4-ALEX

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Quando uscii trovai Stefano col cellulare in mano e la sigaretta in bocca. Appena mi vide mi fece cenno di avvicinarmi. Andai da lui mentre mi accendevo una paglia a mia volta e il fumo si scagliò contro il cielo che si stava facendo leggermente più chiaro.

«Ti saluta», mi informò. Aggrottai la fronte confuso.

«Eva, la tipa bionda.»

Sbarrai gli occhi. «Se n'è andata? E perché cazzo non l'hai fermata?», esclamai incazzato perché non sapevo come rintracciarla.

L'avrei potuta cercare in Università, non che questo avrebbe cambiato qualcosa dei miei piani.

«Stai calmo, bello. Ho il numero di Michela», disse Ste facendomi dondolare l'Iphon 6 davanti agli occhi.

«Scrivi a Michela che ricambio il suo saluto e che è bellissima!», lo obbligai puntando un dito sul suo telefono. Stefano mi assecondò. «Cosa vuoi fare?», mi chiese mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.

Feci l'ultimo tiro e poi gettai la sigaretta a terra. «Andiamo, mi sono rotto e poi, il meglio se ne è appena andato», dissi mentre camminavo all'indietro.

«Già, puoi dirlo forte!», mormorò lui.

Rientrammo in quella bolgia di persone e andai a salutare Omar. «Le prove sono domani amico?»

«Si Alex, quante volte devo ripetertelo?», mi chiese mentre serviva due ragazze affianco a me.

Una delle due non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso.

«Ehi, offrimi da bere», mi disse e io la squadrai.

  «Rimorchia qualcun altro!», ribattei e lei rimase sconvolta.

Come immaginavo, le ragazze pretendono ogni cosa, dando poi la colpa a noi. Be', mi ero rotto davvero le palle. Mi voltai verso Omar e lo salutai dandogli il cinque, mentre la tipa continuava a lamentarsi con la sua amica. Stefano salì sulla sua auto e mio infilai sul sedile del passeggero. Appoggiai la nuca al poggiatesta e fissai il cielo che, lentamente, si schiariva.

«Posso stare da te?», mi chiese Ste e io voltandomi verso di lui gli diedi il pugno.

«Certo, fratello, lo sai che non ci sono problemi», ammisi chiudendo gli occhi.

Sulla radio stavano trasmettendo Carry you Home di James Blunt e io ripensavo a quella ragazza bellissima che avevo conosciuto. Era di un biondo ramato, occhi scuri e fisicamente perfetta. Era semplicemente da favola e la cosa più bella e che sembrava non darci peso. Era proprio quello che cercavo.

«A cosa pensi?», mi chiese Ste fissando la strada.

«Al concerto», mentii fissandolo.

Non volevo ancora parlare di quello che mi passava per la testa, nemmeno col mio migliore amico. Stefano parcheggiò sotto casa e appena salimmo andammo a dormire. Nel buio che ci avvolgeva riuscivo solo a pensare al domani e a quando l'avrei rivista. Accidenti, non mi ero mai sentito così... felice.


Aprii gli occhi solo poche ore dopo, quando la luce prepotente del sole mi svegliò. Mi voltai e vidi Stefano accanto a me che dormiva profondamente. Mi alzai e andai a fare una doccia. L'acqua mi scivolava sul corpo, lavandolo anche se non sembrava dal momento che avevo un braccio e parte del fianco tutti colorati. Mi passai le mani sul volto, costringendomi a svegliarmi. Chiusi gli occhi e appoggiai le mani alle piastrelle fredde. Il getto dell'acqua mi arrivava dritto in faccia e io mi godetti quell'istante. Poco dopo essere uscito dalla doccia, con solo un asciugamano in vita, andai in cucina per prepararmi del caffè. Mentre lo versavo nella tazza, sentii dei passi e mi voltai. Stefano, con la faccia assonnata si era appena seduto al tavolo e batteva leggermente la testa su di esso.

ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora