi.

«Okay», rispose lei e la feci sdraiare a pancia in su.

«Scusa Alex ma non capisco...», ammise fissandosi intorno.

«Ho voglia di te», le sussurrai scendendo verso il basso.

Eva capì le mie intenzioni e avvampò. «Ma...»

«Eva, voglio farlo e per bene questa volta», ammisi e lei si limitò ad annuire.

Fece scivolare il perizoma a terra e fece come le avevo detto.

«Sei bellissima», dissi osservandola da così vicino.

«Ti prego Alex, mi metti a disagio», rispose spostando lo sguardo.

«Se non fosse perché so che ti imbarazzeresti accenderei la luce. Sai il televisore non aiuta poi molto», risi e lei mi colpi la mano. «Comunque sei davvero bellissima, ovunque», dissi poco prima di posare la mia bocca su di lei.

Eva ansimava sotto il mio tocco esperto e io godevo nel vederla perdere il controllo. Si aggrappò ai miei capelli, tirandoli dolcemente. «Ti amo», sussurrai poco prima di vederla venire.

Quando riaprii gli occhi, il sole stava invadendo la mia stanza e il posto accanto al mio era vuoto. Eva doveva essersi alzata da poco visto che sul materasso c'era ancora la sua impronta. Mi avvicinai al suo lato del letto e ispirai l'odore della sua pelle sul cuscino. Non mi sembrava vero, non poteva esserlo, ma ora io e lei stavamo assieme. Mi alzai a fatica e raggiunsi la cucina.

Lei non c'era.

I miei occhi si spostarono un minuscolo pezzetto di carta appoggiato al marmo del tavolo. Lo presi e lessi:

"Ciao Alex,

sono tornata al mio appartamento per vestirmi e mangiare qualcosa.

Sono contenta di aver passato assieme a te questa notte.

Ci vediamo dopo

Un bacio

Eva"

Sorrisi nel rileggerlo e decisi di prepararmi da mangiare visto che era quasi ora di pranzo. Nel pomeriggio fui raggiunto sotto casa dai miei amici coi quali andai a fare un giro in centro.

«Allora, come mai quel sorriso rimbecillito sul volto?», indagò Ren con un sorrisetto compiaciuto.

Sospirai. «Eva finalmente ha lasciato il suo ex e sta con me», annunciai e tutti i miei amici si mostrarono entusiasti, tutti eccetto uno: Omar.

Entrai dentro il negozio della Levi's e mi comprai un nuovo paio di jeans.

«Ragazzi, avete deciso cosa fare?», chiese Ren passandosi una mano tra i capelli cortissimi e ingellati.

«A cosa ti riferisci?», chiese Stefano fissando una camicia totalmente bianca con un interesse del quale io non capivo nulla.

«Ad Halloween!», ci ricordò il nostro amico.

«Va bene, ma io verrò accompagnato», aggiunsi e Stefano fu d'accordo con me.

«E tu Omar? Farai coppia con me vero?», chiese Ren facendo gli occhi dolci al nostro batterista.

Omar scoppiò a ridere e gli diede un colpetto sulla testa.

Appena tornai a casa trovai davanti alla porta una busta chiusa e un bacio col rossetto rosso al posto della cera calda. L'aprii e lessi il messaggio nel quale Eva mi invitava a casa sua per cena. Dopo essermi infilato la camicia nera che lei aveva usato come pigiama e i jeans nuovi, andai a bussare alla sua porta. Restai senza fiato quando, aprendo la porta le vidi vestita con un tubino grigio perla con le maniche di pizzo. Sbattei le palpebre più volte. «Sei... wow. Accedenti, sei stupenda!», blaterai come un'idiota.

Eva scoppiò a ridere e mi attirò a se baciandomi. Eravamo seduti sul divano accoccolati.

«Ti va bene se ad Halloween andiamo a quella festa, vero?», le ricordai.

«Si, per me non ci sono problemi, lo sai», disse dandomi un dolce bacio sulla guancia.

«A quanto pare dobbiamo anche suonare quindi ti vorrei lì», ammisi prendendole una mano e baciandola.

«Va bene», acconsentì. Eva all'improvviso sbarrò gli occhi. «Sai cosa non ti ho detto?»

Scossi la testa. «Come faccio a saperla se non me l'hai detta?», le feci notare scoppiando a ridere e lei mi diede una pacca sul petto. «Dimmi», dissi con un sorriso sincero.

«Hai presente il tuo amico barista?», chiese e io subito lo collegai ad Omar. Mi dava fastidio che Eva parlasse si lui, ma soprattutto con lui.

«Si, Omar», risposi scontroso ma lei aggrottò la fronte.

«No, quell'altro, quello con cui corri... aspetta Rocco... Romolo... Romeo...»

«Riccardo?», azzardai e lei fece un sorriso da un orecchio all'altro.

«Si proprio lui!»

Non capivo come facesse a conoscerlo e soprattutto cosa centrasse con lei. «Ecco...», iniziò a dire accarezzandomi il petto attraverso la maglia. «Credo che si sia preso un abbaglio per la mia cara amica Federica», disse fissandomi negli occhi.

«E quindi?»

«Vorrei invitare fuori Federica per un appuntamento a quattro ma tu dovresti convincere il tuo amico», sostenne.

«Eva, piccola, Riccardo non è propriamente un mio amico, ci conosciamo e basta, corriamo insieme, ma definirlo "amico" francamente mi sembra un po' troppo», le feci notare.

Eva mi scrutò attentamente, col volto talmente serio da incutere timore.

«E va bene, vorrà dire che lo inviterò alla festa di Halloween, contenta?», proposi e lei tutta felice mi baciò.

«Ti amo», sussurrò a contatto con le mie labbra.

«Anche io ti amo piccola», dissi e lei si strinse più forte a me.

Ero felice come non mi era mai successo.


ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora