35-EVA

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«Davvero adori Shakespeare?», domandai a Stefania mentre raggiungevamo l'aula di letteratura contemporanea.

«Non è che lo adoro, io lo amo proprio!», esclamò lei raggiante.

Scoppiai a ridere e entrai in aula assieme a lei. «Scommetto 10 euro che il tuo romanzo preferito è Romeo e Giulietta

«Se vogliamo essere proprio precisi e puntigliosi, Romeo e Giulietta non è un romanzo ma una tragedia, comunque si hai proprio ragione. Ma dato che hai sbagliato terminologia te ne darò solo 5», scherzò e io scoppiai a ridere.

Stefania si sedette al mio fianco e prese il quaderno di appunti.

«Allora dimmi un po'... tra te e Daniele c'è del tenero?», le chiesi e lei mi squadrò come se arrivassi da Marte.

«Cosa? No, siamo solo amici, giuro.»

«Okay è solo che mi sembrate molto affiatati.»

«Vedi tra me e Daniele c'è una bellissima amicizia che va avanti dai tempi del liceo. Lui è il solo vero amico che io abbia mai avuto. Sai ai tempi non ero proprio... popolare. Lui è stato la mia ombra e il mio angelo custode in quel periodo ma, è come se fosse mio fratello. Non provo assolutamente nulla per lui», spiegò e io annuii.

Il suo sguardo si spostò su un ragazzo poco più grande di noi, qualche fila avanti.

«Vedi quel ragazzo lì? Lui si che è molto carino», sostenne e io non potei che essere d'accordo con lei.

Era alto, con gli occhi azzurri e i capelli chiari. Era un perfetto Ken. «Senti perché non ci provi? Insomma cosa ti trattiene?», domandai e lei scoppiò a ridere.

«Ma figurati se io posso interessare a un ragazzo stupendo come quello», sostenne fissandosi le dita incrociate.

«Secondo me ti sbagli», risposi e lei scuotendo la testa aprì il suo quaderno di appunti.


Al termine della lezione io e Stefania decidemmo di andare a berci un cappuccino e, proprio nella caffetteria dell'Università, c'era lui: Ken.

Presi Stefania per mano e la portai in fila. La mia amica mi supplicò con lo sguardo di non fare nulla ma a me non importava. Doveva conoscerlo. Toccai la spalla del ragazzo che voltandosi ci vide.

«Ciao, scusami per caso sai se prima bisogna fare lo scontrino?», domandai anche se conoscevo già la risposta.

Il suo sguardo saettò su di noi. «Che io sappia si», disse con un sorriso niente male.

«Okay, grazie», risposi e voltandomi verso Stefania dissi: «Stefy per me prendi un cappuccino con il cacao sopra, io intanto cerco un tavolo.»

Mentre mi allontanavo sentii il ragazzo chiederle se frequentava il corso di letteratura e dirle che l'aveva notata. Sorrisi come un imbecille e mi sedetti in un tavolo libero.

Dopo circa dieci minuti, Stefania mi raggiunse con un vassoio contenete le nostre tazze. «Allora... come si chiama?», indagai prendendo la mia tazza.

Stefania prese posto davanti a me e mi fissò con sguardo truce.

«Avanti Stefy, se non fosse stato per me non gli avresti neppure parlato», sostenni e lei annuì.

«Lo so Eva, è solo che... io sono piuttosto timida e mi spiace non riuscire a fare queste cose da sola», sostenne con il broncio.

«Capisco, tuttavia... come si chiama il Ken?»

«Dunque il vero nome del Ken è Nicolò», sorrise e io alzai la tazza in segno di brindisi.

«Direi di brindare ai nuovi amori, che dici?», chiesi e lei, felice, fece tintinnare la sua con la mia.


ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora