Quando riaprii gli occhi era un nuovo giorno. Alex si era fermato al mio appartamento e ci eravamo addormentati esausti dopo aver visto una puntata di un telefilm su un giustiziere incappucciato di verde che combatteva il crimine usando delle frecce. Ad Alex piaceva molto e dovevo ammettere che non era per nulla male, soprattutto il protagonista...
Mi alzai e mi precipitai in bagno dove feci una doccia calda. Sentii la porta di vetro aprirsi e, pochi attimi dopo, le mani di Alex stavano accarezzando i miei fianchi.
«Buongiorno», mormorò baciandomi il collo.
Gettai la testa all'indietro, appoggiandola alla sua spalla. Le sue dita scavavano la mia pelle e un gemito di piacere mi uscì dalla gola. Alex mi voltò, schiacciandomi tra lui e la parete. La sua bocca trovò la mia, riempiendola. Le mie dita strinsero i suoi capelli, tirandoli dolcemente mentre la sua mano percorreva il mio corpo, centimetro dopo centimetro.
«Buongiorno», sussurrai staccandomi da lui.
Alex riprese a baciarmi e, lentamente, facemmo la doccia.
Accompagnai il mio ragazzo alla porta e lo salutai baciandolo nuovamente con passione.
Era meglio per entrambi se tornava al suo appartamento. Quando raggiunsi la cucina, Michela era in piedi, appoggiata al bancone con uno yogurt in mano. Si portò il cucchiaino alle labbra e mi fissò maliziosa.
«Tranquilla, non c'è bisogno che tu mi dica cos'è successo là dentro perché lo so già!», disse indicando il bagno con la posata.
Scossi la testa. «Ah ah spiritosa!», le feci la linguaccia.
Mi sedetti al tavolo e afferrai la tazza di caffè che Michela mi stava porgendo. La ringraziai. Miky prese posto davanti a me e si sedette con i gomiti sul tavolo e le mani che sorreggevano le guance.
«Com'è andata ieri sera? Così male?», indagò e io trassi un lungo sospiro.
«Già, non male, malissimo!», ammisi appoggiandomi allo schienale della sedia.
Michela allungò una mano verso di me. «Mi dispiace moltissimo, Eva», ammise e io annuii. «Insomma so benissimo che significava molto per te parlare di Alex ai tuoi genitori.»
«Già, immagino solo come la prenderà la mamma...», mormorai.
Oddio, mia madre! Se per mio padre Alex risultava un problema non osavo credere cosa avrebbe detto lei!
«Senti non importa cosa dicono loro, okay? L'importante è ciò che vuoi tu!», sostenne e io l'abbracciai dolcemente.
Uscii per fare quattro passi. Senza sapere il perché, mi ritrovai in biblioteca. Mi sedetti ad un tavolo e aprii il Pc. Decisi di proseguire con una ricerca su Charlotte Bronte. Stavo per descrivere il personaggio di Jane Eyer paragonandolo e confrontandolo con quello di Elizabeth Bennett quando sentii una sedia muoversi. Alzai lo sguardo, posandolo su una ragazza dai capelli castano chiari mesciati di biondo e gli occhi nocciola. Le sorrisi e lei me ne rivolse uno timido e impacciato. Al suo fianco si sedette un ragazzo. Era alto, coi capelli chiari e gli occhi verdi.
«Dai Stefy ti prego, fammi copiare un po'!», la implorò il belloccio dagli occhi penetranti.
Lei lo fissò scuotendo energicamente la testa. «No Dani, non puoi copiare ogni volta da me! Devi imparare a fare i tuoi compiti da solo!», rispose risoluta e lui le mise il broncio.
Il suo sguardo saettò su di me. «Scusami, puoi convincerla tu? Io a quanto pare non sono molto bravo», mi chiese e io scoppiai a ridere.
«Cosa c'è di così terribile da dover fare, che non puoi?», indagai appoggiando una guancia sulla mano.
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ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)
RomancePer Eva Roncati la vita è apparentemente bella e semplice grazie al suo fidanzato e alla sua migliore amica, con la quale, dopo la laurea triennale, decide di trasferirsi a Milano per terminare gli studi. Qui la sua vita si complica notevolmente gra...