24-ALEX

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«Si amore, sto arrivando, tra pochissimo sarò in Stazione. Qual è la fermata della metro? Ah, Cipro, perfetto grazie, a più tardi», disse Stefano terminando la chiamata.

«Grazie per non aver detto che ci sono anche io», ammisi con lo sguardo basso.

Il mio amico alzò le spalle. «Figurati, anche se in realtà non capisco il perché di tutto questo mistero», mi confidò.

Fissai fuori dal finestrino. Perché Eva non mi aveva risposto? Cos'era cambiato per la ragazza che mi aveva telefonato dicendomi che le mancavo? L'unico modo per saperlo era scoprire la verità.

«Non importa», mi limitai a rispondere.

Appena raggiunsi Stefano fuori dalla carrozza, ci gettammo nella metropolitana sulla quale si stava particolarmente scomodi.

«Prossima fermata Cipro, apertura porte a destra», disse l'uomo al ricevitore.

Creandoci un varco tra la gente, raggiungemmo l'uscita e ripresi aria. Le persone erano tutte strane lì. Un ragazzo con la pettorina gialla stava cercando di rimorchiare una ragazza che, assieme alla sorella e ad un sacco di bagagli, stavano per raggiungere la metropolitana, mentre una signora anziana si stava lamentando coi controllori per la mancata pulizia dei muretti i quali, a quanto pare, erano pieni di formiche.

Con grandi falcate raggiunsi la cima delle scale dove trovai Michela ad aspettarci.

Appena vide Stefano gli si gettò in braccio e lo baciò con passione. Avrei voluto fare lo stesso ma, quando spostai lo sguardo, non la vidi. Eva non c'era.

Mi schiarii la voce, rendendo nota la mia presenza.

«Alex tu che ci fai qui?», chiese lei con gli occhi sbarrati.

«Sono venuto a trovare Eva, dov'è?», chiesi con un sorriso, il quale si spense appena notai il volto di Michela preoccuparsi. Mi avvicinai di più. «Miky, dov'è Eva?»

«E' andata a Ponte Milvio», ammise spostando lo sguardo di lato.

Perché era andata lì da sola? «Sai dirmi come arrivare?», chiesi e lei mi indicò a strada.

Salii sul primo autobus e, al capolinea, cambiai con un altro il quale mi portò proprio lì. Il cielo stava iniziando ad oscurarsi ma io vedevo perfettamente. Voltai lo sguardo e la vidi là, alla fine del ponte mentre fissava l'acqua che scorreva sotto di esso. Iniziai a correrle incontro, la chiamai, ma lei non mi sentì.

Probabilmente aveva la musica alle orecchie oppure semplicemente voleva evitarmi.

Non mi importava. Corsi il più veloce possibile verso di lei. Eva si chinò per afferrare qualcosa e, appena alzò lo sguardo, i suoi occhi incrociarono i miei.

«Alex...», sussurrò, poi, dopo aver verificato che fossi realmente io, corse verso di me chiamandomi a gran voce.

La raggiunsi e la cinsi in un abbraccio caloroso. Afferrai il suo volto e le stampai un profondo bacio sulle labbra. Eva si sciolse quando la sua bocca entrò in contatto con la mia.

«Alex... cosa ci fai qui?», chiese un attimo dopo fissandomi con uno sguardo dolce.

«Mi sono dimenticato di dirti una cosa al telefono», sussurrai.

«Cosa? Cosa c'è di così importante da non poter aspettare?», chiese sfiorandomi una guancia con la punta delle dita.

«Io ti amo.»

Eva si bloccò e mi fissò con occhi sbarrati. «Ho detto che...»

«H- ho capito benissimo quello che hai detto», balbettò. Eva strinse le labbra mentre una lacrima cadeva lungo la sua guancia. «E hai fatto tutta questa strada solo per dirmi questo?»

ASPETTAVO SOLO TE ( 3-The Lovers Series)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora