Francesco era arrivato da me. Era qui, tra le mie braccia, in casa mia e, ovviamente, aveva già conosciuto Alex. Chissà cosa gli aveva raccontato quello! Mi voltai e lo fissai mentre sistemava la sua borsa su una sedia.
Abbassai lo sguardo sul bouquet di rose che mi aveva dato e lo portai al naso inspirandone l'odore. Era dolce, soave e mi ricordava tantissimo lui. Mi precipitai in cucina e lo misi dentro ad un vaso .
Sentii le mani di Francesco sul mio corpo. Mi accarezzava i fianchi mentre affondava il naso tra i miei capelli.
«Mi sei mancata tanto», sussurrò e io mi voltai baciandolo.
Dio quanto mi era mancato anche lui. Spostai una mano tra i suoi capelli e spinsi il suo volto verso il mio, reclamando un bacio più passionale. Ci fermammo, senza andare oltre. Mi mancava accarezzarlo, fare l'amore con lui, ma Michela sarebbe tornata da un momento all'altro e non volevo certo sconvolgerla.
O forse non vuoi realmente andare aletto con il tuo ragazzo per via di Alex mi suggerì la vocina malefica.
«Allora, a che ora riparti domenica?», chiesi riprendendo fiato.
«A dire il vero... riparto stasera, domattina devo lavorare», disse fissandomi negli occhi.
Tutto si fermò, di nuovo. Mi scostai da lui e lo superai.
«Avanti Eva, non fare così», si lamentò passandosi una mano tra i capelli.
«Così come?», risposi sistemando i fiori sul tavolo.
Lui mi seguì e mi prese per un polso facendomi voltare. «Lo sai come. Tesoro, non è colpa mia se devo lavorare. Sono venuto prima!»
«Già, ma solo perché te ne devi andare oggi stesso, quando avresti dovuto stare qui fino a domenica!», sbraitai. «Ma si può sapere per quale ragione non ti hanno dato il sabato come giorno di ferie? Insomma, ti spettava!»
Misi le mani sui fianchi e, fissandolo attentamente, mi resi conto della realtà. «Non gliel'hai nemmeno chiesto, vero?»
Francesco rilassò le spalle e io mi sedetti sul divano col broncio. Si accomodò accanto a me e mi abbracciò. Io non ricambiai. «Amore, ti prego, ti supplico, baciami. Ti amo», disse e io lo accontentai seppur malvolentieri. Insomma gliene importava davvero così poco di me?
Mi sdraiai facendolo stendere tra le mie gambe. Sentivo la sua erezione premere contro i pantaloni neri della tuta.
Era passato così tanto tempo...
In quel momento sentii la serratura scattare e poco dopo Miky entrò. Io e Francesco ci alzammo di scatto e appena Michela lo vide lo salutò. A Michela non piaceva molto il mio ragazzo. Non perché fosse brutto o antipatico, semplicemente non credeva fosse quello giusto per me. Me lo aveva confidato da qualche tempo, ma io non avevo voluto sentire ragioni e lei aveva sostenuto che la vita era mia e dovevo essere la sola a scegliere come viverla.
L'adoravo per questo.
Stavo per preparare la cena quando sentii il campanello. Mi avvicinai alla porta e, con l'orecchio teso, chiesi chi fosse.
«Sono Alex.»
Il cuore mi balzò nel petto, esitante, aprii la porta.
Era in piedi di fronte a me, con i capelli spettinati, la barba incolta e gli occhi cerchiati. Indossava una tuta e mi fissava col volto addolorato. «Cosa c'è?»
«Mi presteresti dello zucchero?», chiese e io aggrottai la fronte, ero confusa.
«Certo», dissi facendolo entrare.
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ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)
RomancePer Eva Roncati la vita è apparentemente bella e semplice grazie al suo fidanzato e alla sua migliore amica, con la quale, dopo la laurea triennale, decide di trasferirsi a Milano per terminare gli studi. Qui la sua vita si complica notevolmente gra...